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    Il precursore di Higuain alla Juve, l'altro Baggio e il simbolo del 5 maggio

    Il precursore di Higuain alla Juve, l'altro Baggio e il simbolo del 5 maggio

    • Cesare Bardaro
    Buon compleanno a 

    DANIELE DE ROSSI, 1983, centrocampista della Roma. Detto “Capitan Futuro” in quanto successore predestinato di Totti. Probabilmente, però, smetterà prima lui. E' alla Roma dal 2001. Quindi non è un giocatore “zingaro” (battutaccia)

    DINO BAGGIO, 1971, ex centrocampista di Torino, Inter, Juventus, Parma, Lazio, Blackburn, Ancona, Triestina, Tombolo. Non è parente di Roberto, ma ci ha giocato insieme nella Juve e in Nazionale. Ha smesso nel 2009. Nel 2006 Ha denunciato di esserse stato boicottato per essersi messo contro la GEA e la Juventus della Triade: «Io avevo denunciato in modo plateale quello che tutti sapevano, cioè che gli arbitri stavano dalla parte della Juventus, e mi sono beccato 6 giornate di squalifica, 200 milioni di lire di multa dalla mia società (il Parma, ndr) e la sospensione per due partite dalle convocazioni in Nazionale. Fatto sta che poi, in Nazionale, non sono mai più stato convocato. Ed ero un titolare, sia ben chiaro». L'episodio a cui si riferisce risale al 9 gennaio 2000. Lui giocava con la maglia del Parma contro la Juventus: nel secondo tempo fu protagonista di un duro intervento su Zambrotta che l'arbitro sanzionò con il cartellino rosso. Baggio ebbe una reazione nervosa e, prima di uscire dal campo, mimò a Farina il gesto dei soldi, strofinando il pollice e l'indice della mano destra. “Da quel momento sono cominciati i miei guai. Avvertivo che attorno a me si faceva il vuoto. Il Parma mi cedette alla Lazio, nell'autunno del 2000, e là giocai pochissimo, perché in campo ci andavano soltanto gli uomini della Gea. Pensate che, fino al momento di quel gesto, ero un titolare della Nazionale in procinto di partecipare all'Europeo del 2000, e poi non venni mai più preso in considerazione. Ho disputato soltanto altre 66 gare in serie A, dal novembre 2000 al 2005: a me pare molto strano. Avevo avuto il coraggio di gridare quello che pensavo. Quando si giocava contro la Juve si sapeva che si partiva con l'handicap. E adesso, a sei anni di distanza, tutto sta venendo a galla. P. ersi la nazionale.   Nizzola e Zoff mi dissero che avrei saltato due partite e invece non fui più chiamato Ero un titolare. E vado oltre: perché alla Lazio non trovai spazio?  La Gea piazzava i suoi giocatori e imponeva agli allenatori di mandarli in campo. Sono stato trattato malissimo dalla Lazio". 

    GIANFRANCO BEDIN, 1945, ex mediano di Inter, Sampdoria, Varese, Livorno, Rondinella. Fu il numer 4 dell'Inter di Herrera  vinse tre scudetti, una Coppa Campioni e una Intercontinentale. 
    "Ho marcato Pelé, in due occasioni contro il Santos. Nei derby prendevo Rivera. Nella finale di Coppa Campioni ’65, contro il Benfica, mi appiccicai a Eusebio, che però era una punta. Pigliai Netzer contro il Borussia a San Siro, non nel 7-1 della lattina in testa a Boninsegna. Contro la Juve tallonavo Haller. Ne ho seguiti di fenomeni. Il più grande? Pelé. Fuori concorso. Uno che faceva sparire la palla così non l’ho più affrontato. In quelle due partite più di una volta mi chiesi: "Vabbé, mi ha saltato, ma il pallone dov’è?". In Italia il numero uno era Gianni Rivera" 
    “Noi si veniva dalla miseria e il calcio era l’unica maniera per uscire dai ghetti. A San Donà abitavo in una baraccopoli, "Mauthausen" la chiamavano. Se pioveva, il tetto non bastava, ci voleva l’ombrello. Io da ragazzo andavo a fare il cottimista nella fabbrica delle carrozzine: più ruote montavo e più soldi portavo a casa. Il calcio era l’unica possibilità di fuga. Dalle mie parti sono venuti fuori tanti giocatori. Cereser e Salvori, per dirne due cresciuti con me. Negli oratori si giocava fino all’esaurimento, spesso a piedi scalzi per non rovinare l’unico paio di scarpe che ci serviva per andare in giro. Oggi i ragazzi vanno alle scuole calcio, hanno playstation e cellulare. Diverse motivazioni, altre opzioni. Noi eravamo posseduti da una feroce voglia di arrivare. Io i miei numeri "dieci" li avrei inseguiti ovunque: al bagno, a casa". 

