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    Il Valencia che scivola verso la Segunda è un prodotto della ditta Lim & Mendes

    Il Valencia che scivola verso la Segunda è un prodotto della ditta Lim & Mendes

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    La squadra è scarsa, la società latita e per sovrammercato ci si mettono pure gli errori arbitrali. Il dramma del Valencia non conosce argini e dopo la sconfitta casalinga per 0-2 di ieri sera contro il Siviglia (in declino anch'esso, ma meno malconcio e adesso assestato al 12° posto grazie ai 3 punti di ieri sera) il crollo in Segunda si fa più vicino. A preoccupare è non tanto la distanza dal quartultimo posto, che è occupato soltanto 3 punti sopra dall'Almeria quando mancano ancora nove partite alla conclusione del torneo, quanto la situazione di scollamento generale che sta travolgendo l'ambiente. Con un artefice di tutto ciò: il miliardario singaporiano Peter Lim. Ormai assente da tempo su piazza e totalmente disinteressato alle sorti di società e squadra.

    La gara giocata ieri al Mestalla è stata emblematica. Prova volenterosa ma confusionaria, un primo gol subito in modo fantozziano (il secondo è stato marcato dall'ex milanista Suso), ma anche un chiaro rigore per fallo di mano negato dall'arbitro madrileno Del Cerro Grande dopo una revisione Var sul campo che avrebbe dovuto portare alla decisione opposta. Per un ambiente già esasperato dagli ultimi anni di stenti e da una stagione che sta portando a compimento lo sfascio, è stato abbastanza. Prima che la partita si concludesse una schiera di tifosi si è diretta minacciosamente verso il palco presidenziale occupato dai rappresentanti di Meriton Holdings, il fondo d'investimento tramite il quale Peter Lim controlla il club. Sono stati momenti di grande tensione, che per fortuna non hanno avuto conseguenze violente.

    Successivamente le proteste si sono spostate all'esterno dello stadio e vi hanno partecipato tifosi di ogni estrazione, non soltanto i gruppi ultras. Ciò che segna una volta di più quanto il valencianismo sia esasperato dalla situazione che si è creata sotto la proprietà di Meriton Holdings. Un lento ma costante decadimento per un club che all'inizio del Ventunesimo secolo ha disputato due finali consecutive di Champions League e aveva acquisito un peso politico tale da essere ammesso nel G14, la lobby che per prima pensò alla realizzazione di una Superlega per club.

    Come detto, lo sfascio porta una firma ben riconoscibile: quella di Peter Lim. Che ha acquisito il club nel 2014 portando grandi promesse: la scalata verso i vertici del calcio nazionale e europeo, e il recupero del progetto del Nou Mestalla rimasto arenato causa gigantismo. In termini sportivi, l'inizio della gestione Lim era stato buono. Ma i risultati hanno cominciato presto a difettare e insieme a essi gli investimenti del proprietario. Che ha presto accantonato il progetto del Nou Mestalla (ripreso soltanto nello scorso autunno) e ha progressivamente disinvestito nella squadra. A complicare la situazione, oltreché alimentare il disappunto della tifoseria, è stato il legame troppo stretto fra Lim e il super-agente portoghese Jorge Mendes. I due intrattengono un rapporto che va oltre gli affari. Lim è stato infatti testimone di nozze di Jorge Mendes in occasione del matrimonio kolossal celebrato con rito religioso a Porto nell'estate del 2015 (Mendes aveva già sposato dieci anni prima con rito civile la moglie Sandra Barbosa). E questa connessione un po' troppo promiscua ha avuto ripercussioni pesanti sul Valencia, che da Mendes è stato trattato come cosa propria. Per un certo periodo i rapporti fra il super-agente e il club si erano anche allentati, ma la scorsa estate si era avuto un riavvicinamento con l'ingaggio di Gennaro Gattuso.

    Per il boss di Gestifute pareva l'occasione per rimettere le mani sul Valencia. Ma è andata a finire malissimo, con le dimissioni di Gattuso presentate alla fine dello scorso mese di gennaio. La squadra stava già precipitando in classifica e il crollo è continuato sotto la guida di Ruben Baraja, che è stato grande da calciatore del Valencia ma che da allenatore rischia di mettere la faccia e la firma su una delle pagine più ingloriose della storia del club.

    In tutto ciò, l'attaccamento del valencianismo alla squadra è commovente. Per tutta la settimana che ha preceduto la gara contro il Siviglia si sono moltiplicati gli appelli a riempire lo stadio e a sostenere sempre e comunque la squadra impegnata in una difficile salvezza. Così è stato ieri per tutta la gara. Purtroppo non è servito.

    @pippoevai

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