Il rap come il calcio: Cassano-Marracash, Balotelli-Emis Killa, Gattuso...
L’hip hop è della gente. I beat di Dj Kool Herc nascono con lo scopo di alimentare feste e far ballare. Oggi questo genere è primo in tutte le classifiche e vede muovere un flusso di denaro spropositato ma sarà sempre proprio della comunità perché non si può togliere la comunità da quei testi, che sono soprattutto rappresentazione della società. Anche nel rap, inoltre, la competizione ha un ruolo chiave, ognuno deve dimostrare di essere il migliore, ognuno deve ritagliarsi il proprio ruolo nel game. Nel freestyle, componente dell’hip hop, la parola chiave è improvvisazione; viene praticato ovunque (Parcheggi, locali, garage…) proprio come le partitelle di calcetto per strada.
Tutto ciò per dire che queste due realtà sono estremamente vicine da un punto di vista sociale, e per spiegarlo in maniera più chiara possibile saranno presentati diversi punti di vista strutturati su diversi personaggi delle due discipline.
Cassano – Marracash
Cassano cresce nel quartiere di Bari vecchia, vive un’infanzia non facile. Il padre abbandona lui e la madre, ed Antonio, lasciata la scuola, inizia a frequentare esponenti della malavita locale. Cose che possono succedere quando si nasce e si cresce in ambienti difficili. Marracash nasce a Nicosia (Sicilia) e cresce a Milano nel quartiere della Barona, anche lui non vive un’infanzia facile, in un contesto periferico dove bisogna avere personalità. Entrambi hanno saputo muoversi in situazioni scomode, si sono allenati, hanno vinto la loro sfida contro le difficoltà del quartiere ed hanno avuto successo. È proprio l’accezione popolare del calcio e del rap ad aver dato una possibilità a questi ragazzi e tantissimi altri come loro; hanno percorso una strada che ha ispirato tanti altri giovani che, seguendo i loro passi, hanno coltivato la stessa passione. Dalla gente, ma anche per la gente, e lo dimostrano le curve piene, colorate, dalle quali si sente un boato ad ogni occasione, lo dimostrano i ragazzi che al concerto arrivano tre ore prima per poter urlare a squarciagola dalle prime file sotto il palco.
Balotelli – Emis Killa
C’è chi la spocchia proprio non la sopporta, c’è chi vorrebbe ognuno zitto, composto ed al suo posto, e poi ci sono super Mario ed Emiliano. La loro non è cattiveria, è piuttosto l’irruenza della giovane età, alcune volte esagerata, che spesso, però, non viene capita. La massa mediatica la maggior parte delle volte non aiuta, condannando un ragazzo appena ventenne per sciocchezze normali considerando l’età ed il conto in banca. Nel rap come nel calcio serve autocelebrazione? Dipende dal carattere, ognuno risponde a modo suo alle difficoltà ed alle vittorie, ma, quando non portata all’eccesso, deve essere accettata. Emiliano in un brano dice: “La gente vocifera di ciò che ottengo, non considera il tempo che spendo”, l’autocelebrazione è una componente che ritroviamo spesso nei testi rap, ma, se sostenuta da duro lavoro ed intensi allenamenti, e quindi non è fine a sé stessa, non può essere criticata, ma anzi andrebbe capita.
Gattuso – Jake La Furia
Pressing asfissiante, tacchetti sulle caviglie, spallate, qualche spinta. C’è chi la partita la vive con più agonismo degli altri, chi quando scrive testi da sfogo a tutta la sua rabbia, “Killer dogo argentino dal tuo sub-woofer” si descrive Jake. Sia per il rapper milanese sia per Gattuso possono parlare le ferite degli avversari. L’attitudine è un altro pilastro fondamentale dell’hip hop, è il modo con cui ti poni verso il mondo, e se non ne hai significa che sei un individuo senza personalità. Determinazione e cattiveria (agonistica), sono le caratteristiche di due giocatori che raramente sono usciti dal campo senza aver dato fondo alle loro energie. Non importa come si vivano queste due realtà, se in uno stadio da centomila posti o in un parcheggio scarsamente illuminato, ad essere fondamentale è la passione che traspare dagli occhi di chi si è messo in gioco.
da Rapadvisor