Un altro esame, un'altra tappa per confermarsi come prima forza in solitaria del campionato (in attesa del famoso recupero dell'Inter contro la Fiorentina). Superato lo scoglio Atalanta con una prestazione da squadra forte e consapevole, per il Napoli di Antonio Conte arriva una Juventus che, al netto dello scialbo 0-0 di Bruges, ha mostrato progressi sul piano del gioco nelle ultime tre partite contro Torino, Atalanta e Milan. E che avrà già da oggi un Kolo Muani nuovo di zecca, determinato a togliersi di dosso la polvere accumulata negli ultimi mesi parigini e a raccogliere l'occasione che Thiago Motta gli concede di essere molto di più di un semplice vice Vlahovic. Una partita dunque nella quale, Kvaratskhelia o non Kvaratskhelia, sostituto o non sostituto, il Napoli è chiamato a confermare il suo status di grande candidata alla conquista dello Scudetto.
Certo, avere un Garnacho o un Adeyemi in più aiuterebbe da qui a maggio, ma pure senza l'attaccante georgiano la squadra di Conte è più che competitiva per contendere il tricolore all'Inter campione in carica. Le ultime partite dello scorso dicembre e questa prima parte del mese di gennaio stanno confermando che l'assenza di “distrazioni” e di altre competizioni rispetto alla Serie A giochino un ruolo fondamentale nella gestione della rosa e delle energie. Basti pensare al numero di infortunati in casa Napoli e quelli tra le fila della squadra di Simone Inzaghi. Oltre al fatto che il tecnico salentino nel nostro campionato sia un competitor con pochi eguali, per capacità di entrare nelle teste dei suoi calciatori e di potenziare ogni singola individualità. Ne è una dimostrazione la trasformazione di Politano in esterno a tutta fascia o la recente esplosione di David Neres, che da giocatore di grandi qualità tecniche e con l'amore per la giocata ad effetto ha aggiunto recentemente una praticità ed una concretezza che si sposano alla perfezione con l'idea di calcio del suo allenatore. Facendo dimenticare completamente la rinuncia forzata per 70 milioni di euro ad un giocatore centrale come lo è stato Kvaratskhelia fino a poche settimane fa.
Centrale ma tutt'altro che essenziale. Non ingannino i freddi numeri, i 5 gol e i 3 assist in 17 partite di campionato: un contributo certamente rilevante nella prima parte di stagione, ma senza tralasciare che l'ultimo acuto risaliva a fine ottobre (contro il Milan) e che nelle ultimissime esibizioni il suo calo di rendimento e di presenza nelle varie fasi della partita è risultato piuttosto appariscente. L'ultimo innesto di mercato del Paris Saint-Germain – più che centrale nella cavalcata Scudetto targata Spalletti - rimane un calciatore di straordinarie qualità tecniche, bravo ad esaltarsi principalmente negli uno contro uno e nel dribbling, ma che faceva perdere importanti tempi di gioco nella manovra molto dinamica e verticale della squadra di Conte. Un giocatore assolutamente sostituibile nello scacchiere del Napoli di oggi e che Manna ha tutta l'intenzione di rimpiazzare con un giocatore di livello, come da indicazione dell'allenatore azzurro, che non vuole comprare tanto per comprare. Ma laddove non ci riuscisse, questa squadra avrebbe ugualmente tutte le carte in regola - e parecchi giocatori offensivi in organico invidiati da molti, come Simeone e Raspadori - per giocarsi le sue carte fino in fondo perché il vero imprescindibile, l'autentico fuoriclasse del Napoli ha un nome ed un cognome: Antonio Conte.
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