Il Torino si coccola l'eurobomber Millico, tra il passato alla Juve e il messaggio di Kakà
Colpo di testa dal limite dell'area e via ad esultare. Sorrisone europeo per Vincenzo Millico, che ieri ha segnato il primo gol tra i professionisti al debutto in Europa League col Torino. Mazzarri l'ha lanciato a 15' dalla fine al posto di Belotti, lui è entrato subito in partita e all'ultimo minuto ha trovato anche la rete del 4-1.
IL MESSAGGIO DI KAKA' - Un baby bomber tra i grandi. Lui che ha chiuso la stagione scorsa a quota 26 reti nella Primavera di Coppitelli con tanto di esordio in Serie A contro l'Atalanta. Appena in tempo, prima di un infortunio al bicipite femorale che l'ha tenuto fuori per due mesi. L'unico sorriso in quel periodo gliel'ha regalato Ricardo Kakà: "Ho visto un po' di tuoi gol, sei bravissimo. Tornerai più forte di prima". Occhi a cuoricino per l'attaccante, sopresa organizzata dal suo agente Gaetano Paolillo che in passato ha seguito anche il brasiliano (e che raccontò Millico in esclusiva a CM già lo scorso novembre LEGGI QUI L'INTERVISTA).
LA RABONA - Il presente (e il futuro) si chiama Vincenzo Millico, che un paio d'anni fa ha deciso di lasciare la scuola per dedicarsi al calcio in tutto e per tutto, anche se i genitori non è che fossero proprio d'accordissimo. Pazienza, se ne faranno una ragione. Vincenzo è così, testardo e con gli obiettivi ben chiari nella testa. Cresciuto a pane e pallone, fin da piccolo. Ai tempi delle giovanili metteva il pallone a centrocampo e proava a colpire la traversa calciando di rabona. Non ne sbagliava una.
DESTINI INCROCIATI CON KEAN - Destini incrociati con Moise Kean, stesso anno di nascita ma anche stesse... squadre. Facciamo ordine: a 14 anni Kean passò dal Torino alla Juventus e Millico fece il percorso inverso. Nessuno scambio voluto, due operazioni distinte. "Testardo e sempre con la palla tra i piedi" dicevano nell'ambiente bianconero. Lui ha imparato la lezione e l'ha confermato nel post partita di ieri: "I compgni mi hanno ripreso per alcuni errori, ho capito dove ho sbagliato". Umiltà ritrovata. Testa bassa e pedalare, sempre e comunque. Rimpianti per l'addio alla Juve? Zero. Grazie e arrivederci. Millico cambia squadra ma non città. Coppitelli l'ha cresciuto, Mazzarri se lo coccola. E quella palla, oggi, finisce sempre in porta. Da ieri lo sanno in tutta Europa.
@francGuerrieri