Il Taranto smobilita. Via il presidente e 3 giocatori, Eziolino Capuano non si dimette: "Sono una vittima"
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LA MICCIA - Tutto è partito con un comunicato nel quale si dava conto delle dimissioni con effetto immediato di Massimo Giove. "Con grandissimo malessere e grandissima delusione mi spiace comunicare a tutti i tifosi che la mia missione, la mia carica e il mio attaccamento al nostro amato Taranto si concludono definitivamente in data odierna, con disimpegno totale al club. Questa dolorosa decisione nasce esclusivamente per la vicenda dei Giochi del Mediterraneo e precisamente la ristrutturazione dello Stadio Erasmo Iacovone".
I MOTIVI - La vicenda è nota: per i lavori che dovranno essere fatti sullo stadio, il Taranto dovrebbe traslocare altrove per diversi mesi dell'imminente prossima stagione. Una situazione che si sta trascinando da tempo ma che ora è deflagrata. Dopo l'addio del numero uno del club, si era prospettato anche quello dell'istrionico tecnico. Nonostante abbia un contratto per altri due anni, secondo Sky Sport, Capuano sarebbe stato vicino a salutare, prima di cambiare idea. Nella scorsa stagione, con la stessa guida tecnica, i pugliesi hanno raccolto 69 punti in 38 partite. La smobilitazione è partita dunque e coinvolge anche i giocatori. Avrebbero abbandonato il ritiro in tre: Matteo Soncin, Andrea Schenetti ed Edoardo Pierozzi. E i tempi stringono: entro la mezzanotte di oggi, i club dovranno saldare la mensilità di giugno, qualora il Taranto dovesse non farlo scatterebbe la penalizzazione.
LA LETTERA - A far luce sulla vicenda è lo stesso Capuano che ha scritto una lettera ai suoi tifosi. "Dopo Vicenza avevo fatto una scelta che non ho poi avuto il coraggio ne di mettere in pratica, né di rendere pubblica. Perché ho pensato a quella gente che mi ha sempre amato, alla gente che urlava il mio nome quando andavo a vedere il riscaldamento dei calciatori. Sapevo che, andando avanti, facevo un torto alla mia famiglia. Ma la mia famiglia era anche quella dei miei atleti, quello spogliatoio, quelle mura, quell’odore, quel sudore di chi credeva ciecamente in me, nel nostro lavoro. Sapevo che sarebbe stato difficile ripetere il campionato dello scorso anno, ma mi sono fatto forza ed ero e sono consapevole che con il mio impegno, con i miei sacrifici e con quello del mio staff e dei miei calciatori avrei ancora potuto regalare gioie e soddisfazioni alla gente che ha sempre creduto in me. Dovevo farlo per tutti coloro che hanno sempre avuto fiducia in me. Stavo costruendo anche quest’anno una squadra simpatica, con calciatori che non sarebbero mai venuti a Taranto e che sono riuscito a convincere grazie soprattutto alla credibilità guadagnata in una vita calcistica, calciatori ai quali ora sono obbligato a chiedere scusa alla luce degli ultimi avvenimenti. Niente e nessuno mi ha mai fatto pensare che potessero succedere alcune cose. Per questa maglia ho lavorato e sudato tanto. Ho fatto spendere alla società i soldi che mi erano stati garantiti come budget, molto meno di quanti ne hanno speso e ne spendono altre società ricche, parecchio più ricche del Taranto. Sono stati ceduti calciatori per realizzare delle plusvalenze che sono servite per far quadrare i conti, ho riportato tantissima gente allo stadio. Ho lavorato tantissimo, ho sudato, mi sono incazzato per la maglia rossoblu, per la città, per la tifoseria, a cui penso di aver dato qualche dispiacere ma, anche e soprattutto, tantissime gioie e soddisfazioni. E sempre con la maglietta bagnata di sudore da parte dei miei calciatori, che non si sono mai tirati indietro, che hanno profuso ogni energia per regalare felicità alle famiglie dei tifosi tarantini, calore ai bambini, che mi hanno ricompensato di tutto. Forse, soffro a dirlo, oggi ho perso. Vittima e ostaggio di situazioni più grandi di me, che mai e poi mai mi sarei aspettato. A disposizione di chi decide o deciderà. Chiedo scusa a tutti. Ma una cosa voglio dirla: ogni qualvolta, orgogliosamente, battevo la mano sul petto, potevo farlo, potevo permettermelo. Ed è il gesto che faccio in questo momento a difesa di una dignità che non ha prezzo”.