    JOSE ALTAFINI, 1938, ex attaccante brasiliano di origine italiana. Ha giocato sia nella nazionale carioca (anche al mondiale vinto del 1958) che in quella italiana (mondiali 1962) In Italia ha indossato le maglie di Milan, Napoli (dove faceva coppia con Sivori) e Juventus, dove entrava dalla panchina e spesso segnava. In Brasile lo chiamavano Mazzola o Mazola per la sua somiglianza con Valentino Mazzola. Come commentatore televisivo ha introdotto in Italia il termine golaço , a cui i Gialappi replicarono con Gollonzo. I tifosi partenopei, dopo un suo gol in Juve Napoli del 1974-75 lo ribattezzarono “Core 'ngrato”. “Sono contento perché Higuain mi sostituirà presto: ora sarà lui ‘core `ngrato’ e non io, Quando andai via da Napoli nessuno mi aveva chiesto di restare: non mi hanno trattenuto. Mi volevano cinque squadre e io scelsi la Juventus, che giocava la Coppa dei Campioni. E hanno cominciato a chiamarmi ‘core ´ngrato? quando segnai un gol contro il Napoli. Per Higuain è diverso: è stato lasciato libero di decidere, e lui ha scelto di andare alla Juve” 
    Ha vinto 2 scudetti col Milan (1958-59 e 1961-62) e 2 con la Juve (1972-73 e 1974-75) e la Coppa dei Campioni 1962-63 coi rossoneri. Nel 1961-62 fu capocannoniere con 22 gol
    Ha inciso anche due 45 giri. Questo è del 1967: 


    Al Milan l'allenatore Gipo Viani,lo pedinava: quando lo beccò in un night milanese, il rapporto divenne invivibile. Altafini si nascose dietro un divanetto, Viani andò via e da allora lo chiamò "Coniglio", ferendolo nell'orgoglio.

    CLAUDIO ONOFRI, 1952, ex difensore di Torino, Pro Vercelli, Montevarchi, Clodiasottomarina, Avellino, Genoa,  Catania e San Fruttuoso. Col Genoa ha giocato 215 partite in totale e ne è stato il capitano “una tifosa me l'aveva predetto. Giocavo nel Montevarchi, ero in treno e una signora della Nord mi disse: 'Diventerai capitano del Genoa'. Aveva ragione". 
    A Catania fu squalificato per otto giornate a seguito delle vementi proteste contro la terna arbitrale il 16 marzo 1986 nella trasferta persa per 2-0 contro il Vicenza 

    ALBERTO ORZAN, 1931 (secondo alcuni sarebbe però nato il 24 dicembre) ex centromediano di Udinese e Fiorentina Detto Tarzan. Smise nel 1963. Tra i protagonisti del primo scudetto viola nel 1955-56

    Buon compleanno anche a

    FERNANDO TISSONE, 1986, Mediano argentino, svincolato dall'1 luglio. Ex di Udinese, Atalanta, Sampdoria, Mallaga
    MIRKO PIERI, 1978, ex difensore di  Grosseto, Perugia, Udinese, Sampdoria, Livorno. Ritiratosi nel 2012
    JOHAN MICAUD, Ex centrocampista francese di Cannes, Bordeaux, PARMA, Werder Brema
    VRATISLAV GRESKO, 1977, ex difensore slovacco ritiratosi nel 2015. In Italia ha giocato con Inter e Parma. Aveva giocato anche nell'INTER Bratislava

    FABIO MAZZEO, 1983, ala sinistra del Benevento
    ARMANDO ANASTASIO, 1996, terzino sinistro del Napoli
    MARCELLO SERENI, 1996. terzino sinistro del Sassuolo

    Il 24 luglio era nato anche 

    ARNALDO NEBBIA, 1906- 1965, attaccante del Casale, Alessandra, Atalanta, Perugia, Catania. Giocò poco, perché quando era impiegato, la partita veniva quasi sempre sospesa

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