Il post del giorno: 'Barzagli, uomo da seconda pagina'
Esistono ancora. Quelli che non vedi mai sui giornali per notizie extra calcistiche, quelli che hanno il 7 in pagella ogni domenica ma non occupano mai le notizie di cronaca rosa, quelli che non vanno davanti ai microfoni col capello ben pettinato, gli addominali tirati a lucido, quelli che non mostrano tatuaggi ma sono "normali" in un mondo che di normale ha ormai poco... Quelli che non si chiamano con le sigle, non hanno l'hashtag sui social, non provocano ma pensano solo a giocare, ad annullare l'avversario in tutti i 95 minuti.
Quelli che sono i migliori al mondo ma non hanno i riccioli, non vengono pagati 60 milioni di euro, non hanno la faccia da Real Madrid, non hanno la velina a fianco.
In A a 22 anni, ottimo difensore di squadre medie ripagato dalla convocazione al Mondiale con tanto di presenza da titolare, complici infortuni e squalifiche. Uno dei 23 nomi che resteranno per sempre nel calcio italiano, ma non fa eco, non è protagonista, non ha il 10. Eppure c'era.
Andato in Germania, vince il campionato contro il Bayern, guida la difesa in due campionati da titolarissimo. Poi cala, non piace più, gioca un po' meno e allora cessione a gennaio.
A 30 anni, in una Juve sempre più piccola dopo il ritorno in A.
TItolare perché non c'è alternativa, chi storce il naso, chi si accontenta di un acquisto da mezzo milione di euro.
Giocatore senza infamia e senza lode... gennaio 2011.
Eppure nasce qualcosa, un feeling con la maglia, con i tifosi, con la società. Si riparte da lui, titolare sempre di più. Senza Champions, con Antonio Conte al timone, la Juve vola anche grazie a...CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE