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Ilary Blasi: 'Ho aiutato Totti a superare il trauma dell'addio al calcio. E su un futuro da allenatore...'
La conduttrice televisiva Ilary Blasi, moglie dell'ex capitano della Roma Francesco Totti si è confessata sulle pagine di Oggi, esordendo con un ricordo sul giorno dell'addio al calcio del marito: "Era una giornata straordinaria, incredibile, non posso spiegare cosa sentivo. Avevo chiesto a Francesco di fare quel giro dello stadio da solo perché era il suo momento ma lui ha preferito avere accanto tutta la famiglia. E quindi io ho deciso che volevo essere per lui - che era emozionatissimo, triste e impaurito, come ha ammesso pubblicamente - un punto fermo, una certezza. Ho provato a essergli utile e l’ho fatto come sono capace".
Sul futuro professionale di Totti: "Questi ragazzi hanno una carriera strepitosa che però finisce presto. Lo sanno sin dall’inizio ma quando quel momento arriva, non sono preparati. Francesco è consapevole di essere stato un uomo molto fortunato ma dire addio al calcio, a una passione che per lui è stata tutto per 28 anni, non è facile. Ne abbiamo parlato tanto. Io l’ho aiutato a capire che nei cambiamenti ci possono essere anche aspetti positivi, sta a noi vederli e saperli assaporare. Il resto deve farlo da solo. Quell’adrenalina che ti sale dentro quando hai una partita è come una droga naturale da cui dipendi. E’ complicato rinunciarci ma solo lui può rielaborale tutte queste emozioni. Noi siamo la sua famiglia e gli stiamo accanto. Mi sembra di vederlo sereno ma è tutto in divenire, vedremo. Il corso da allenatore? Lo voleva fare a prescindere. Lui ha sempre detto che non vuole allenare una squadra, ma non so cosa abbia in mente".
Sul futuro professionale di Totti: "Questi ragazzi hanno una carriera strepitosa che però finisce presto. Lo sanno sin dall’inizio ma quando quel momento arriva, non sono preparati. Francesco è consapevole di essere stato un uomo molto fortunato ma dire addio al calcio, a una passione che per lui è stata tutto per 28 anni, non è facile. Ne abbiamo parlato tanto. Io l’ho aiutato a capire che nei cambiamenti ci possono essere anche aspetti positivi, sta a noi vederli e saperli assaporare. Il resto deve farlo da solo. Quell’adrenalina che ti sale dentro quando hai una partita è come una droga naturale da cui dipendi. E’ complicato rinunciarci ma solo lui può rielaborale tutte queste emozioni. Noi siamo la sua famiglia e gli stiamo accanto. Mi sembra di vederlo sereno ma è tutto in divenire, vedremo. Il corso da allenatore? Lo voleva fare a prescindere. Lui ha sempre detto che non vuole allenare una squadra, ma non so cosa abbia in mente".