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    Il VAR ha confuso ancora di più. Qualcuno l'aveva detto, ma era solo 'uno juventino'

    Il VAR ha confuso ancora di più. Qualcuno l'aveva detto, ma era solo 'uno juventino'

    • Omar Savoldi
    L'avevano detto fin dall'inizio, ma - si sa - un po' perché chi esprime dubbi sulle le novità diventa immediatamente un passatista, un po' perché le critiche venivano anche da ex giocatori della Juventus, il VAR fu, fin da subito, intoccabile.

    Invece la certezza si è rivelata per quello che era stato ampiamente previsto (Mauro, Platini, qualche ex arbitro): un mito. E i dubbi sono rimasti, anzi moltiplicati. E' semplicemente avvenuta una partita di giro o, fate voi, un gioco delle tre carte. Meglio: un gioco di specchi. Se prima c'era “Il Processo del Lunedì” ora abbiamo “Open Var”. Se prima postavano in continuazione “er goal de Turone” taroccato dalla sede Rai di Roma per “dimostrare” che Ramon non era in fuorigioco, ora si manda a manetta il rigore (non dato) di Acerbi su Osimhen, il fallo (non dato) di Lautaro su Lobotka. E si continua col rigore (non dato) di Bani, l'espulsione (non comminata) a Malinovskyi, il rigore (non dato) di Carlos Augusto, il primo risibile giallo di Osimhen in Roma-Napoli.

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