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    Il triste addio di Gomez all'Atalanta, 'come un Mojica qualsiasi'. Ma se fosse successo a Roma o Milano?

    Il triste addio di Gomez all'Atalanta, 'come un Mojica qualsiasi'. Ma se fosse successo a Roma o Milano?

    • Alessandro Di Gioia
    "Ho avuto proposte per lasciare l'Atalanta da squadre arabe, ma ho sempre cercato di trovare la parte del calcio che mi rende felice, non i soldi. Sono come mi vedono sui social. Cerco di essere trasparente, non mi piace essere falso e dico quello che penso e sento. Non c’è doppia faccia". nel giorno della presentazione con la sua nuova squadra, il Siviglia di Monchi, sono arrivate le prime frecciate da parte del Papu Gomez all'Atalanta e al suo vecchio ambiente.

    Com'era naturale che fosse dato che, come evidenziato dalla nostra Marina Belotti, due mesi fa esatti, il 26 novembre 2020, i giornali esaltavano l'impresa dell'Atalanta ad Anfield Road, celebrando il Papu, anima della Dea da sette anni.

    Esattamente sessanta giorni dopo, Gomez lascia Bergamo nell'indifferenza generale: dei tifosi, che non l'hanno né celebrato né salutato, dei compagni, che hanno persino smesso di seguirlo sui social, e soprattutto della società, che lo ha ringraziato sul sito come si fa solitamente con un calciatore qualsiasi, non con il vecchio capitano di mille imprese. Eppure stiamo parlando di uno dei giocatori più importanti della storia della Dea. Anche dal punto di vista economico, non si è trattato di un grande affare: ceduto per 7 milioni a un anno e mezzo dalla scadenza, quando Maehle ne è costati 9, come Lammers.

    Capitano epico, ha scritto la leggenda dei bergamaschi, trascinandoli nell'Empireo del calcio italiano e a un passo dalla semifinale di Champions League. I numeri sono impressionanti: 59 gol realizzati, che lo rendono il miglior marcatore straniero della storia dell'Atalanta e il terzo marcatore di sempre; 71 assist dalla stagione 2014/2015, che lo rendono il miglior assist man della Serie A degli ultimi 7 anni; 252 partite disputate, in tutte le competizioni. Insomma, non certo un signor Nessuno-

    Eppure a Bergamo, ancora probabilmente sotto l'influsso della fantastica vittoria di San Siro contro il Milan, nessuno si è sentito di rendergli onore nel modo in cui sarebbe convenuto: forse i tifosi sono ancora scottati da quanto accaduto a dicembre, oppure si sono schierati dalla parte di Gasperini. Sicuramente qualcosa di grave è successo tra i due, sin da subito: con buona pace di chi parlava di "invenzioni giornalistiche per destabilizzare l'ambiente".

    Forse, in questo caso, il fatto di non essere ancora considerata a tutti gli effetti una "big" del nostro calcio, ma ancora una splendida favola, che prosegue però ormai da qualche anno di troppo, ha giovato all'Atalanta. abbiamo visto quanto capitato all'Inter con Mauro Icardi, nella medesima situazione, e ci chiediamo cosa sarebbe successo se una situazione del genere si fosse verificata nuovamente a Milano, o a Roma.

    Il capitano, il calciatore più rappresentativo, l'eroe di mille battaglie che se ne va nel silenzio, dimenticato e rimpiazzato con un semplicistico "l'Atalanta sta facendo bene e continuerà a farlo anche senza Gomez": si sarebbe sicuramente alzato un polverone di polemiche. Il Papu se n'è andato tristemente, ceduto "come un Mojica qualsiasi", ricordando l'addio del difensore colombiano, tornato in Spagna dopo sei mesi di fallimenti: nessun rimpianto, nessun rimorso. Forse... Le favole sono troppo belle per essere rovinate.

    @AleDigio89

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