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    Il viola Tello e le bizzarre commissioni pagate dal Porto al señor Orobitig

    Il viola Tello e le bizzarre commissioni pagate dal Porto al señor Orobitig

    • Pippo Russo
    Nei giorni scorsi il sito Football Leaks, fonte sempre più preziosa di documenti che svelano i retroscena affaristici del calcio globale (LEGGI QUI), ha pubblicato un oggetto particolarmente interessante, che fra le altre cose aiuta a spiegare il senso dell’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli sul ruolo promiscuo esercitato dagli agenti di calciatori. Si tratta dei contratti relativi al trasferimento di Cristian Tello Herrera, in prestito biennale dal Barcellona al Porto, avvenuto nell’estate del 2014. Un accordo giunto a risoluzione prima della scadenza biennale, dato che durante la scorsa sessione invernale di calciomercato Tello è passato alla Fiorentina in prestito, con diritto di riscatto per i viola a fine stagione. I tre documenti pubblicati da Football Leaks nel post dedicato alla transazione (LEGGI QUI) riguardano nell’ordine: l’accordo di prestito fra Barcellona e Porto siglato nell’estate 2014; l’accordo di revoca del precedente contratto di prestito fra Barcellona e Porto, siglato nelle scorse settimane; e il documento intitolato “Agent agreement”, siglato nell’estate 2014. Il terzo è di gran lunga il più interessante, perché mette a nudo i meccanismi della promiscuità fra i club e gli agenti. Con questi ultimi che dovrebbero partecipare alle trattative soltanto come rappresentanti dei calciatori, e invece operano come consulenti (pagati) del soggetto che dovrebbe essere la controparte: il club appunto.

    Nello specifico, l’agente in questione non è uno qualsiasi. Si tratta infatti del potente Jose Maria Orobitig. Spagnolo, procuratore di Pep Guardiola e in ottimi rapporti col Barcellona, Orobitig è l’agente di Tello come certifica anche la scheda del giocatore su Transfermarkt (LEGGI QUI). Ma nel contratto che sottoscrive col club dei Dragões egli s’impegna svolgere una serie di operazioni a esclusivo beneficio del Porto, e per questo se ne prevede una profumata ricompensa. Il documento parla di un compenso corrispondente al 10% dell’ingaggio di Tello. Una percentuale molto alta, che secondo il punto 2.1 del documento va liquidata attraverso le seguenti rate e modalità: una prima tranche da 175 mila euro, da liquidarsi entro il “31 settembre 2014”, il che dà un tocco di comicità all’accordo, poiché fin dalle elementari sappiamo tutti che settembre è un mese di 30 giorni; una seconda rata da 200 mila euro, da liquidarsi entro un altro “31 settembre”, quello del 2015; e una terza rata da calcolarsi nel 10% della differenza fra la somma delle due precedenti rate (375 mila euro) e la remunerazione totale accordata dal club a Tello per ciascuna delle stagioni agonistiche. Non essendo di mia conoscenza la cifra d’ingaggio di Tello, non posso indicare quale ulteriore cifra Orobitig abbia percepito. Facile immaginare che il totale superi i 400 mila euro. Ma non è ancora tutto. Perché al punto 2.2 è stabilito che qualora il Porto avesse riscatto Tello alla fine del periodo di prestito biennale, Orobitig avrebbe percepito 640 mila euro. Ciò avrebbe portato l’onorario dell’agente a oltre un milione di euro. Uno sproposito. E sarebbe interessante sapere se per caso questa clausola sia stata riproposta alla Fiorentina.

    Ma per quale motivo il Porto ha pagato oltre 400 mila euro a Orobitig, predisponendosi a concedergliene altri 640 mila qualora Tello fosse stato riscattato dai Dragões alla fine di questa stagione? Rispondendo a questa domanda veniamo alla parte più grottesca del documento, quella che al massimo grado dimostra i livelli di promiscuità nel rapporto fra agenti e società di calcio. Il punto 1 del documento stabilisce che all’agente di Tello vanno riconosciute le cifre appena menzionate per avere svolto i seguenti compiti: a) avere consigliato il club in merito alla strategia da tenere nella trattativa; b) avere agito da intermediario per il club nel comunicare al calciatore i termini della proposta contrattuale; c) convincere il calciatore a accettare le condizioni proposte dal club anziché prendere in considerazione quelle di altri club. Tutto vero, tutto scritto.

    Cosa commentare? Rapidamente: il punto a) è una bella supercazzola, mentre i punti b) e c) sono molto gravi perché comportano per l’agente di calciatori una commistione di ruoli che non dovrebbe esistere. E intanto il Porto paga.

    Ovviamente, non si tratta di un caso isolato ma della norma. Una norma alla quale i club per primi sono ben felici di adeguarsi. E il giorno in cui la bolla speculativa esploderà, non saranno certo gli agenti doppioruolisti a pagarne il conto.

    @pippoevai

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