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  • Il Napoli è la vera stella della Champions, lezione di calcio all'Ajax. E ora perché non sognare in grande?

    Il Napoli è la vera stella della Champions, lezione di calcio all'Ajax. E ora perché non sognare in grande?

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    Ha un nome la stella della Champions. Si chiama Napoli e non può essere altrimenti. Dopo aver dato quattro gol al Liverpool e tre ai Rangers, infatti, la squadra di Spalletti ne dà addirittura sei all’Ajax. Sei a uno il risultato: doppietta di Raspadori e poi Di Lorenzo, Zielinski, Kvara e Simeone. Tre successi su tre: nove punti, tredici gol e un piede e mezzo già al di là della prima fase della coppa. Primo in Champions e primo in campionato. Che Napoli, signori! Probabilmente, anzi, sicuramente, al di là d’ogni più felice previsione questo fantastico inizio di stagione. Ma, sia chiaro, sono tutte “medaglie” che il Napoli porta con pieno diritto sulla maglia. Stratosferico, addirittura, questo visto in Olanda stasera contro la seconda squadra di questo campionato. Uno spettacolo che annichilisce l’avversario e ammutolisce uno stadio abituato, invece, a grandi feste.



    Sì, sarà pure il tempio del pallone olandese l’Arena oggi dedicata al grande Cruijff e versione moderna di quel De Meer sul cui prato s’insegnò calcio totale a tutto il mondo, ma il Napoli non si lascia intimidire. Anzi, tutt’altro. Perché il Napoli s’esalta. Perché non ha neppure un poco di timore, di paura, d’emozione. Nossignori: consapevole della propria capacità di disegnare buone geometrie, forte della sua freschezza atletica,  tatticamente puntuale nell’applicazione del dettato di Spalletti e, perché no, pure sfrontato al punto giusto, il Napoli tratta l’Ajax alla stessa maniera in cui sabato scorso ha trattato il Toro. Del resto Schreuder, senza offesa, si capisce, in quanto a preparazione della gara vale Juric. Nel senso che fa il gioco delle coppie in ogni angolo del campo; gioca rigidamente a uomo; sta con la difesa altissima e così finisce per offrirsi al gioco di prima degli azzurri e ad un contropiede che con lascia scampo. E poi, più ragionato e meglio organizzato il palleggio del Napoli, rispetto al gioco frenetico, spesso fuori misura e troppo spesso ruvido e addirittura brutalmente pestaiolo di quelli che una volta si chiamavano “lancieri”.

    Conclusione: il Napoli  fa il padrone sul prato dell’Ajax. Fa il padrone del gioco e del pallone; degli spazi e dei ritmi che offre la partita. Uno spettacolo, insomma. Proprio così: il Napoli gioca da grande squadra. Con la sicurezza della grande squadra. Attacca dal primo secondo e fa niente se dopo nove minuti va incredibilmente sotto. Un accidente di percorso. Un’illusione olandese e nulla più il gol avventuroso e fortunoso di Kudus complice, bisogna pure dirlo, una generale e colpevole lentezza della difesa di Spalletti. Ma niente paura: l’Ajax nasce e muore là. Il Napoli non si scompone e ricomincia col calcio che sa fare. E tira. E crea occasioni. E naturalmente e inevitabilmente segna. Pareggia (16’)  di testa Raspadori su suggerimento di Olivera da sinistra; effettua il sorpasso con Di Lorenzo (33’) che di testa  sfrutta la debolezza olandese sui calci franchi dalla bandierina; prende il largo a fine primo tempo con Zielinski, il quale in contropiede se ne va a far gol partendo dalla metà campo. Poi, nel secondo tempo tracima in avvio ancora con Raspadori, gran protagonista della gara. Due gol, un match di movimento senza sosta, la capacità di tener legati centrocampo e attacco nel repertorio di questo giovanotto che Spalletti, contro tutte le previsioni, nella notte di Amsterdam preferisce a Simeone. Ma non è tutto. Alla notte del gol non certo mancare Kvaratskhelia, bastonato a dovere da Rensch e soci e per questo non sempre al centro della gara. Ma al 63’ c’è gloria anche per lui: uno-due con Raspadori e diagonale che porta a cinque gol il bottino azzurro. Cinque gol all’Arena di Amsterdam. Roba grossa. Roba fine. E manco è finita. Perché in quel poco tempo che ha a disposizione il Cholito (entrato al posto di Giacomino Raspa) riesce a fare gol pure lui.

    Gran Napoli, insomma. Napoli di mille colori che straccia chi gli sta di fronte e che tra un gol e un altro non sta certo fermo. Tiri, occasioni da gol e giocate efficaci e divertenti che, assieme al risultato, resteranno nella storia moderna della squadra, Perché, seppur assai meritata, ha qualcosa di storico questo successo azzurro, al quale nel secondo tempo partecipano anche Ndombele, Elmas, e i giovani Zanoli e Gaetano. E ora ditelo al popolo azzurro del pallone di tenere a bada le ambizioni e non sognare in grande. Ma si può?



    IL TABELLINO

    Ajax-Napoli 1-6 (primo tempo 1-3)


    Marcatori: 9' p.t. Kudus (A), 18' p.t. 2' s.t. Raspadori (N), 33' p.t. Di Lorenzo (N), 45' p.t. Zielinski (N), 18' s.t. Kvaratskhelia (N), 36' s.t. Simeone (N).

    Assist: 9' p.t. Taylor (A), 18' p.t. Olivera (N), 33' p.t. Kvaratskhelia (N), 45' p.t. 2' s.t. Anguissa (N), 18' s.t. Raspadori (N), 36' s.t. Ndombele (N).

    AJAX (4-3-3): Pasveer; Rensch (39' s.t. Bass), Timber (35' s.t. Grillitsch), Bassey, Blind; Berghuis (27' s.t. Brobbey), Alvarez, Taylor (27' s.t. Klassen); Tadic, Kudus, Bergwijn. All.Schreuder.

    NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo (39' s.t. Zanoli), Rrahmani, Kim, Olivera; Anguissa, Lobotka (35' s.t. Gaetano), Zielinski (1' s.t. Ndombele); Lozano, Raspadori (20' s.t. Simeone), Kvaratskhelia (20' s.t. Elmas). All. Spalletti.

    Arbitro: Letexier (Francia).

    Ammoniti: 21' p.t. Raspadori (N), 27' p.t. Spalletti (N), 30' p.t. Timber (A), 38' p.t. Tadic (A), 28' s.t. Tadic (A), 46' s.t. Kudus (A).

    Espulsi: 28' s.t. Tadic (A).

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