Il no di Pato, il teatrino di Kakà: Galliani e Berlusconi, c'eravamo tanto amati
Telenovela Pato, un giorno dopo. Eì il momento delle riflessioni, delle analisi, delle nuove ipotesi. Partendo da una certezza: il no del Papero al Paris Saint-Germain. Quel comunicato stampa apparso sul sito ufficiale ieri alle 16.32 sembra un dejà vu nella storia del Milan, diverso nei modi ma non nei fatti. Le immagini sono più chiare se riavvolgiamo il nastro di tre anni, alla notte del 19 gennaio 2009. Un altro brasiliano, Kakà, fece il dietrofront proprio quando mancava la firma sul contratto con il Manchester City. Era tutto fatto, ma la scelta cambiò dopo una telefonata con presidente Berlusconi. Di fatto, quello che è successo ieri per Pato. "Ha deciso con il cuore" disse il numero uno rossonero tre anni fa, parole molto simili a quelle pronunciate ieri dal Papero "Il Milan è la mia casa. Ringrazio il Presidente Berlusconi, la Società e tifosi che hanno sempre creduto in me".
Con Kakà Berlusconi riuscì a passare per salvatore della patria, esattamente come con Pato, anche se il suo intervento è stato meno diretto, meno mediatico. Due scelte che hanno costretto Galliani a due figuracce, che potrebbero non essere le ultime. Quello che è successo ieri ha dell'incredibile, con l'ad rossonero volato in Inghilterra per chiudere l'affare Tevez e bloccato proprio al fotofinish, esattamente come tre anni fa (chissà cosa deve aver pensato il Manchester City, penalizzato in etrambe le occasioni). Che non ci sia più intesa tra Berlusconi e Galliani? L'uomo mercato del Milan negli ultimi anni ha fatto gli straordinari per rinforzare la rosa, con un budget limitato, inferiore a quello degli altri club europei, e spesso si è trovato ad avere i bastoni tra le ruote. Esattamente quanto successo ieri.