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Il Napoli tra scaramanzia e cabala: gli 'indizi' per lo scudetto e il primo allarme
Il nuovo anno inizia male per il Napoli. Primo ko della campionato, a San Siro, contro l'Inter che è una diretta concorrente per i piani alti. Ieri gli azzurri hanno messo in campo la peggior prestazione della stagione, una sola conclusione nello specchio della porta è troppo poco per quella che è stata la squadra più entusiasmante fino a novembre. Qualche segnale era arrivato nelle ultime amichevoli e alla fine c'è stato anche un seguito, proprio ieri al rientro in campo. Una condizione, sia fisica che mentale, che deve far riflettere però allo stesso tempo non deve preoccupare eccessivamente perché il Napoli resta primo in classifica e può continuare a inseguire il titolo che un intero popolo aspetta da 33 anni.
SCARAMANZIA - Napoli è la città delle superstizioni, è praticamente una tradizione. Anche per questo ieri il presidente De Laurentiis ha deciso di non essere a San Siro: in questa stagione non ha mai seguito la squadra in trasferta (eccetto che all'Olimpico). Se ai piedi del Vesuvio spesso la scaramanzia aiuta, c'è un doppio dato che può essere un grande assist. Infatti, in entrambe le occasioni in cui ha vinto lo scudetto, il Napoli ha perso la prima partita al rientro dalla pausa invernale. Accadeva il 4 gennaio 1987, primo ko in campionato nel 3-1 contro la Fiorentina , e il 30 dicembre 1989, primo ko del campionato nel 3-0 contro la Lazio. In entrambi i casi, come è noto, il Napoli riuscì a portare a casa lo scudetto. Tanti incroci, così come il solito accostamento che si fa con l'Argentina, che nel 1986 vinse il Mondiale e l'anno successivo il Napoli il tricolore. L'Albiceleste ora è nuovamente sul tetto del mondo, a Di Lorenzo e i suoi compagni "basterà" essere sul tetto d'Italia al termine della stagione.
TOCCA AI BIG - Scaramanzia a parte, va analizzato cosa non è andato in campo. O meglio, chi non ha reso come ci si aspettava. Troppe insufficienze in un Napoli complessivamente al di sotto delle sue possibilità. A partire dal reparto offensivo, dove ci si aspettava qualcosa in più dagli spunti di Kvaratskhelia e da Osimhen, che non è riuscito a vincere quasi mai un duello. Se l'attacco non va, il centrocampo non accompagna a dovere: Anguissa si è spento troppo presto e Zielinski si è rivelato insolitamente impreciso. Carenze anche nel reparto difensivo, con Rrahmani che è rientrato malissimo dall'infortunio, sbandando più volte, Kim si è dimostrato troppo frettoloso in marcatura e Di Lorenzo ha sofferto le discese di Dimarco. Così non va, serve resettare. E bisogna ripartire dai big che hanno saputo rendersi grandi protagonisti nella prima parte di stagione. Nonostante il passo falso resta un +5 sul Milan che insegue, ora di nuovo in carreggiata per proseguire nel sogno scudetto, già tra tre giorni contro la Samp.