Il nuovo Cassano a CM: 'Fantantonio, il no della Juve e il Cittadella: è la rivincita su chi mi ha bocciato'
I continui paragoni e confronti con l'altro Cassano sono un bene o rischiano di diventare un aspetto negativo?
"Ormai ci sono abituato, non ci faccio neanche più caso. Li fanno da quando ero piccolo, per me è un onore essere accostato a lui".
Sei arrivato in Serie B a suon di gol e assist.
"Nell'Under 15 del Bisceglie ho segnato 20 gol e siamo arrivati alla finale scudetto col Padova, quello è stato il momento della svolta che poi mi ha portato alla Roma".
Estate 2018.
"Due anni e mezzo prima avevo già fatto un provino. La risposta era stata la stessa che mi avevano dato tutti: 'Tecnicamente sei bravo, ma troppo piccolo fisicamente'. Con questa frase mi avevano bocciato tanti club, ma non ho mai mollato. Né io né la Roma, che ha continuato a seguirmi e poi mi ha preso. E per me è stata una prima vittoria".
Chi ti aveva rimandato a casa dopo un provino?
"Molte società, tra le quali la Juventus. Ma è stato uno stimolo per andare avanti e curare ancora di più l'aspetto fisico. Ancora oggi, oltre agli allenamenti standard, faccio palestra e quando torno a casa vado a correre sul lungomare Pietro Mennea".
Con la vista sul mare è tutto più facile.
"Decisamente. Su quel lungomare poi c'è tanto da correre, è l'ideale per tenermi in forma. Inoltre, quando scendo in Puglia non c'è volta che non mi alleni nel capannone del mio agente, Francesco Zotti, per continuare a mettere massa muscolare".
C'è chi sostiene che nel calcio il fisico sia fondamentale per arrivare in alto.
"No, non la penso così. Sono i calciatori piccoli di statura che inventano giocate e creano occasioni pericolose, non è giusto pensare che il fisico faccia tutto".
Idolo da piccolo?
"Un altro piccolo come me, Leo Messi. Non mi perdo un highlights delle sue partite. Quando ero a Roma capitava spesso di allenarmi la mattina e rimanere a guardare partite la sera. Molti miei compagni mi proponevano di uscire a fare un giro a fare un giro, ma credo che per andare avanti servano anche sacrifici".
E' vero che ti ha cercato anche l'Inter?
"Sapevo di un loro interesse quando ero in giallorosso, però non ho voluto ascoltare nessuna proposta perché la mia priorità era rimanere a Roma. Puntavo all'esordio, anche se alla fine non è mai arrivato".
E' un rimpianto?
"Era un sogno, ma di rimpianti non ne ho perché ho sempre dato tutto. La società ha fatto altre scelte dicendomi che in prima squadra non avrei trovato spazio, puntavano su altri giocatori e oggi sono contento del percorso che sto facendo".
Ma c’è mai stato un momento in cui pensavi potessi esordire? "Sì, quando sono stato convocato per la trasferta di Europa League contro il Betis Siviglia. Per le prestazioni con la Primavera e come avevo lavorato in settimana credevo potesse arrivare il debutto, diciamo che anche il risultato in bilico fino all'ultimo non ha aiutato (la partita è finita 1-1, ndr)".
Quella è stata la prima convocazione.
"Già immaginavo mi mettesse tra i convocati perché avevo fatto la rifinitura, di solito chi fa quel tipo di lavoro poi viene inserito nella lista. Infatti, un'ora prima della fine dell'allenamento arrivò la notizia".
Chi è stato il primo giocatore ad avvicinarsi?
"Nello spogliatoio parlavo molto con Spinazzola perché ha parenti di Barletta. Mi ha dato qualche consiglio sui movimenti da fare se Mourinho mi avesse schierato esterno nel centrocampo a cinque, dovevo essere pronto a tutto".
Il 5 ottobre 2020 fai il primo allenamento tra i grandi, con tanto di post su Instragram: che emozione è stata?
"Bellissimo. Inaspettato. Avevo appena iniziato l'allenamento con l'Under 18 quando un dirigente della prima squadra mi disse di andare nell'altro campo. Tra i grandi. Io sono corso velocissimo e mi sono ritrovato davanti Juan Jesus che mi fece subito una battuta".
Cioè?
"Ridendo mi chiese se fossi come l'altro Cassano, Antonio. Io gli ho risposto 'magari', chiaramente a livello calcistico. La persona non la giudico perché non la conosco".
Come stai vivendo la prima stagione tra i professionisti?
"Al Cittadella sento tanta fiducia: da parte dell'allenatore, del direttore sportivo e anche del presidente. Mister Gorini mi ha sempre dato spazio, mi schiera trequartista dicendo di fare quello che voglio: posso inventare, puntare l'uomo... gioco molto libero. Sono convinto che questa sia la scelta migliore che potessi fare. E vuoi sapere una cosa?".
Dimmi.
"Il primo gol tra i professionisti è arrivato di testa. la giusta risposta per tutte le volte in cui mi hanno detto che ero troppo piccolo".
Raccontaci il gol.
"Branca mi passa il pallone sull'esterno sinistro, io allargo per Giraudo che crossa; un difensore respinge male in area, arrivo in corsa e di testa faccio un pallonetto al portiere da posizione defilata. E' stato il gol vittoria contro il Lecco, minuto 89. Un sogno".
Come hai festeggiato?
"Sono andato a mangiare fuori con zii e cugini. I miei genitori erano a casa davanti alla tv, quando ho segnato hanno fatto un urlo che l'ha sentito tutto il palazzo".
Qualche settimana prima hai giocato a Bari sfiorando il primo gol tra i professionisti al San Nicola.
"Sarebbe stato un gol speciale, purtroppo ho preso il palo. Era un turno infrasettimanale, non ho avuto neanche tanto tempo per prepararla. Allo stadio c'erano circa 20mila spettatori dei quali almeno una ventina invitati da me: amici, parenti, fidanzata... Dopo la partita mi sono arrivate tantissime foto di amici che non sapevo fossero lì".
Hai mai pensato a cosa sarebbe successo se fosse entrato quel tiro?
"Probabilmente sarei scoppiato a pinagere, segnare il primo gol da pro a Bari sarebbe stato fantastico".
E sarebbero scattati subito nuovi paragoni con Antonio.
"Tanto subito dopo la partita c'è stato qualcuno che mi ha paragonato comunque a lui".
Due gol nelle ultime due partite, hai già offerto la cena ai compagni?
"Ancora no, ma l'ho promesso. Anzi, dovrò offrirne due".
Piatto preferito?
"Riso, patate e cozze. Ma non mi chiedete di farlo, non sono molto bravo in cucina; diciamo che sopravvivo preparando cose semplici. La cucina pugliese invece un po' mi manca, sono sempre stato abituato a mangiare cibi di mare".
Calcio in tv?
"Sì, lo sguardo spesso. Soprattutto la Serie A, la partita più bella quest'anno è stato il derby Inter-Milan. Fuori dall'Italia mi capita di vedere il Brighton di De Zerbi, mi piacciono le squadre che giocano senza buttare il pallone".
Prossimo obiettivo?
"La convocazione in Under 21. Ci sto lavorando, sarebbe una bella vetrina. Speriamo possa arrivare già al prossimo giro...".
@francGuerrieri