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  • Il nuovo Palermo City punta la Serie A, ma spunta il rebus Europa

    Il nuovo Palermo City punta la Serie A, ma spunta il rebus Europa

    • Roberto Ecca
    E’ notizia di poche settimane fa l’ingresso del Palermo nella galassia del City Football Group, la holding controllata dal fondo Abu Dhabi United Group, proprietaria, tra le altre, del Manchester City. In città c’è fermento per un futuro che si prospetta carico di aspettative, e soprattutto, con l’obiettivo promozione in Serie A che riempie i pensieri dei tifosi. Ma se da una parte la buona notizia dell’arrivo di nuovi investitori ha portato tanta fiducia nell’ambiente, dall’altra c’è un’importante questione da valutare: quella riguardante un’ipotetica partecipazione futura dei rosanero nelle coppe europee. Le regole UEFA, infatti, sono severe per quanto riguarda le “multiproprietà”. Vediamo nel dettaglio.

    MULTIPROPRIETA’ – L’articolo numero 5 del regolamento UEFA, al comma 1 recita in sintesi: “per garantire l’integrità delle competizioni, nessun club che partecipa ad una competizione UEFA per club può, direttamente o indirettamente, essere socio, detenere titoli e azioni, o avere qualsiasi potere nella gestione di qualsiasi altro club che partecipa ad una competizione UEFA”. Ma, secondo quanto riferisce il sito Calcio&Finanza, quello che interessa davvero al Palermo e ai suoi tifosi, è il comma 4 del famoso articolo numero 5, e cioè che, “questo articolo non è applicabile se uno dei casi elencati al paragrafo 5.01 si verifica tra un club qualificato alla fase ai gironi della Champions League e uno qualificato a qualsiasi fase della Conference League”. In sintesi, se il Manchester City prenderà parte alle prossime edizioni della Champions League, per il Palermo le porte dell’Europa non sarebbero precluse del tutto, ma potrebbe partecipare solo alla Conference League, manifestazione che in nessun caso si incrocia con la Champions League. Tutto ciò a patto che le altre due squadre europee controllate dal City Group, il Girona e il Troyes, non si qualifichino per nessuna manifestazione UEFA. Ovviamente il problema non si porrebbe se il fondo dello sceicco Mansour decidesse di vendere la società Palermo, così da venir meno l’influenza descritta dal massimo organismo calcistico europeo nel suo articolo. Ipotesi remota, al momento.
    Insomma, un intreccio di situazioni.

    IL PRECEDENTE – Salisburgo e Lipsia, entrambi controllate dal colosso Red Bull, nel 2017 furono al centro di un’indagine per capire se ci potessero essere delle violazioni della regola in questione. Alla fine, si dimostrò che l’azienda di bevande energetiche aveva diminuito la sua sfera d’influenza sul Salisburgo, e molti dirigenti, che gravitavano in orbita Red Bull, furono rimossi dall’organigramma della squadra austriaca, così da poter giustificare il tutto. Eppure, se oggi andiamo a vedere chi è il proprietario della squadra, emerge solo un nome: Red Bull. Vicenda intricata, e dopo il via libera da parte dell’UEFA, Lipsia e Salisburgo arrivarono persino a sfidarsi in Europa League, nella stagione 2018-2019.

    PRIMA LA SERIE A – In qualsiasi caso, il problema coppe europee sarebbe da prendere in considerazione, nella migliore delle ipotesi, dalla stagione 2024-2025: adesso c’è da pensare al prossimo campionato di Serie B, che sarà probabilmente quello con più squadre attrezzate per la promozione degli ultimi anni: Cagliari, Genoa, Venezia, Bari, Brescia, Pisa, Como e Benevento daranno filo da torcere ai rosanero. Per pensare all’Europa c’è tempo.

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