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Il Napoli domina, ma si butta via e perde con lo Spezia. Gattuso sbaglia tanto e non ha una squadra da scudetto
Ma che cosa accade nel tardo pomeriggio a Fuorigrotta? Ebbene, accede che Petagna, che non è giovanotto di scarsa salute e neppure è uno che gioca con continuità - che non è spremuto come altri presenti sempre o quasi, insomma - per Gattuso, chissà perché, non ne può giocare tre di fila. E allora, mancando ancora Mertens e Osimhen, fuori lui e dentro Politano che va a destra, con Lozano che s’infila nel ruolo di prima punta. Ruolo che non gli appartiene proprio e che quindi non l’esalta. E’ che Lozano il meglio di sé lo dà quando ha spazio per liberare la sua velocità e invece là, in mezzo all’area di rigore, con uno o due avversari addosso e nove su dieci spalle alla porta, beh, soffre molto ed è di poca utilità.
E’ l’unica pecca, ma grave e alla fine anche determinante, questa, d’un Napoli che poi tutto il resto lo fa bene. Che tiene alta la difesa, che pressa, che non dà spazio e che toglie il respiro ad uno Spezia sempre sull’orlo del precipizio. E che non può far altro. Perché è dominato dal ritmo e dalla qualità di chi gli sta di fronte. E se non va subito sotto di uno, due, tre e anche quattro gol già nel primo quarto d’ora è solo perché il Napoli non tradisce quel suo brutto vizio di creare e tirare tantissimo, ma anche di mancare gol con una faciltà che nessun altro ha.
Lo Spezia? Poveretto, si difende, prega Dio che il Napoli continui a non far gol e di tanto in tanto prova a vedere che aria tira al di là della propria metà campo. Non bastasse, è pure uno Spezia che ha due squalificati (Chabot e Estevez), due col maledetto Covid (Ricci e Acampora) e uno come Galabinov ancora acciaccato e che non riesce certo a consolarsi con i rientri di Terzi e di Farias.
Dunque, Napoli sprecone. Di più: dissipatore. Di più: scialacquatore d’occasioni per far gol. Roba difficile e strana da vedere: 15 tiri a zero nel primo tempo. Otto dei quali nello specchio della porta. Otto palle gol, con Insigne che da solo se ne mangia quattro o cinque, mentre Politano s’accontenta di due sprechi e Lozano di uno soltanto. Insomma, è senza storia questo match. Persino noioso tra l’incapacità dello Spezia di organizzare una giocata che sia tale e la pervicacia del Napoli a sbagliare.
D’accordo il Napoli crea, il Napoli tira, il Napoli avrebbe potuto fare gol più d’una volta e anche più d’un paio di volte, eppure si vede, si sente, è evidente che là, davanti a Provedel manca un centravanti capace di difendere il pallone, di tenerlo, di mettere anche muscoli e centimetri nella battaglia con i difensori. Ma tant’è. Gattuso resta fedele alla sua scelta sbagliata, nonostante Politano mostri pure i segni d’una sofferenza ad una gamba. Napoli e solo Napoli, dunque. Napoli con il suo gioco, il suo ritmo, io suoi peccati mortali sotto porta.
Poi, quando si ricomincia, Italiano prova a soffrire un po’ di meno. Fuori Agudelo e Deiola e sul prato Pobega e Gyasi. Ma la cosa non sembra cambiare di molto il motivetto della gara. Almeno sino a quando Gattuso non decide, finalmente, di tirar via Politano, spedire Petagna in campo, con ovvio e logico spostamento di Lozano a destra. Questo accade al cinquentaduesimo minuto. E cinque minuti dopo, guarda caso, sfruttando un cross da destra di Di Lorenzo, proprio il centravanti spilungone e di spalle larghe anticipa tutti sul primo palo e mette in rete. Napoli in vantaggio e gol che oltre a sembrare la logica conseguenza di tanto strapotere, per il Napoli è anche la fine di incubo. Almeno così sembra.
Perché in uno dei suoi rarissimi respiri dalle parti di Ospina, lo Spezia trova (66’) addirittura un calcio rigore. Pollastro Fabian Ruiz che tocca Pobega appena dentro e bravo Nzola a pareggiare il conto. Sembra incredibile. Ma non è così, perché l’incredibile deve arrivare ancora. Le emozioni, i colpi di scena, sono concentrati infatti nella coda della gara. Il Napoli sfiora ancora il gol con Petagna, infatti. Poi Ismajli becca il secondo giallo per un gomito largo sulla nuca di Petagna, infine… infine mentre Insigne a compagni provano a riordinare le idee e a raccattare le ultime forze, Nzola (82’) approfitta d’una dormita di Maksimovic per anticipare Ospina e mandare sul palo, dove, però, c’è appostato Pobega che, mentre tutta la difesa azzurra sta a guardare, fa comodamente gol. Ecco: l’incredibile è realtà. Il Napoli dominatore è sotto e lo Spezia in dieci ora stringe in pugno il risultato.
E Gattuso? Gattuso ricorre al modulo D. “D” come disperazione. Fuori Fabian e dentro Llorente, quasi mai tenuto in considerazione. Risultato della disperazione: l’ennesima palla gol sprecata dal Elmas entrato da poco al posto di Zielinski. Inutile, quasi patetico l’ultimo assalto azzurro, quando in campo mette il piede anche Saponara, l'ultimo arrivato in casa Spezia.
:(actionzone)
IL TABELLINO
Marcatori: 13' s.t. Petagna (N), 24' s.t. Nzola (r) (S), 36' s.t. Pobega (S).
Assist: 13' s.t. Di Lorenzo (N).
Napoli (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Manolas, Maksimovic, Mario Rui; Fabián Ruiz (38' s.t. Llorente), Bakayoko (31' s.t. Lobotka); Politano (7' s.t. Petagna), Zielinski (31' s.t. Elmas), Insigne; Lozano. All. Gattuso.
Spezia (4-3-3): Provedel; Vignali, Ismajli, Terzi, Marchizza (45' s.t. Ramos); Deiola (1' s.t. Pobega), Agoumè, Maggiore (45' s.t. Saponara); Agudelo (1' s.t. Gyasi), Nzola, Farias (34' s.t. Erlic). All. Italiano.
Arbitro: Mariani di Aprilia.
Ammoniti: 16' s.t. 32' s.t. Ismajli (S), 20' s.t. Pobega (S), 27' s.t. Maggiore (S), 42' s.t. Di Lorenzo (N), 43' s.t. Terzi (S), 48' s.t. Manolas (N).
Espulsi: 32' s.t. Ismajli (S).