Il peso dei centrocampisti e un'Atalanta mai così fragile: ecco perché Allegri pensa di nuovo al tridente
Il dubbio amletico che Massimiliano Allegri si porterà dietro fino all'immediatezza della partita contro l'Atalanta riguarderà la possibilità o meno di rilanciare dal primo minuto il tridente pesante composto da Dybala, Vlahovic e Morata. Una scelta che ha pagato eccome in occasione della vittoria nell'ultimo turno contro il Verona - inaugurata dalla prima prodezza in bianconero del serbo - e che si è rivelata decisiva anche nel quarto di finale di Coppa Italia contro il Sassuolo di giovedì, quando l'ingresso dello spagnolo dalla panchina ha fatto definitivamente saltare il banco. In sede di presentazione, il tecnico livornese ha parlato apertamente di scontro diretto per la Champions e questo potrebbe indirizzare le sue scelte per la sfida del Gewiss Stadium.
IL PESO DEL CENTROCAMPO - Innanzitutto perché le alternative non sono molte o non convincono in toto, con Bernardeschi ancora fuori, Kean a corto di condizione e Cuadrado non brillantissimo in occasione dell'ultima uscita contro i neroverdi; il piano di Allegri di insistere sulle ultime prove di formazione svolte durante la rifinitura risponde ad una logica di disporre da subito delle sue armi migliori dal punto di vista offensivo, con l'opzione di correggere e riequilibrare all'occorrenza l'assetto di squadra a gara in corso attraverso i cambi. Se tridente puro sarà, l'allenatore bianconero potrà motivare questa decisione certamente coraggiosa anche con l'ottimo momento di condizione psico-fisica attraversato dai propri centrocampisti, capaci di sostenere il peso di una linea avanzata così spregiudicata ma anche di appoggiare all'occorrenza le iniziative offensive. L'ottimo impatto di Zakaria, la brillantezza atletica di due giocatori come Locatelli e McKennie e la possibilità di rilanciare in una mediana a tre due giocatori sin qui poco appariscenti come Arthur e Rabiot sono segnali importanti in tal senso.
ATALANTA FRAGILE - C'è poi da considerare il momento di condizione del proprio avversario. Non capitava da diverso tempo di vedere un'Atalanta così in difficoltà e così esposta alle intemperie: la doppia batosta interna contro Cagliari e Fiorentina (in coppa) ha mostrato una fragilità acuita dalle assenze certe di Musso e Palomino contro la Juve, oltre a quella di Zapata in attacco, giocatore che con la sua fisicità e la predisposizione al sacrificio dava una grande mano alla fase di non possesso dei nerazzurri. A livello di pressione - pur dovendo recuperare ancora la gara col Torino - chi non può sbagliare al Gewiss è proprio la formazione di Gasperini, a secco di vittorie nel suo stadio addirittura dal 30 novembre scorso: anche un pareggio consentirebbe ad Allegri e ai suoi di restare davanti in classifica e di mantenere il quarto posto, costringendo dunque l'avversario a rischiare qualcosa di più. La condizione ideale per mettere a dura prova l'uno contro uno a tutto campo che dell'Atalanta è il vero marchio di fabbrica, con un tridente che inizia a fare paura a tutti quanti.
IL PESO DEL CENTROCAMPO - Innanzitutto perché le alternative non sono molte o non convincono in toto, con Bernardeschi ancora fuori, Kean a corto di condizione e Cuadrado non brillantissimo in occasione dell'ultima uscita contro i neroverdi; il piano di Allegri di insistere sulle ultime prove di formazione svolte durante la rifinitura risponde ad una logica di disporre da subito delle sue armi migliori dal punto di vista offensivo, con l'opzione di correggere e riequilibrare all'occorrenza l'assetto di squadra a gara in corso attraverso i cambi. Se tridente puro sarà, l'allenatore bianconero potrà motivare questa decisione certamente coraggiosa anche con l'ottimo momento di condizione psico-fisica attraversato dai propri centrocampisti, capaci di sostenere il peso di una linea avanzata così spregiudicata ma anche di appoggiare all'occorrenza le iniziative offensive. L'ottimo impatto di Zakaria, la brillantezza atletica di due giocatori come Locatelli e McKennie e la possibilità di rilanciare in una mediana a tre due giocatori sin qui poco appariscenti come Arthur e Rabiot sono segnali importanti in tal senso.
ATALANTA FRAGILE - C'è poi da considerare il momento di condizione del proprio avversario. Non capitava da diverso tempo di vedere un'Atalanta così in difficoltà e così esposta alle intemperie: la doppia batosta interna contro Cagliari e Fiorentina (in coppa) ha mostrato una fragilità acuita dalle assenze certe di Musso e Palomino contro la Juve, oltre a quella di Zapata in attacco, giocatore che con la sua fisicità e la predisposizione al sacrificio dava una grande mano alla fase di non possesso dei nerazzurri. A livello di pressione - pur dovendo recuperare ancora la gara col Torino - chi non può sbagliare al Gewiss è proprio la formazione di Gasperini, a secco di vittorie nel suo stadio addirittura dal 30 novembre scorso: anche un pareggio consentirebbe ad Allegri e ai suoi di restare davanti in classifica e di mantenere il quarto posto, costringendo dunque l'avversario a rischiare qualcosa di più. La condizione ideale per mettere a dura prova l'uno contro uno a tutto campo che dell'Atalanta è il vero marchio di fabbrica, con un tridente che inizia a fare paura a tutti quanti.