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Un tempo per rinascere, Napoli in paradiso dopo più di due mesi. La scossa Gattuso funziona
ESPERIMENTO FALLITO - Però, a cominciare subito forte è la squadra di De Zerbi che difende alto, che ha buon possesso e che schiaccia il Napoli ben sotto la trequarti. Napoli che soffre soprattutto Duncan e non solo perché il ghanese è assai ispirato. No, il Napoli soffre soprattutto la sua posizione. De Zerbi, infatti, stavolta lo piazza al centro dei tre alle spalle di Caputo e riportato praticamente trequartista con Traoré largo a sinistra, Duncan fa quello che vuole. Sfugge ad ogni marcatura e così è sempre l’uomo in più alle spalle dei mediani e davanti alla difesa azzurra. Quindi non è un caso che già subito in avvio il Napoli rischi un paio di volte, salvato prima da Mario Rui (1’) che di testa salva sulla riga negando il gol-lampo a Locatelli e poi da Meret che s’allunga proprio su un sinistro di Duncan. Insomma, basta niente, bastano pochi minuti per capire che l’esperimento di Fabiàn Ruiz mediano basso e centrale non è una grande idea manco questa volta. Manco questa volta perché questa soluzione l’aveva già provata Ancelotti, con i risultati che si sanno. E non bastasse, il Napoli che Gattuso prova a tirar su, conferma invece tutte le sue mollezze. Tutte le sue fragilità. E’ lo stesso Napoli mortificato in casa anche dal Parma, quello che prova a chiudere l’anno con una prestazione un po’ più dignitosa, ma la fatica è troppo grande e, soprattutto, il ritmo è quello delle marce basse rispetto ad un Sassuolo più scattante, atleticamente assai più preparato.
LO SVANTAGGIO - D’accordo, dopo un quarto d’ora le cose vanno un poco meglio. Ma forse solo perché il Sassuolo allenta la pressione. Cosicché il Napoli ne approfitta per farsi vedere anche più avanti. Ma la cosa gli riesce una volta solo. Quando (19’) Manolas, su palla da corner, gira di testa appena sopra la traversa. Al di là di questo non c’è altro. Cosicché il Sassuolo a poco a poco, magari con meno frenesia e ragionando meglio, riprende in mano la partita. E la governa. E la domina. E la disegna come vuole, sfiorando il gol con Caputo (26’) appena in ritardo su un cross di Duncan - manco a dirlo - e poi passando in vantaggio con Traoré: solito cross da sinistra, concorso di colpa Mario Rui-Meret e gol facile facile del ventenne ivoriano che ringrazia. Logico, il vantaggio. Giusto. Non tanto per la capacità d’arrivare chissà quante volte al tiro della squadra di De Zerbi, quanto per il controllo che ha della partita. E se sul finire del tempo (43’) Traoré non fa un’altra volta gol è solo perché Meret sa riscattarsi. Si capisce da come guarda la panchina che Gattuso vorrebbe far qualcosa per cambiare il corso addormentato della partita azzurra, ma quando il match riprende resiste ancora alla tentazione di cambiarne subito due o tre. Anche perché è obbligato immediatamente a togliere Luperto, incidentato, e a dare spazio a Hysaj che fa il terzino destro, mentre Di Lorenzo deve andare al centro a far coppia con Manolas. Comunque sia, il Napoli, sembra un po’ più in pace con se stesso in questo secondo tempo. Tant’è che Pegolo deve salvarsi con i piedi dopo una buffa scivolata per salvarsi su un tocco più malizioso che forte del capitano azzurro, e appena dopo (50’) il Napoli può addirittura imprecare per un rigore negato a Hysaj, abbracciatissimo da Locatelli al momento di staccare a due metri dalla riga.
ASSALTO - Sì, c’è più Napoli, adesso. E là davanti c’è più Milik. Proprio lui, infatti, (56’) di testa chiama Pegolo alla parata e sempre lui giusto un minuto dopo favorisce il gol di Allan. Infatti, il Napoli, più sveglio e determinato di quello visto nel primo tempo riesce a pareggiare: suggerimento a sinistra, velo di Milik e Allan con gesto da centravanti vero si libera di Peluso e non perdona. Perdona, invece, dieci minuti dopo, quando si fa recuperare da Romagna a tre metri dalla porta. In bilico, a questo punto, partita e risultato, con gli allenatori che provano a cambiare un po’ le cose. De Zerbi, chissà mai perché, toglie il migliore dei suoi, Duncan, per far posto a Djuricic, mentre Gattuso richiama uno dei peggiori dei suoi, Fabiàn Ruiz, per puntare, forse, sulla freschezza di Elmas in mezzo al campo. E in verità è il Napoli che gode un po’ di più del cambio. Sarà pure un caso (ma lo è?), però senza Fabiàn e con Allan rimesso al centro davanti alla difesa la squadra sembra trovare più d’equilibrio. Di sicuro riesce a non farsi più schiacciare dal Sassuolo. E recuperato campo, spazio e fiducia soprattutto, la squadra va a caccia di quel successo che potrebbe voler dire fine della crisi. E allora, (75’) Pegolo deve frenare alla grande Callejon; poi, (78’) è la traversa a dire no allo spagnolo e sulla ribattuta è Locatelli a negare il punto a Insigne, con Mertens che conclude fuori di testa da due passi. Sì, a questo punto in campo c’è una squadra sola. Il Sassuolo fa fatica a trovare gli spazi e le distanze e va sotto (80’) quando Callejon segna di testa. Ma non esulta lo spagnolo. Aspetta il Var e il Var, per un fuorigioco, il gol glielo nega immediatamente.
IL PARADISO - Niente da fare? E invece no. Perché proprio alla fine del recupero (94’) su palla dall’angolo, tocca Di Lorenzo e Elmas in agguato sul secondo palo, tocca di testa e manda il Napoli diritto in paradiso (anche se poi la Lega assegnerà autogol a Obiang). Non vinceva dal diciannove ottobre, il Napoli. E in questi due mesi: un crollo in classifica, un ammutinamento e un allenatore nuovo. Ha voltato pagina, ora, con Gattuso? E’ presto per dirlo, ma intanto un passo avanti l’ha fatto di sicuro.
IL TABELLINO
Sassuolo-Napoli 1-2 (primo tempo 1-0)
Marcatori: 29' Traoré (S), 57' Allan (N), 94' aut. Obiang (N)
Assist: Locatelli, Zielinski.
Sassuolo (4-2-3-1): Pegolo; Muldur, Marlon (51' Romagna), Peluso, Kyriakopoulos; Obiang, Locatelli; Duncan (64' Djuricic), Traore, Boga (82' Magnanelli); Caputo.
Napoli (4-3-3): Meret, Di Lorenzo, Manolas, Luperto (46' Hysaj), Mario Rui, Fabian (70' Elmas), Allan, Zielinski, Callejon, Milik (77' Mertens), Insigne.
Arbitro: Chiffi di Padova.
Ammoniti: Traoré, Locatelli (S); Mario Rui, Elmas (N).