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    Milan, il nuovo 'vestito' di Ibra: così può essere l'arma-scudetto di Pioli

    Milan, il nuovo 'vestito' di Ibra: così può essere l'arma-scudetto di Pioli

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    La chiave di lettura sta tutta in una dichiarazione. "Normalmente, a 40 anni sei a casa tua. Ti accendi un sigaro e ripensi con soddisfazione alla carriera che hai fatto. Ma io non sono ancora pronto per fumarmi il sigaro". A gennaio, Zlatan Ibrahimovic aveva parlato così in un'intervista rilasciata a France Football. Occhi al futuro, con il presente in primo piano. Nelle ultime settimane qualcosa si è mosso. Nella testa e non solo. 

    IL "NUOVO" IBRA - Lo svedese ha cambiato prospettive durante la stagione, toccata da qualche acciacco di troppo che ha messo di fronte alla realtà. Ibra ha capito che il tempo passa per tutti, ma che può essere una risorsa preziosa per la causa rossonera anche fuori dal campo. Non necessariamente nell'undici titolare e soprattutto non per forza per novanta minuti. Cambiano i tempi, nuove riflessioni. Qualche anno fa, Zlatan non avrebbe accettato nemmeno di sedersi in panchina se non al top. Ora invece, complice l'età (ha compiuto 40 anni lo scorso 3 ottobre) e un obiettivo come lo scudetto che sembrerebbe raggiungibile a otto giornate dal termine, c'è tempo per qualche riflessione in più. Il tecnico rossonero Stefano Pioli avrà bisogno di tutte le risorse possibili nella volata finale e lo ha ribadito anche nella conferenza stampa di stamattina: "Dovrà aiutare la squadra per dare il massimo, come ha sempre fatto". 

    UNA RISORSA PER IL RUSH FINALE - Il tecnico rossonero sa che per la volata finale avrà bisogno della squadra al completo, di tutte le energie focalizzate sull'obiettivo comune. E un fuoriclasse come Ibra fa comodo sempre. Per alternarsi a Giroud e guidare l'attacco, o anche solo per un quarto d'ora in chiusura di partita. Per una giocata, per difendere palloni scottanti e far salire la squadra, per dare sicurezza ai più giovani compagni. Questione di esperienza. È il nuovo ruolo di Ibra, quello della maturità. Ora l'imperativo è gestirsi per esserci. Anche in panchina. Al servizio del Diavolo, per riportarlo in paradiso. Come promesso all'inizio della seconda esperienza in rossonero. 

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