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Il Real Madrid sfrutta 5' di blackout di un buon Napoli: Ancelotti si prende la rivincita
GIOCO REAL, GOL NAPOLI - I campioni d’Italia hanno segnato mentre stava giocando solo il Real. Precisiamo: giocare, per i madridisti, significa dare spettacolo. Palla-gol di Rodrygo dopo 6 minuti e paratona di Meret, occasione di Bellingham dopo 10', rovesciata di Rodrygo deviata in angolo dopo un quarto d’ora. Poi, al primo vero attacco del Napoli, il cross di Olivera è stato deviato in angolo. Dalla bandierina Zielinski, uscita a vuoto di Kepa, colpo di testa di Natan, traversa, colpo di testa di Østigård, sul piccolo Carvajal, gol.
QUEL FENOMENO DI BELLINGHAM - Ma come stava giocando prima di subire la rete, così ha continuato il Real, come se non fosse successo niente, con naturalezza, con calma, con la padronanza dei forti, di chi sa di essere superiore e vuole dimostrarlo, non ostentarlo. Qualità, non spocchia. Era un piacere guardare quei fenomeni in campo e su tutti Jude Bellingham, vent’anni compiuti da tre mesi. Ha intercettato un passaggio corto e lento di Di Lorenzo poco fuori area e ha lanciato Vinicius che ha piazzato la palla sul palo lontano dove Meret non poteva arrivare. Era solo l’antipasto. Sette minuti dopo, gol da manicomio dell’inglese che è partito palla al piede, ha evitato Anguissa, Lobotka e per ultimo Østigård in area napoletana, davanti a Meret il gesto più semplice, la palla dentro. Qualcuno dice che sia arrivato da Marte. No, troppo vicino alla Terra. Forse da Plutone.
ANCORA REAL - La squadra di Ancelotti non si è fermata e ha continuato a produrre occasioni da rete. Ma anche il Napoli è andato vicino al 2-2 con un colpo di testa di Osimhen respinto da Kepa. Il Napoli riusciva a ripartire con Politano e talvolta con Kvaratskhelia, ma in mezzo dominava il Real con Kroos, pur marcato a uomo da Anguissa, Valverde e soprattutto Bellingham che, da trequartista puro, cuciva, creava, rifiniva e concludeva. Quando Lobotka, geograficamente il più vicino al giovane inglese, incontra le difficoltà a manovrare come gli è capitato in questa partita, per il Napoli è un problema serio. La squadra di Garcia si opponeva con tutte le energie, ma nel palleggio, che pure è una prerogativa dei campioni d’Italia, prevaleva nettamente il Real. Al 45', i madridisti avevano raggiunto il 57 per cento di possesso palla, con 14 tiri a 9 e soprattutto col 94 per cento di passaggi riusciti. Di errori tecnici (se si esclude Kepa...) manco a parlarne.
SCENA RIBALTATA - Dagli spogliatoi è riemerso un Napoli ben diverso. Non ci stava a perdere così, da sottomesso. Il rigore con cui Zielinski ha riportato la sua squadra sul 2-2 è stato segnalato a Turpin dal suo collega Bisard al Var: in un contrasto con Osimhen, Nacho ha toccato la palla con la mano. Un rigore di questi tempi. Nemmeno il pareggio, raggiunto dopo 9', ha soddisfatto il Napoli che ha continuato ad attaccare, agevolato anche da un chiaro calo atletico del Real. Ancelotti ha provato con due cambi, Modric per Kroos e Mendy per Camavinga, ma il Napoli non ha mollato. Ora vinceva i duelli, i contrasti e sulle seconde palle arrivava per primo. Proprio tutta un’altra partita. Ma appena ha rallentato, appena ha lasciato che il Real mettesse il naso fuori dalla sua metà campo, è stato punito. Doppia palla-gol di Vinicius e Bellingham nella stessa azione e subito dopo una sassata da 25 metri di Valverde, deviata prima da Olivera, poi con un mano da Meret sulla traversa, la palla è schizzata sulla schiena del portiere ed è entrata in rete. Garcia ha tentato il grande colpo nel finale, era già entrato Raspadori al posto di Zielinski e ha messo dentro anche Simeone per Anguissa. E’ finita col Real assediato, ma con la vittoria volata a Madrid insieme al primo posto a punteggio pieno del girone. Per il Napoli molto si deciderà alla prossima a Berlino contro l’Union di Bonucci.