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    Immobile è da Juve.| Lo Monaco: 'Se chiama il Toro...'

    Immobile è da Juve.| Lo Monaco: 'Se chiama il Toro...'

    Né a Catania, dove è stato amministratore delegato per anni, né a Genova, dove lo è stato per… settimane (otto, allincirca, prima di dare le dimissioni per incompatibilità??). No, pizzichiamo?? Pietro Lo Monaco a Milano, appena sbarcato, in aeroporto. «Viaggio di lavoro. Da dirigente full time avevo sì e no 10 giorni allanno per viaggiare, ora che ho più tempo ne approfitto per approfondire altre realtà calcistiche. Mi muovo…».

    Movimentati sono stati un po tutti i suoi ultimi mesi…
    «Giusto, movimentati. Ho fatto una scelta che magari nessuno poteva immaginare, ho lasciato il Catania, nel quale avevamo fatto miracoli. Mi sono subito legato ad un altro club, il Genoa, ma evidentemente i miei obiettivi non combaciavano con quelli della società e così abbiamo deciso di chiuderla praticamente prima ancora di cominciare… Si vede che era scritto che dovessi tornare a girare il mondo. Che è la cosa più bella: se vai in giro, i buoni giocatori li trovi ovunque. Poi, è chiaro, la differenza la fa la gestione. Se non li gestisci bene, laffare non lo fai».


    Qualche riferimento a Jorge Martinez?
    «Mannò, via. Con Marotta ho un ottimo rapporto, mi ha telefonato per chiedermi se davvero avessi apostrofato le sue frasi. Quelle in cui diceva che potendo tornare indietro non acquisterebbe Jorge… Ma io non ho detto nulla di che. Col senno di poi, le considerazioni di Beppe sono giuste, ma il suo errore è relativo. Martinez non era una gatta nel sacco, era in Italia da tre anni e lo cercavano in tanti: che poi non abbia fatto vedere le sue qualità, fa parte del gioco. Capita».

    Laffare dell'ultima estate, invece? I maggiori procuratori italiani hanno votato per noi l'acquisto di Asamoah e la cessione di Thiago Silva e Ibrahimovic.
    «Da un punto di vista squisitamente economico, la cessione di Thiago Silva e Ibra è una grandissima operazione. Anche se è innegabile che il Milan ne sia uscito indebolito. Quanto ad Asamoah, ha irrobustito ancora un organico di per sé forte. Un gran colpo. Ma io aspetto anche di vedere i rendimenti di Merkel, Perin, Immobile».

    La Juventus farebbe bene a puntare su Immobile?
    «E un predestinato, è nato per fare gol. Ha tutte le qualità per crescere ed essere protagonista in un club che lotta per la Champions».

    Un altro nome: Destro.
    «Ha grandi potenzialità, però il tormentone che si è creato intorno al suo nome dimostra anche la pochezza di questo mercato. Tutti su un giocatore che aveva poche presenze al Genoa e al Siena ha segnato 12 gol. Poche idee. Però, ripeto, Destro ha grandi potenzialità. E gli attaccanti con Zeman hanno sempre fatto bene, anche se devo ammettere che mi piange il cuore quando lo vedo giocare esterno. Ma Zeman ci ha abituato a questo ed altro…».

    Poi… Julian Velazquez.
    «Mi è spiaciuto, avrei voluto vederlo allopera. Invece… Vabbè, non commento».

    Lei e Preziosi vi siete sentiti dopo il divorzio?
    «No, però non ci siamo lasciati male. Avevamo una progettualità diversa: lui voleva vendere il Genoa, io pensavo di dover lavorare per creare un club che potesse ritagliarsi un posto a livelli importanti».

    Domenica cè Genoa-Juve.
    «Ah no, glisso. Dico solo che si affrontano due squadre di spessore».

    Almeno ci dica chi vince il campionato…
    «Juventus, nettamente. Al limite può avere qualche fastidio dal Napoli o dalla Roma. Le milanesi, invece, sono un passo indietro: hanno iniziato un processo di rinnovamento ed è inevitabile».

    In Champions, invece, cosa può succedere?
    «La Juventus ha qualità per far bene, lunica incognita è la disabitudine ad affrontare il doppio impegno. Ma si tratta di un organico di valore, guidato da un allenatore eccellente. Uno di quelli che sanno essere decisivi».

    Conte il Mourinho italiano, concorda?
    «Laccostamento non regge. Conte è più allenatore, è preparatissimo. In campo non ha rivali. Mourinho, invece, è bravo fuori dal campo. Come motivatore».

    Quindi il suo amico Marotta ha lavorato bene.
    «Lo dicono i risultati: ha riportato la Juventus ai livelli di prima della classe».

    Se solo ragalasse un top player alla piazza…
    «Ah con sto top player! Mi state snervando! Però, beh. Se capitasse unoccasione come Llorente… Sì, potrebbe essere una soluzione importante in ottica Champions. Anche se trattare con il Bilbao non sarà facile».

    In italia, invece, chi è lavversario più duro che possa capitare in ambito di trattative? Forse Lotito?
    «Ah sì, lui ha le sue idee ed è dura scardinarle. Ma un po tutti, in realtà, sono umorali, istintivi. Ci puoi giocare…»

    Un aggettivo, o una parola, un giudizio per... Galliani.
    «Saggio, equilibrato. E il più bravo di tutti».

    Marotta e Agnelli.
    «Beppe è professionale. Agnelli… Lui è il futuro».

    Cellino.
    «Vulcanico, ma innamorato».

    Pulvirenti.
    «Passo».

    Preziosi e Moratti.
    «Giocherellone il primo, Moratti è la bontà fatta a persona».

    De Laurentiis.
    «Una ne pensa e cento ne fa».

    Zamparini.
    «Vulcanico, ma buono».

    Cairo.
    «Pragmatico, uno che sta sul pezzo».

    Se Cairo la chiamasse? La voce ogni tanto gira…
    «Posso dire con coscienza che la passione della gente granata è incredibile, si tratta di una delle prime sei società in Italia come importanza. Ma non so, al momento sta facendo bene e mi auguro che continui: buon allenatore, presidente innamorato della squadra. Ho un buon rapporto con Cairo e nutro molta stima nei confronti degli attuali dirigenti, forse è per questo che a volte vengo abbinato al Torino».

    Per chiudere, ci riproviamo. Genoa-Juve, che succede domenica?
    «Eh, la Juventus è forte, forte…».
     


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