Il narcos 'Nazza' Calajò e l'assalto alle curve di Inter e Milan. Le Minacce a Boiocchi e Lucci: 'Gli taglio la testa a San Siro' e 'Vado a sparargli'
LA PROCURA SI È MOSSA - In questi giorni la Procura di Milano ha chiuso le indagini su sette piazze di spaccio finalizzando le accuse verso 90 indagati, tra cui il figlio e il nipote del Calajò. Il Nazza è stato invece fermato per associazione finalizzata al traffico di droga, in un fascicolo parallelo coordinato sempre dai pm Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco. Oltre a lui sono stati arrestati i suoi più fidati collaboratori fra cui Massimiliano Mazzanti detto “spara spara”.
L'ASSALTO ALL'INTER - Nei fascicoli dell'inchiesta emerge come Calajò avesse fatto pressione sui reggenti della Curva Nord interista e da qui nacquero i rapporti tesi con Boiocchi. Nelle intercettazioni emergono minacce pesanti verso Boiocchi: “Adesso studio il modo che gli taglio la testa senza pagarla (...) a questo infame (…), lo sequestriamo, lo anestetizziamo, lo portiamo nell’orto e lo sotterriamo”, e verso l’attuale capo della Nord Andrea Beretta: “Vado a San Siro e gli (Boiocchi, ndr) taglio la testa (…), paga pure Beretta (…) anzi rimane vivo e gli dico: portami due milioni domani (...) se no (…) fai la stessa fine tu (…) perché sei un infame tu e tutti quelli della curva (...). Siete una massa di (...) voi dell’inter (…) siete vivi per miracolo”.
HA PROGETTATO L'OMICIDIO DEI CAPI ULTRÀ DEL MILAN - Ma il Nazza aveva progettato di mettere le mani anche sulla curva Sud quella del Milan. Era arrivato al punto di progettare l’omicidio di Daniele Cataldo, uomo di fiducia del capo curva Luca Lucci, già condannato in Appello per traffico di droga. All'epoca dei fatti il controllo sulla Sud era oggetto di contesa tra Lucci e Giancarlo Lombardi e qui interviene prima Calajò: "Ti dico la verità (…) vado a sparare prima a Giancarlo e poi a Cataldo" e poi il figlio: "Datemi l’indirizzo lo faccio, mi metto il casco integrale e me lo faccio a Cataldo (…). Gli sparo in faccia”.