Il razzismo può costare Mondiali ed Europei: Gravina equilibrista, Tebas mette in crisi la Spagna
LA SPAGNA SOTTO ACCUSA - Prima ancora di Euro2032, che l'Italia sta cercando di farsi assegnare presentando anche un piano di ristrutturazione degli stadi, ci sono i Mondiali 2030, che seguiranno quelli centro-nordamericani del 2026. In pole position ci sarebbe la Spagna, che però è alle prese con un vero e proprio ciclone scatenato dalla stella del Real Madrid Vinicius Jr: il brasiliano, continuamente oggetto di ululati razzisti, ha sbottato e attaccato la RFEF e La Liga accusando le omologhe di FIGC e Serie A di menefreghismo in materia. Javier Tebas, numero uno della prima divisione iberica, ha contrattaccato battendo sull'assenza del brasiliano agli eventi organizzati per la sensibilizzazione, ma è scivolato sulla classica buccia di banana. Secondo il Times, la FIFA starebbe mettendo in discussione l'opportunità di far tornare la Coppa del Mondo dalle parti di Madrid dopo il 1982. Ecco allora che il presidente federale Luis Rubiales addirittura ha chiesto a Vinicius di ignorare il comportamento "irresponsabile" del suo collega. Non stupisce la frettolosa marcia indietro del criticatissimo Tebas: "Sono quasi certo che Vinicius vincerà il Pallone d'Oro, per me è sempre stato lui quello in grado di rimpiazzare Messi come stella del nostro campionato". Basterà? Con tutto che il problema non è tanto quello che dice Tebas, ma quello che urlano le persone a pochi metri dai campi di gioco.
L'ACCORTO GRAVINA - Il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, non ha pestato nessuna mina, ma ha dichiarato che il tema non è stato affrontato durante l'assemblea precedente la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Inter, mentre a difesa di Euro2032 si è erto Gabriele Gravina, a nome della FIGC, con la decisione senza precedenti di concedere la grazia all'attaccante dell'Inter Romelu Lukaku che era stato espulso in seguito al parapiglia di Torino dopo la rete su rigore alla Juventus e l'esultanza equivocata dall'arbitro. I movimenti calcistici nazionali hanno bisogno di grandi eventi per alimentare la propria crescita, e i grandi eventi richiedono buona pubblicità. Non c'è proprio posto per il razzismo, in un momento storico del genere.
L'ARABIA IN AGGUATO - Ed è proprio uno dei Paesi più criticati in assoluto per l'inclusività radente lo zero e i continui tentativi di sportwashing che si tiene pronto in caso di nuovi autogol di Spagna e Italia. Del resto, le rispettive supercoppe, spagnola e italiana, sono già appannaggio della Nazione saudita, in forme sempre più articolate, e la sensazione è che le ingenti quantità di denaro a disposizione del Medio Oriente siano sufficienti a fare del razzismo non solo un'odiosa piaga sociale, ma anche un perfetto ariete per scardinare le solide candidature dei paesi europei.