Il Torino ritrova Ogbonna:| Nel momento più difficile
Oltre quaranta giorni lontano dal prato verde avranno caricato muscoli, cuore e orgoglio di Angelo Ogbonna, pronto a riprendersi lo scettro del comando della difesa dopo la tormentata degenza a causa di una fastidiosa nevralgia pelvica. Stringendo la mano a Rodriguez e ringraziandolo per cinque prestazioni consecutive all'altezza del titolare, Ventura si appresta a ristabilire le gerarchie naturali, avendo in precedenza utilizzato tutta la prudenza necessaria per salvaguardare l'integrità fisica della pepita d'oro dell'organico granata (e del mercato di Cairo). Il giocatore è recuperato a tutti gli effetti e torna nella partita probabilmente a più alto coefficiente di difficoltà per la retroguardia del Torino. La Roma, che pur non vive una fase della stagione particolarmente allegra e arriva da una batosta nel derby, mette in prima linea l'artigliera pesante di un attacco dalle qualità straordinarie e dalla prolificità considerevole, essendo quella maggiormente ricca di gol alle spalle soltanto della capolista Juventus. Ogbonna dunque rientra per duellare con il talento di Lamela, il fisico bestiale del suo compagno in azzurro Osvaldo, l'intramontabile classe di Totti, senza dimenticare gli assi in panchina da calare al momento opportuno (con Destro in testa).
QUELLA DOMANDA - Dunque il vice capitano granata si riprende il Toro al momento più opportuno. Ma anche quello più difficile. Perché il paradosso che si è instaurato in questi 40 giorni di digiuno è che le prove maiuscole di Rodriguez hanno portato il centro dell'attenzione lontano dall'uruguaiano e dritto dritto sul centrale della Nazionale: come si disimpegnerà Ogbonna nel giorno del ritorno? Se lo chiedono i tifosi, se lo domanderà anche Ventura, forte di una certezza: l'Angelo granata, se sta bene fisicamente e psicologicamente, è tra i migliori difensori d'Italia. Nessun dubbio, in proposito. Semmai un piccolo ostacolo mentale, che potrà essere saltato di slancio già questa sera, nella notte dell'Olimpico romano. Un po’ di pressione, anche solo una suggestione inconscia, graverà sulle possenti spalle del ventiquattrenne ragazzo di Cassino, chiamato immediatamente a rispondere con una prestazione impeccabile alle egregie partite disputate dal compagno di reparto.
INSICUREZZA DAVANTI - Blindare la difesa contro Zeman sarà la vera sfida: il suo Pescara, nel doppio confronto della passata stagione, ne ha rifilati 4 di gol a Ventura, prendendone altrettanti, per un totale di tre punti a testa. La cassaforte granata ha rappresentato finora una garanzia assoluta per il timoniere genovese: se il Torino in trasferta ha per il momento un cammino immacolato, senza sconfitte, buona parte del merito è da assegnare alla bontà dell'esecuzione di squadra della fase difensiva (a cominciare dal lavoro di pressione e copertura esercitato dagli attaccanti). I ragazzi di Ventura, in sei sfide vissute lontano dall'Olimpico torinese, hanno incassato appena quattro gol. E soprattutto non hanno mai subito più di una rete a partita. Questa virtuosa abitudine potrebbe però terminare questa sera, per stessa ammissione del realista e onesto Ventura, che ha pronosticato un paio di gol giallorossi, contando però sulla possibilità di farne altrettanti. E chissà magari anche uno in più. Ci sarà anche una componente scaramantica, nell'oscuro presagio del tecnico granata: automatico pensare che il suo principale obiettivo sia comunque quello di fortificare l'abituale diga, nella consapevolezza che, nonostante la Roma conceda spazi, l'insicurezza dell’attacco sia un aspetto ancora da migliorare.
(Tuttosport - Edizione Locale)