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  • Il nome di Vialli usato per presunta beneficenza? Scoppia il caso, la famiglia: 'Non abbiamo autorizzato nessuno'

    Il nome di Vialli usato per presunta beneficenza? Scoppia il caso, la famiglia: 'Non abbiamo autorizzato nessuno'

    • Lorenzo Montaldo
    Il nome di Gianluca Vialli ha creato e continua a creare un'ondata di solidarietà e beneficienza davvero importanti. L'indimenticabile bomber di Sampdoria e Juventus, insomma, continua a segnare anche ora. Purtroppo però emergono anche alcune vicende poco chiare, che alimentano polemiche e interrogativi sfruttando l'immagine di uno dei personaggi più amati della storia del calcio. E così, anche una partita che si presenta, almeno sulla carta, come un evento benefico può avere delle zone d'ombra.

    Ad occuparsi della vicenda è stata la giornalista Selvaggia Lucarelli, che ha innescato la polemica. L'iniziativa in questione, invece, è quella in programma domenica 10 settembre al Granillo di Reggio Calabria, intitolata proprio "The Legend Gianluca Vialli 9", con la presenza di parecchi ex calciatori e personaggi di primo piano. A scatenere la discussione sono stati i poco chiari fini dell'ente, l'incasso pressoché nullo e il pagamento agli ospiti.

    "Mi imbatto in questo evento che si dichiara benefico (una partita di calcio a Reggio Calabria) e che utilizza il volto di Vialli. Patrocinio del comune di Reggio, sostegno dell’Arcidiocesi, organizzato da “La Nazionale Azzurri” di Alessandro Arena (un musicista)  con la collaborazione di Nicola Elia Alvaro, agente sportivo" ha scritto la giornalista sul suo profilo Facebook. "Aderiscono tantissime persone tra calciatori e vip vari. Il comunicato stampa parla di Candela, Pippo Inzaghi, Giuseppe SCULLI, Pardo, Petrelli, Facchinetti, Materazzi e così via. (Pardo e Facchinetti mi dicono che alla luce delle cose sapute non andranno). L’evento è rilanciato da una società di scommesse sportive.  Ma cos’è questa associazione Nazionale azzurri? A guardare il sito un’accozzaglia di cose. Un’organizzazione no profit che organizza partite a scopo benefico per un progetto destinato a bambini con autismo , WE OUT. Poche informazioni, dicono di voler costruire una struttura ricreativa, appunto,  per bambini con autismo. Sul sito della Gazzetta c’è un articolo di un anno fa che racconta come tale struttura sarà operativa a Roma a fine 2022. Al momento non esiste alcuna struttura. Il sito no profit (!) raccoglie anche donazioni e cinque per mille, ma vende pure viaggi ai Caraibi. E già qui…

    Tra gli sponsor una concessionaria d’auto di Catanzaro. Chiamo amici di Vialli, nessuno sa nulla. Chiamo l’ufficio stampa del sito, che è la moglie dell’organizzatore Alessandro Arena. Si chiama Pamela Antonio Luna. Sono le 11,50 del mattino. Quando sente chi sono: “Perché m’hai chiamato a me? Io non parlo mai coi giornalisti”. Le spiego che sulla sua bio c’è scritto “ufficio stampa di Nazionale azzurri”.  Allora replica: “Sì ma lei mi sta chiamando a mezzogiorno, io a mezzogiorno sto con mio figlio autistico”. Le spiego che sono le 11,54 e che è un orario di lavoro. Le chiedo se esistono bilanci dell’organizzazione e che progetto starebbe finanziando chi dona. Risponde che hanno fatto tre eventi (partite) ma che prima servono i soldi. Le spiego che prima serve un progetto. Al che mi dice che hanno avuto tanti appuntamenti con politici, sindaci e personaggi famosi e “sta pregando Dio per prendere una decisione finale” sulla città o regione dove sarà. Dico che sulla gazzetta c’è scritto che la struttura esiste già a Roma. No, non esiste, dice, ma Roma le piacerebbe tanto. 

    Chiedo chi siano i politici e personaggi che hanno incontrato. “Lo dirà mio marito, è andato al comune, ha parlato con tante associazioni. Ma noi siamo a Monza quindi stiamo valutando perché non è che possiamo spostarci con facilità”. Segue un delirio, si innervosisce.  “Lei parla di soldi come se chissà che stiamo raccogliendo! C’è un contabile, non pubblichiamo bilanci perché non siamo obbligati a farlo. Comunque mica sto chiedendo la carità, sto offrendo uno spettacolo, mica vado col cesto a chiedere elemosina. Ogni personaggio di questi che chiamo serve 150 000 euro per farlo venire”. Al che salto dalla sedia. Paga ospiti e calciatori che giocano per beneficenza? 
    “Lei mi vuole istigare, io ho studiato il mestiere che lei fa, con me non riesce!”. 
    “Non ho bisogno di spiegare questo progetto. Noi come famiglia sappiamo quello che viviamo. Il problema è che l’italiano è così invidioso che quando vede che altre persone che fanno del bene si accaniscono per stronzate mentre l’Italia cade a pezzi.
    Ribadisco che vorrei che facessero vedere il progetto visto che chiedono soldi e pure il 5 per mille. Che ci sono poche righe e nessun aggiornamento.  Al che mi dice che mi richiamerà suo marito tra un’oretta, lui ha la conferenza stampa dell’evento.  Al momento non mi ha chiamata nessuno.  Mi dicono che anche nel comune di Arzignano, dopo la partita, qualcuno avesse chiesto chiarimenti sulla destinazione dei fondi". 

    La vicenda è proseguita con una telefonata dell'organizzatore alla stessa Lucarelli, e una successiva querela da parte dello stesso. A scendere in campo poco fa è stata la stessa famiglia Vialli, che espresso con una nota la sua posizione: "Visto il proliferare di raccolte fondi, la famiglia Viali non ha dato l’autorizzazione a utilizzare il nome di Gianluca a nessuno, ad eccezione di Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus". Poche parole decise e nette, che non lasciano spazio ad interpretazioni.

     

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