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    Il PSG è di un altro pianeta, ma la Juve ha di che recriminare. Che papera di Donnarumma!

    Il PSG è di un altro pianeta, ma la Juve ha di che recriminare. Che papera di Donnarumma!

    • Gianni Visnadi
    Il Paris Saint Germain scatta e schiaccia la Juventus con Mbappé, che segna 2 gol nei primi 22 minuti, poi l’aspetta e la rimette in partita, complice un erroraccio di Donnarumma. Non soffre mai, va detto. Merita la vittoria non fosse altro che per il livello altissimo del suo calcio nel primo tempo, nonché per le occasioni sprecate nel secondo, eppure la Juventus ha di che recriminare, perché sull’1-2 Vlahovic ha il colpo di testa del pareggio, che in quel momento avrebbe il sapore dell’impresa e da cui chissà se il PSG avrebbe tratto o meno la forza per uscire dal torpore, in cui poco alla volta è precipitato, dopo tratti di altissimo spettacolo, scivolato via via nell’accademia.

    BREMER DISPERSO - Quasi un altro sport, diciamocelo. La Juventus parte con lo scopo palese di mettere pressione agli avversari: Kostic e Cuadrado alti, Miretti e Rabiot in mezzo, Milik e Vlahovic su chi comincia l’azione, scopo palese tenere il PSG lontano dalla propria area. Ci riescono per un paio di minuti, non di più. Perché già prima del gol che apre il tabellino, la musica è cambiata, con gli esterni bianconeri schiacciati al limite dell’area, dove resteranno sostanzialmente fino a quando Allegri non cambierà il modo di difendersi. Gol bellissimo, magica combinazione Mbappé-Neymar-Mbappé, con 4 bianconeri calamitati dal pallone nei piedi del brasiliano (assist con scavetto) e distratti sull’inserimento del bomber francese, vanamente rincorso dal disperso Bremer. Perin, subito vittima designata e incolpevole.

    COSE DELL’ALTRO MONDO - Prima del raddoppio, la Juventus ha con Milik (in sospetto fuorigioco, sarebbe intervenuto il Var) l’occasione del pareggio: colpo di testa su bel centro di Cuadrado, bravo Donnarumma, qui sicuramente reattivo. Il 2-0 è un’altra gemma nella notte parigina. Stavolta il triangolo e rasoterra e non volante, con Hakimi e non con Neymar, ma la velocità e la bellezza sono identiche. Applausi. Cose dell’altro altro mondo, o appunto di un altro sport. E anche che come noi è convinto che Leao sia un giocatore fuori dall’ordinario, sa che Mbappé non ha eguali al mondo e chissà mai quando li avrà.

    DIFESA DA 3 A 4 - Già sul finale del primo tempo, Allegri rinnega la scelta di partenza e arretra Cuadrado sulla linea dei difensori, con Danilo a sinistra. Bonucci capitano fuori corso, arriva in ritardo anche quando c’è da picchiare. Non così Bremer, che rifila un pestone a Mbappé, facendosi ammonire e accendendo una rissa, spenta dall’arbitro con sventolare di cartellini gialli. Ammonizione poco prima del riposo anche per Miretti, il più giovane titolare in Champions nella storia della Juventus (il più giovane in assoluto in Coppa Campioni è, pensa un po’, l’allora 18enne Stefano Pioli, nel 1984).

    DI NUOVO PAPERUMMA - Saranno l’età o l’avversario, sarà l’ammonizione o la necessità di provare qualcosa, ma nell’intervallo, Allegri cambia proprio Miretti, lanciando McKennie per un 4-4-2 ora classico, con Paredes e Rabiot in mezzo, l’americano e Kostic sulle fasce. E proprio da una combinazione dei due esterni, cross del serbo e testa di McKennie, la Juventus trova l’inatteso gol che dimezza lo svantaggio e riapre la partita. Da paura, l’uscita a vuoto di Donnarumma, all’ennesima dimostrazione in carriera che è sì forte, ma che per il momento c’è chi è più forte di lui, e non sono pochi.

    MBAPPE INGORDO - Prima e dopo il gol di McKennie, Mbappé ha un altro paio di occasioni da gol: nel primo caso pecca di puro egoismo, calciando anziché offrire una caramella già scartata a Neymar, nel secondo non finalizza dopo lo scambio mille all’ora Neymar-Messi, sempre loro, sempre nel vivo del gioco, di una squadra cui Galtier sta indubbiamente dando un altro volto. Non inganni l’ultima bolsa mezz’ora parigina, l’impressione è che la differenza l’abbiano fatti i nervi: tutti fuori quelli della Juve che annusava il pari dell’impresa, tutti dentro quelli del PSG, preoccupati solo di arrivare rapidamente in fondo. Mbappé è assolutamente il boss della squadra, pur con Messi che pare più inserito che non l’anno scorso, gli strappi di Neymar fanno male come sempre hanno fatto. Ma è nella fase difensiva che Galtier si gioca la differenza col passato.

    MILIK RISPARMIATOIl campo ha dimostrato come Allegri e non la squadra abbia sbagliato l’approccio alla partita, cambiando modulo difensivo, salvo tornare rapidamente sui suoi passi, quando il PSG era già avanti di 2 gol. Sia chiaro, è tutt’altro che certo che giocando da subito con la difesa a 4 sarebbe andata in altro modo, ma è dimostrato che la mossa studiata non s’è rivelata vincente e solo la “solita” Juve è rientrata in partita. Sorprendente ma non troppo la sostituzione di Milik con Locatelli a mezzo tempo dalla fine: il polacco si sta dimostrando utilissimo e Allegri l’aveva detto anche alla vigilia che non era questa la partita più importante.



    PSG-JUVENTUS 2-1, IL TABELLINO

    PSG (3-4-3): Donnarumma; Sergio Ramos, Marquinhos, Kimpembe; Hakimi (33' st Mukiele), Vitinha (33' st Danilo), Verratti (42' stRenato Sanches) , Nuno Mendes; Messi (39' st Soler), Mbappé, Neymar. A disp.: Navas, Rico, Fabian Ruiz, Bernat, Sarabia, Ekitike. All.: Galtier

    JUVENTUS(3-5-2): Perin; Bremer, Bonucci, Danilo; Cuadrado (28' st De Sciglio), Paredes, Rabiot (42' st Kean), Miretti (1' st McKennie), Kostic; Milik (23' st Locatelli), Vlahovic. A disp: Pinsoglio, Garofani, Alex Sandro, Gatti, Rugani, Fagioli, Soulé. All.: Allegri

    Arbitro: Taylor

    Marcatori: 5' Mbappé (P), 22' Mbappé (P), 8' st McKennie (J)

    Ammoniti: Ramos (P), Bremer, Miretti, Danilo (J)
     

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