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Ilicic show, dopo Dortmund la Viola: l'astio con Firenze e quella finale...
In quella Fiorentina, Josip Ilicic era una seconda scelta. Giusppe Rossi, Cuadrado e Mario Gomez davanti a lui. Lo spazio, comunque, era molto, anche grazie alle uscite in Europa League. Però l’amore con Firenze non è mai sbocciato, neanche quando lo sloveno è diventato titolare con l’avvento di Paulo Sousa, dopo aver scalato le gerarchie e aver regalato la qualificazione europea nell’ultima stagione di Vincenzo Montella alla guida del viola, rinascendo dalle proprie ceneri. Ieri, a Dortmund, ha provato a trascinare l’Atalanta: domenica, invece, a Bergamo scende in campo proprio la Fiorentina.
CESSIONE DOVUTA - Nell’epurazione della scorsa estate, anche Ilicic ha cambiato maglia. 5,5 milioni di euro e gli orobici si sono accaparrati il giocatore tutto sinistro e un fattore mai passato inosservato. “Ero il capocannoniere, mi dicevano che ero discontinuo. Cosa mi manca per la continuità? Magari lo sapessi”, ha dichiarato nel tempo. Il rapporto con Firenze era incrinato. Tanti fischi, dovuti soprattutto al periodo iniziale della sua avventura sulle rive dell’Arno, dove non riusciva a incidere e risultava un peso, specialmente in quella squadra così pregna di talento. Poi, quella maledetta finale di Coppa Italia, viziata da eventi non commentabili, dove il classe ’88 sparò alle stelle l’opportunità per riaprire la gara. E, nonostante l’asse magnifico con Kalinic nei primi sette mesi sousiani, tutto si è perduto. Complice, anche, quel dito 'a zittire' il proprio pubblico.
TALENTO INDISCUSSO - La sua tecnica non si discute. Casomai, è discutibile l’utilizzo. E lo sono, semmai, certi atteggiamenti, ritenuti talvolta insolenti. Questi, uniti alle questioni mentali, ne hanno limitato lo sviluppo totale. Ma la differenza, con quel piede, la sa fare. Contro il Borussia Dortmund, in cinque minuti, ha provato a regalare un sogno, venendo poi travolto da Batshuayi. “Deve giocare pure zoppo”, gridano a Bergamo, nella città in cui è arrivato anche grazie alla presenza dell’amico Kurtic (ora alla Spal), uno dei fattori decisivi nel sorpasso degli orobici sulla Sampdoria, in fase di mercato. Nel progetto giovani dei lombardi, lui e il ‘Papu’ Gomez spiccano: i trascinatori, anche d’esperienza.
RENDEZ-VOUS - Archiviata, per un attimo, la trasferta tedesca - con il pensiero tutto al ritorno, naturalmente - nel mirino c’è la Fiorentina, perché la corsa europea continua anche in questa stagione. Il classico gol dell’ex, dopo quello di Bernardeschi che ha condannato i viola, sarebbe l’ennesimo sgarbo a Firenze. Undici reti in trentotto partite in stagione sono un bottino ancor più migliorabile, a iniziare da domenica. Poi c’è l’Europa League da difendere: giovedì prossimo, per il Borussia Dortmund, non sarà una passeggiata.
CESSIONE DOVUTA - Nell’epurazione della scorsa estate, anche Ilicic ha cambiato maglia. 5,5 milioni di euro e gli orobici si sono accaparrati il giocatore tutto sinistro e un fattore mai passato inosservato. “Ero il capocannoniere, mi dicevano che ero discontinuo. Cosa mi manca per la continuità? Magari lo sapessi”, ha dichiarato nel tempo. Il rapporto con Firenze era incrinato. Tanti fischi, dovuti soprattutto al periodo iniziale della sua avventura sulle rive dell’Arno, dove non riusciva a incidere e risultava un peso, specialmente in quella squadra così pregna di talento. Poi, quella maledetta finale di Coppa Italia, viziata da eventi non commentabili, dove il classe ’88 sparò alle stelle l’opportunità per riaprire la gara. E, nonostante l’asse magnifico con Kalinic nei primi sette mesi sousiani, tutto si è perduto. Complice, anche, quel dito 'a zittire' il proprio pubblico.
TALENTO INDISCUSSO - La sua tecnica non si discute. Casomai, è discutibile l’utilizzo. E lo sono, semmai, certi atteggiamenti, ritenuti talvolta insolenti. Questi, uniti alle questioni mentali, ne hanno limitato lo sviluppo totale. Ma la differenza, con quel piede, la sa fare. Contro il Borussia Dortmund, in cinque minuti, ha provato a regalare un sogno, venendo poi travolto da Batshuayi. “Deve giocare pure zoppo”, gridano a Bergamo, nella città in cui è arrivato anche grazie alla presenza dell’amico Kurtic (ora alla Spal), uno dei fattori decisivi nel sorpasso degli orobici sulla Sampdoria, in fase di mercato. Nel progetto giovani dei lombardi, lui e il ‘Papu’ Gomez spiccano: i trascinatori, anche d’esperienza.
RENDEZ-VOUS - Archiviata, per un attimo, la trasferta tedesca - con il pensiero tutto al ritorno, naturalmente - nel mirino c’è la Fiorentina, perché la corsa europea continua anche in questa stagione. Il classico gol dell’ex, dopo quello di Bernardeschi che ha condannato i viola, sarebbe l’ennesimo sgarbo a Firenze. Undici reti in trentotto partite in stagione sono un bottino ancor più migliorabile, a iniziare da domenica. Poi c’è l’Europa League da difendere: giovedì prossimo, per il Borussia Dortmund, non sarà una passeggiata.