Il nuovo Palermo:| La chiave è la serenità
Qualcosa è cambiato. Da oggi il nuovo-vecchio Palermo di Sannino muoverà i primi veri passi. E lo farà in punta di piedi. Senza quei proclami, quell'enfasi che avevano segnato l'inizio dei giochi negli ultimi anni. Appena tre stagioni fa Zenga cominciò la sua avventura in rosanero dichiarando che il suo obiettivo era lo scudetto. Se oggi Sannino dicesse una cosa del genere verrebbe immediatamente internato in una casa di cura per malattie mentali. E la nuova realtà sembra essere stata colta da tutto il management rosanero che prudentemente non parla di Champions, Europa o cose del genere. Rendendosi conto che le incognite di questo organico sono molte e che la concorrenza è agguerrita.
La prudenza ovviamente non esclude che il Palermo possa disputare una buona stagione, tante volte squadre modeste hanno compiuto grandi imprese, se ben guidate, animate dallo spirito giusto e messe nella condizione di lavorare al meglio. In mancanza di campioni di primissimo piano il Palermo dovrà trovare nuove risorse, all'interno del gruppo e con l'impegno di chi gli vuole davvero bene. Dovrà trovare risorse mentali e caratteriali, che si forgiano giorno per giorno attraverso positivi metodi di lavoro, attraverso la consapevolezza del proprio valore, senza pretendere tutto e subito, compiacendosi dei successi e accettando senza facili processi le possibili difficoltà. L'esperienza della passata stagione deve fare da guida: una squadra discreta benché priva di pedine importanti (Ilicic ed Hernandez) rischiò di retrocedere a causa della confusione e dei pasticci nella gestione tecnica e organizzativa. Tre allenatori, tre direttori sportivi, uno spogliatoio per mesi interi abbandonato a se stesso.
Tutto questo il Palermo oggi non se lo può permettere. Ha perso il perno della difesa (Silvestre), Miccoli ha un anno in più, Migliaccio e Balzaretti sono travagliati da dubbi e tentazioni; questa squadra - con Dybala e Rios la valutazione sarebbe identica - ha bisogno fortemente di una condizione nuova per trovare identità ed equilibrio, dunque per essere competitiva. Condizione che chiamiamo serenità. E non oggi, perché a luglio è facilissimo, ma nel corso dell'intera stagione. Una condizione stabile e non effimera, uno stato d'animo che consenta a Sannino di provare e riprovare il suo calcio senza il timore della critica (con la libertà di sbagliare e di cambiare) e a ogni rosanero di vestire la propria maglia con l'orgoglio di appartenere a un club con le idee chiare.
(Giornale di Sicilia)