Ilicic al posto di Candreva: come cambia l'Inter di Spalletti
L’ULTIMO ILICIC – Si parta dall’attualità, dal come sta giocando ora nella formazione bergamasca. L’ultimo Ilicic è questo qui sotto, impiegato da Gasperini come ‘spaccapartite’ nel secondo tempo di Atalanta-Milan, così come in Lazio-Milan o nella giornata precedente in casa contro il Genoa: insomma dopo l’infortunio al ginocchio che lo ha tenuto fuori per sei turni. Subentrando al posto del giovane Barrow, Ilicic va a schierarsi sul centrodestra del fronte d’attacco. Il 3-4-2-1 di Gasp si trasforma così in un 3-4-1-2, con Cristante trequartista, pronto a inserirsi tra le due punte larghe come un affondo di spada. E’ stata questa a dire il vero la novità dell’Atalanta di quest’anno, una soluzione che ha responsabilizzato e valorizzato certamente lo sloveno. Niente centravanti.
Ecco invece come gioca l’Atalanta senza Ilicic. Per capire meglio un giocatore sono del parere che si debba riflettere anche per sottrazione, cioè quando in campo questo giocatore non appare. Evidentemente il compito assegnato a Cristante nel 3-4-2-1 con Barrow prima punta, lo sloveno lo svolgerebbe peggio: mi riferisco al sacrificio che Gasperini chiede alla sottopunta di destra (per salvaguardare Gomez) in fase difensiva. Cristante fa quello che faceva Kurtic l’anno scorso; in fase difensiva si accentra in pressione sul regista avversario. Dunque Ilicic non potrebbe farlo? Non potrebbe eventualmente giocare con una prima punta alla Icardi?
Nella Fiorentina di Sousa (vedi sotto, proprio contro la Roma di Spalletti) lo faceva tranquillamente. A ridosso di Kalinic e in compagnia di un Borja Valero (o un Bernardeschi o un Cristoforo). Ma stiamo parlando ancora di 3-4-2-1, mentre l’Inter -è noto- scende in campo col 4-2-3-1. Dovremmo dunque aspettarci un cambio di modulo?
NELL’ INTER: UN 4-2-3-1 CHE TENDE AL 3-4-2-1 – In realtà il 4-2-3-1 di Spalletti è molto, molto fluido ultimamente. In più di un’occasione nello sviluppo della manovra nerazzurra si può infatti cogliere quel tipo di disposizione (3-4-2-1) che Spalletti ha sempre apprezzato, parlando del gioco di Sousa (come dimostrano poi coerentemente gli acquisti di Borja Valero e Vecino, ed ora l’interesse per lo sloveno). Vedete dunque come le caratteristiche di Ilicic non stonerebbero affatto in un contesto come questo qui sotto. Al posto di chi? In alternativa a chi? Il maggior indiziato è Candreva.
E’ proprio il numero 87 dell’Inter che con la crescita di Cancelo, per liberare spazio a Cancelo si è dovuto accentrare, quasi a formare una coppia di trequartisti insieme a Rafinha. Anche Perisic naturalmente può venir dentro a giocare tra le linee, ma dei due, quello che lo sta facendo di più nell’ultimo periodo è ancora l’italiano. Soprattutto perché nel passaggio fluido da 4-2-3-1 a 3-4-2-1 il croato fa il quarto di centrocampo, il laterale a tutta fascia. E Spalletti chiede tendenzialmente ampiezza a Perisic, dal momento che c’è già Rafinha sul centrosinistra. Contro il Sassuolo, a inizio secondo tempo, cioè prima di essere sostituito da Karamoh, Candreva addirittura si è invertito con Rafinha. Per non dare punti di riferimento o per meglio incidere a piede invertito? Questa domanda chiama direttamente in causa Ilicic, un mancino che da anni ormai gioca sul centrodestra per sfruttare il suo mancino chirurgico accentrandosi. Una cosa che Candreva non può fare e che servirebbe tanto all’Inter.
IL PROBLEMA – C’è un però (e non di poco conto). Come ripiegherebbe Ilicic in fase di copertura, dovesse prendere il posto di Candreva? Come Candreva? A parte la differenza di carattere tra i due giocatori (da una parte un generoso, dall’altra un indolente), quali compiti difensivi svolgerebbe Ilicic nell’Inter? Scalerebbe in fascia come l’esterno attuale di Spalletti? Se la farebbe tutta proprio come se la fa l’ala della Nazionale? Cambierebbero degli equilibri importanti perché questo Ilicic non può garantirlo.
Ilicic infatti rimane (come abbiamo visto all’inizio) ed è sempre rimasto alto in fase difensiva. Anche nella Fiorentina di Sousa, che difendeva col 4-4-2 allineando la sottopunta di sinistra (Cristoforo) al centrocampo, e di conseguenza il laterale di sinistra (Salcedo) alla difesa a tre, Ilicic non tornava in fascia, ma difendeva da trequartista o seconda punta.
UN SINISTRO COSI’- Detto questo, le doti tecniche di Ilicic sono mostruose. E’ un puro di piede. Fa delle cose con quel mancino che in diretta non ci credi, e a riguardarle ancora meno. Ecco, a proposito di accentrarsi col piede invertito e di quando parlavamo della differenza fondamentale tra Ilicic e Candreva. Qui sotto lo sloveno non converge e basta, non converge soltanto. Converge nell’impossibile. Il pallone passa quasi attraverso l’avversario, chissà come e chissà dove, grazie al tocco del suo esterno magico, in corsa. Giocata impensabile per Candreva, che molto probabilmente avrebbe insistito sul suo piede forte andando a destra o dritto, pressato da due uomini.
Con Ilicic al posto di Candreva cambierebbe anche la natura dei cross dalla destra, la loro traiettoria. Lo sloveno combinato alla sovrapposizione di un terzino destro (Cancelo o chi per lui) renderebbe più varia e imprevedibile questa palla messa al centro.