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    Il piano di Allegri dura 15': così la Juve ha annullato i suoi centrocampisti

    Il piano di Allegri dura 15': così la Juve ha annullato i suoi centrocampisti

    • Luca Bedogni
    "Questa tra le due era la partita meno importante". Terminato il posticipo, Allegri ha sminuito così la prestazione del Napoli, con un mix di cinismo e pragmatismo, e un pizzico di orgoglio, forse per bilanciare l’umiltà esibita dai suoi in gara. Era stata impostata in questo modo dagli juventini o i partenopei sono stati superiori? E’ finita 1-1, ma la Juventus ha tirato una sola volta in porta. Sarri, dal canto suo, ha detto che proprio questa è stata "una cosa non comune per il campionato italiano": vedere i bianconeri chiusi nella propria metà campo, in sofferenza. Ognuno porta acqua al suo mulino, naturalmente, ma la ragione, come quasi sempre, sta da entrambe le parti. Allegri doveva gestire infortuni, nazionali e i prossimi incontri fondamentali, così ha preferito schierare una squadra molto bloccata, per non dire rinunciataria, che in partenza ha saputo essere molto coperta. Infatti ha scelto Lemina esterno, quando poteva giocarsi la carta Dani Alves, sempre nell’ottica di preservare Cuadrado, rientrato a Torino soltanto giovedì sera. Se il modulo era lo stesso, però, il solito 4-2-3-1 di fronte al solito 4-3-3 di Sarri, gli interpreti bianconeri no: Marchisio in mediana, Pjanic trequartista e appunto Lemina esterno destro. Quest’ultima mossa in particolare ha destato il nostro interesse. Perché? 

    L’idea di Allegri era quella di intasare la zona centrale del campo, davanti alla propria difesa. Per fare questo, occorreva che tra centrocampista centrale ed esterno passasse forse forse una mosca, mai e poi mai il pallone. Nel primo quarto d’ora, questo accorgimento ha funzionato alla perfezione. Soprattutto Marchisio e Lemina stavano strettissimi, che quasi si potevan dar la mano. La consegna era quella di oscurare Hamsik tra le linee, o Insigne, a seconda del momento. Ecco ad inizio partita una situazione tipica sul centro sinistra.

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    Con questa densità, per Marchisio è un gioco da ragazzi intercettare la forzatura di Insigne.

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    Qui sotto troviamo invece una diagonale molto ben fatta da Lemina. Va su Hamsik, consapevole che, sul cambio di gioco di Allan per Insigne, uscirà tranquillamente Lichtsteiner. Da questa immagine appare chiaro anche il compito di Pjanic nella fase difensiva: Jorginho è roba sua. Inoltre fanno riflettere le posizioni dei due interni, Marchisio e Khedira, che cercano di coprire le linee di passaggio piuttosto che marcare a uomo gli attaccanti alle loro spalle. 

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    Finiti quei primi 15’ tuttavia, la Juventus comincia a concedere qualcosa. Iniziano a passare tra le linee i primi palloni, proprio tra esterno e interno di centrocampo. Analizziamo ad esempio questa imbucata di Hamsik per Mertens, sugli sviluppi della quale nascerà una conclusione in porta da dentro l’area. Mandzukic, non al meglio della condizione, e sorpreso più di una volta da Hysaj, rimane largo per un eccesso di pigrizia o stanchezza. Si apre così un varco per Mertens tra lui e Khedira, dal momento che Pjanic, trequartista, non riesce a scalare per tempo.   


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    Nella ripresa, è invece il lato destro della Juve a cedere un po’ di più. Lo spazio tra Lemina e Marchisio inizia a dilatarsi in maniera preoccupante, creando problemi alla squadra di Allegri. Tant’è vero che Cuadrado si stava già riscaldando, ancora prima del gol del pareggio. La costanza del Napoli nel palleggio ha fiaccato il centrocampo bianconero: Albiol trova Hamsik con grande facilità. Da questa azione arriva il gol annullato a Callejon, sul tiro di Mertens. Un brutto campanello.

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    Infine il gol dello slovacco, molto simile a quello visto in Coppa Italia nella partita di andata contro la Juventus. La difesa bianconera allora era a 3, ieri sera a 4, eppure il risultato è stato il medesimo. "Loro ti muovono apposta, per giocare la palla dentro", ha commentato Allegri, riguardando l’azione a Sky nel dopo-partita. Poi si è soffermato sull’uscita di Marchisio, che a suo dire, avrebbe dovuto rimanere in posizione. Bloccato, per evitare di concedere il passaggio di Jorginho.

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    Ma qui anche Pjanic è in leggero ritardo. A tutto questo si aggiunge l’uscita fuori tempo di Bonucci, beffato dall’uno/due di prima chiesto da Hamsik a Mertens.

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    In questi casi un difensore dovrebbe cercare di fare un fallo tattico, una piccola ostruzione. Oppure temporeggiare, per poi seguire l’uomo, senza provare l’anticipo a tutti i costi. Ma anche i migliori sbagliano, specialmente contro questo Napoli.      

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