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Il Napoli prima domina, poi ringrazia gli errori clamorosi del Barcellona: Spalletti felice, col pareggio vede gli ottavi
Diversi eppure per certi versi uguali, il Barça e il Napoli. Almeno nei principi: ricerca del possesso, rigore tattico, palleggio che guarda sempre avanti. Un po’ si specchiano, Spalletti e Xavi, uniti anche da un’altra cosa: il timore di scoprirsi e di beccare gol. Almeno così sembra, visto pure il passo lento col quale cominciano la gara. Gara che offre qualche novità. Xavi, infatti, dopo trenta e passa partite di fila fa respirare Busquets preferendogli Nico Fernandez in mezzo al campo, mentre tutta nuova è la prima linea uscita dal mercato di gennaio, con Aubameyang in campo per la prima volta dall’inizio. Chiara e ovvia l’intenzione: va bene la prudenza dal centrocampo in giù, ma è là davanti che il tre del devono pensare a dare certezze in coppa al Barcellona. Perché se è vero che l’Europa League il Barça abituato alla Champions la guarda con la puzza al naso, è vero pure che stavolta è l’unico trofeo al quale può puntare.
Dall’altra parte, dalla parte azzurra, la sorpresa abita a sinistra. In basso. Fuori Mario Rui e scartato anche Ghoulam, Spalletti lucida infatti Jesus per frenare la corsa e la prepotenza fisica di Traoré. Per il resto Napoli è quello delle previsioni, compreso Osimhen, al quale il ginocchio malandato offre un’importante tregua. Scelte che raccontano bene l’intenzione azzurra di provare a fare risultato su quello che una volta era una trappola complicata da scansare, ma che oggi non fa più tantissima paura. Insomma, Barcellona o no, Camp Nou oppure no, se la vuol giocare, il Napoli. E se la gioca.
Certo, correndo qualche rischio, ma pure questo era già nel conto. L’inizio, infatti, è tutto spagnolo. Complice, forse, i centrali azzurri - Rrahmani soprattutto – troppo preoccupati e presi dalle chiusure esterne, Pedri, poi Nico, infine Abaumeyang s’infilano pericolosamente in quel buco al centro e arrivano al tiro con troppa faciltià. Ma per fortuna del Napoli, Pedri spreca, Nico si fa parare il destro da Meret e il centravanti appena arrivato dall’Arsenal spara il destro a lato. Di poco, ma a lato. Il Napoli ringrazia e si riposiziona. Vero, Fabian ha più d’un problema serio nelle uscite e rischia; certo, Insigne si perde nei raddoppi e poco partecipa al ricamo, ma il Napoli è in agguato. E alla prima ripartenza seria Zielinski mette in moto Osimhen sulla distanza lunga e ci deve pensare ter Stegen a tenere vergine la porta. Napoli in crescita? Beh, in verità è Ferran Torres (28’) a mangiarsi un gol grande quanto tutto il campo, ma sul cambio di palla è il Napoli a farsi bello: Elmas (29’) lavora un gran bel pallone a destra e pesca Zielinski sulla corsa: sinistro e ter Stegen para, ma sulla respinta è lesto Zielinski che col destro non perdona.
Proprio così: Napoli in vantaggio e Nou Camp al completo (73.525 spettatori) che s’ammutolisce. E quel mutismo esalta l’urlo di gioia dei cinquemila e passa napoletani esaltati dal vantaggio.
Napoli su e Barcellona giù. Che non è più il Barcellona d’una volta, ma che sulla targhetta della porta sempre quel nome ha. E poi, così come l’aveva studiata e preparata, il Napoli la partita se la sta giocando. Con intelligenza, saggezza tattica, attenzione e limitando i rischi dopo quell’avvio invero un po’ sventato.
Mezza partita se ne va così. L’altra metà comincia col Barcellona che prova a raddrizzare il risultato. Due giovanottini lo rianimano: Pedri e Nico. Le due mezze ali. Diciannove anni il primo e venti l’altro, ma già talento e personalità da fare invidia. Il Napoli perde metri e spesso pure il pallone, ma è il prezzo che deve pagare, forse, al gran correre sino a quel momento. Comunque sia, sì avvicina troppo a Meret, il Barcellona. E dagli e ridagli, su un cross da destra di Traoré, Juan Jesus sfiora il pallone con l’indice e il medio della mano mancina. Non vede niente l’arbitro pure perché forse c’è poco da vedere, ma per il signori del Var non è così. Vista al microscopio la carezza c’è e l’arbitro non ha il coraggio di affermare che non è determinante. Punisce il braccio largo di Jesus e dal dischetto (58’) Ferran Torres segna con tranquillità.
E sulla scia del pari ritrovato, Xavi ora prova pure a vincerla la gara: fuori Nico, Traoré e De Jong e dentro il diciassettenne Gavi, il fischiatissimo Dembele e il vecchio Busquets. Dovrebbe guadagnarne in freschezza e velocità, il Barcellona, ma in verità non si vede tanto. Però Spalletti è preoccupato. E replica con Ounas al posto di Insigne nella speranza di qualche invenzione o feroce ripartenza. Anche se ora è in mezzo al campo che il Napoli ha qualche sofferenza, visto che proprio là il Barca ha portato forze fresche. Chiaro, la partita si trasferisce anche in panchina. Mosse e contromosse. E tra l’80’ e l’81’ Mertens per Osimhen, Marcuit per Anguissa infortunato, Mario Rui per Elmas e, soprattutto, Demme per Zielinski da una parte e Dest per Minguez dall’altra. Chiaro: il Napoli si copre con un cinque-quattro-uno per portare il pari a casa puntando negli ultimi minuti su difesa e contropiede, mentre il Barcellona con Ferran Torres a due minuti dalla fine si mangia un altro gol di esagerate dimensioni. E il Napoli ringrazia.
IL TABELLINO
BARCELLONA-NAPOLI 1-1
RETI: 29' Zielinski (N); 58' Ferran Torres (B, rig.).
BARCELLONA: Ter Stegen; Piqué, Adama Traore (64' Dembele), Nico (64' Gavi), Pedri, Jordi Alba, Ferran Torres, F. De Jong (64' Busquets), O. Mingueza (81' Dest), Eric, Aubameyang (85' L. De Jong). A disposizione: Neto, Tenas; Braithwaite, de Jong, Puig. All.: Xavi.
NAPOLI: Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly, Juan Jesus; Anguissa (84' Malcuit), Ruiz, Elmas (84' Rui), Zielinski (79' Demme), Insigne (71' Ounas), Osimhen (79' Mertens). A disposizione: Ospina, Idasiak; Ghoulam, Petagna, Zanoli. All.: Spalletti.
Arbitro: Kovacs.
NOTE: Ammoniti 38' Anguissa (N); 70' Ruiz (N); 90' Meret (N).