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Il Napoli vola aiutato dall'arbitro, ma perché Albiol non ha fatto l'attaccante?
Hanno segnato Mertens al 13’ e Jorginho (su rigore) al 69’. Hanno sbagliato Callejon (di testa, all’inizio), Insigne (girata in controtempo su assist di Allan nella ripresa) e, soprattutto, Milik (sostituto di Mertens) che da due passi, e con il suo piede prediletto, ha mancato la deviazione facile-facile su invito di Callejon. Eravamo quasi alla fine e sarebbe stato il 3-0, la certezza virtuale per il Napoli del passaggio del turno.
Una spinta, non richiesta e non necessaria, è venuta anche dall’arbitro, il disastroso Marciniak di Roma-Porto dell’anno scorso. A dieci minuti dalla fine, infatti, ha espulso prima Koziello per un contrasto, al massimo da giallo, su Zielinski (entrato per Hamsik) e, subito dopo, Plea, già ammonito, per proteste. A quel punto, all’allenatore del Nizza, Favre, non è rimasto che giocare con un ermetico 4-4-0 che, a mio giudizio, avrebbe preteso più coraggio da parte di Sarri e dei napoletani. C’erano ancora quindici minuti da giocare (cinque di recupero oltre il tempo regolamentare) e l’opzione preferita dal Napoli, quella dell’uno-due palla a terra, con uno contro uno sulle fasce, sarebbe stata raccomandabile. Bisognava mantenere la freddezza, pur nella necessità di fare presto. Ma il Nizza non ne aveva più e bisognava approfittarne.
Non censuro Sarri per il cambio che ha fatto (Rog per Allan), non aveva altri attaccanti. Discuto la strategia. Perché, per esempio, non far giocare alti Koulibaly o Albiol, da secondo centravanti? Se lo avesse fatto, l’allenatore del Napoli non avrebbe di certo intaccato la purezza del suo gioco, ma provato una soluzione in più che può apparire improvvisata solo a chi non è mai stato in panchina. Da van Gaal a Mourinho ad Ancelotti, sono molti gli allenatori che hanno finito le partite bisognose di un gol con un difensore a fare il centravanti aggiunto.
Scrivo questo perché il Napoli, preso dalla fregola della terza rete, ha fraseggiato meno che in precedenza e ha avuto la tentazione di alzare la palla. Certo, se Milik avesse realizzato quel gol elementare, ora saremmo a scigliere inni di lode. Ma anche così - cioé con il 2-0 e con una prestazione confortante sia sul piano fisico, sia per intensità e ritmo - non ci si può lamentare.
Nonostante il caldo agostano, la partita è stata buona e il Napoli attivo fin dai primni minuti. Bene il pressing, continuo fino alla fine, benissimo l’attacco della profondità. Il Nizza, schierato con un 3-5-2, ha tenuto coraggiosamente molto alta la linea dei difensori. E dietro di loro, in particolare alle spalle di Dante, i napoletani sono andati a cercare Mertens. Paradigmatico il primo gol con il belga, rapido ad artigliare un lancio di Insigne, saltare il portiere e depositare in rete in maniera rapinosa.
Il Napoli ha concesso poco. Però la fase difensiva non è piaciuta in almeno due circostanze (centrali che non escono, centrocampisti che rincorrono). E’ accaduto, prima con Koziello, servito da Jallet, che ha messo fuori in diagonale. E poi con Saint Maximin, in ripartenza solitaria, che ha tirato a lato. Contro una squadra diversa dal Nizza, probabilmente il Napoli avrebbe pagato dazio. Un monito per migliorare quando la palla è gestita dagli avversari.
Il Napoli, invece, è stato spettacolare quando si è trattato di attaccare. Prima dell’intervallo, un’occasione l’ha avuta Insigne (plastica deviazione del portiere Cardinale). Poi, nella ripresa, ancora una conclusione di Mertens non trattenuta; una grande azione con assit da destra per Mertens (fuori di pochissimo), una traversa di Souquet (ma nella sua porta) su cross dfi Hysaj. Infine il rigore procurato sempre da Mertens. Il fallo c’è, ma probabilmente è fuori dall’area. Ma se anche fossimo in presenza di un mezzo regalino, il Napoli l’ha meritato. Qualificazione quasi raggiunta, il resto - tra poco - è campionato.