Il sindaco Borja Valero torna a Firenze, amore toccato da whatsapp al veleno
Finì così, il 5 luglio, con i tifosi che si arrampicarono per Via Bolognese con l’ultimo tributo in gola. Lui, chiuso in casa con la famiglia e alcuni amici, nell’ultima serata fiorentina. La strada bloccata, tra cori e fumogeni, e il pianto dello spagnolo, che per un attimo disse “io rimango”. La trattativa, però, era ormai ultimata, dopo giorni di incomprensioni e tira e molla. La sua Fiorentina lo aveva messo alla porta: certo, l’Inter gli proponeva il doppio dell’ingaggio e ambizioni totalmente rinnovate a trentadue anni, ma l’amore che aveva sviluppano per il colore viola sin dal giorno in cui sbarcò nel ritiro di Moena era viscerale. Così come quello per Firenze, di Borja Valero.
NON C’È POSTO PER TE – Questo, più o meno, ciò che venne fatto capire al centrocampista. E un giorno, all’uscita dal centro sportivo, un tweet per ringraziare la società, che senza molti problemi aveva accantonato le sue necessità, quelle di partire, dopo che si era sentito di troppo. La vicenda spaccò l'ambiente, tra chi stava con lo spagnolo e chi invece lo attaccava per lo scarso amore dimostrato alla fine dei conti. Un legame che non si sfaldò, visti i risvolti della vicenda. Chiaro, ognuno fece la propria parte, ma Borja venne messo all’angolo e, nella squadra attuale, nonostante i limiti legati all’ingaggio percepito, tecnicamente sarebbe stato una linfa vitale.
INCORONAZIONE – Valero, per Firenze, era il ‘Sindaco’. Di questo titolo venne insignito da quello che era diventato il suo popolo, perché il capoluogo fiorentino lo aveva fatto innamorare e viceversa, grazie alla miriade di giocate e di prestazioni di livello. Era arrivato, insieme a Gonzalo Rodriguez, dal retrocesso Villarreal, quei colpi che alla Fiorentina sembrano non riuscire più, e si era conquistato tutto. Anche grazie alla simpatia, sua e della famiglia: popolare il video in cui, il figlio Alvaro, canta l’inno gigliato, oppure il loro modo di viversi la città, come due abitanti normali, come due turisti comuni.
RITORNO – Ieri sera, l’Inter è sbarcata a Firenze intorno alle 19: non una ‘prima volta’, visto che Borja è tornato diverse volte nella sua vecchia patria. Lo sarà, invece, il ritorno al ‘Franchi’, stasera, intorno alla stessa ora. Una giornata piena di emozioni, anche perché la Curva Fiesole prepara una sorpresa per omaggiarlo. L’addio – tra la vicenda dell’audio Whatsapp fino alle mille voci trapelate, oltre a quel rapporto positivo mai scattato con Corvino – ha macchiato una storia d’amore spontanea e istantanea: l’accoglienza sarà da re, non potrebbe essere altrimenti.
SFIDA DA EX – Adesso è il perno del centrocampo nerazzurro, un tempo era il faro di quello viola. Cicli e tempi diversi. Lui, con Matias Vecino, un altro dei tanti ex della gara, da Stefano Pioli fino a Cristiano Biraghi, Danilo D’Ambrosio e Tommaso Berni. Il ritorno del ‘Sindaco’, dopo la sua legislatura spagnoleggiante, che ha lasciato posto ad un altro tipo di calcio. Ma quando alzerà lo sguardo verso la Curva, capirà che quello sarà sempre un posto in cui tutti gli vorranno bene. Perché quella è la sua città.