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    Montella vede Alonso alla Chiellini

    Montella vede Alonso alla Chiellini

    • Luca Cellini

    Fin dall'inizio della sua carriera di tecnico Vincenzo Montella si è fatto conoscere per alcuni tratti distintivi che lo hanno fatto entrare innanzitutto nel cuore dei giocatori che ha allenato. Ancora oggi se andate a Roma e parlate con gli atleti che facevano parte quattro anni fa della squadra Giovanissimi giallorossa, e con i loro genitori, vi verranno decantate le doti di quest'ex bomber d'area, che però evidentemente con passione, intelligenza e sapienza calcistica, è riuscito a conquistare il rispetto e la dedizione di chi ha frequentato il suo spogliatoio, tante che è difficile, se non impossibile, trovare gente delusa dal classe '74 di Pomigliano d'Arco.

    Chi lo conosce bene come Luciano Spalletti racconta che fin dagli ultimi anni della sua carriera calcistica Montella raccogliesse appunti su tutti il lavoro che gli veniva richiesto durante gli allenamenti, passando ore intere sui libri di tattica, tanto da divenire poi uno delle eccellenze del supercorso di Coverciano, chiamato l'anno scorso fra l'altro a fare da maestro agli allievi che un giorno vorrebbero diventare allenatori di prima fascia in Italia ed in Europa.

    Uno dei segreti dell'ex guida anche di Roma prima squadra e Catania è indubbiamente il suo staff, famoso per essere numericamente importante e all'avanguardia rispetto al lavoro che viene svolto in larga parte del nostro paese e del continente. Proprio grazie all'aiuto di quest'ultimo Montella ogni stagione, parallelamente a ciò che fa svolgere sul campo alla rosa a sua disposizione, ama sperimentare ed in base alle caratteristiche dei suoi giocatori, cambia posizione ad alcuni da quella notoriamente conosciuta. Ad esempio è successo l'anno scorso con Jovetic, nato seconda punta e trasformato in punto di riferimento offensivo principale sul modello spagnolo del falso 'nueve'. E'accaduto con Ljajic, cresciuto nel Partizan Belgrado come trequartista e divenuto uno degli esterni sinistro offensivi più importanti della serie A ma si potrebbe citare anche Nenad Tomovic, assurto agli onori della cronaca come il terzino destro di una linea a quattro della Fiorentina che ha sfiorato la Champions League.

    Certo, per fare certi tipi di esperimenti, mai troppo azzardati (Montella non si sognerebbe mai di far giocare Repka centravanti come fece ai tempi di Firenze Fatih Terim, perché l'Imperatore voleva dare un segnale alla proprietà gigliata di assenza di punte nella sua rosa), serve anche una certa intelligenza calcistica del giocatore a cui vengono richieste nuove mansioni. Ad esempio è stato uno scherzo da ragazzi dire a Borja Valero che da interno di centrocampo si doveva trasformare in trequartista, con risultati subito eccellenti, vedi le prestazioni a Genova o contro il Pacos de Ferreira. Da tempo il tecnico gigliato sta lavorando su Mati Fernandez per far si che il cileno possa divenire un centrocampista completo tanto da essere impiegato in qualsivoglia posizione.

    Ma la scommessa più importante nei prossimi mesi l'Aereoplanino se la giocherà con Alonso. Infatti quest'ultimo, cui in questo momento mancano evidenti basi per svolgere correttamente il giusto lavoro difensivo per il campionato di serie A (tanto che lo spagnolo ex Bolton a sinistra non gioca mai in un 3-5-2 ma solo in una linea a quattro, con un punto di riferimento che gli sopravanza), Montella lo vede come terzo centrale difensivo, un po' sulla falsa riga della trasformazione che ha subito in carriera Giorgio Chiellini. Alonso, come il leader pisano della Juventus, ha gran fisico e capacità di corsa perpetua, che per il tecnico gigliato, se ben allenate, e aggiunte a  future capacità di possanza in area, ad esempio sulle palle inattive, facciano si che il classe '90 nativo di Madrid, possa divenire un autentico leader difensivo, come è già l'attuale  numero 3 di Juventus e Nazionale italiana.

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