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    Il Napoli dimentica Spalletti: funziona col 4-4-2, ma l'esonero di Garcia non è da escludere

    Il Napoli dimentica Spalletti: funziona col 4-4-2, ma l'esonero di Garcia non è da escludere

    • Salvatore Caiazza
    Un primo tempo da Halloween per il Napoli contro il Milan. Ha visto le streghe Rudi Garcia contro il “nemico” da derby capitolino Stefano Pioli. Se il Diavolo fosse riuscito meritatamente a segnare qualche gol in più per il tecnico francese si avvicinavano i titoli di coda. Nella ripresa, invece, gli azzurri si sono tolti la maschera modello Ethan Hunt di Mission Impossible e hanno tolto dai guai il loro allenatore. L’hanno fatto con il 4-4-2 segno che quel 4-3-3 di spallettiana memoria è ormai bello che dimenticato. Sicuramente il 2-2 finale fa più rallegrare i partenopei che i meneghini. Bastava ascoltare le dichiarazioni di Raspadori e di Giroud. Jack era contentissimo dell’impresa e del gran gol su punizione che è valso il pareggio. Il transalpino, che ha mandato a comprare il torrone a Rrahmani per ben due volte, era depresso. Frustato. Eppure così non va per il Napoli campione d’Italia. Va bene che quando non si può vincere meglio non perdere ma di certo lo spettacolo horror della prima parte di gara è da bandire.

    Si pensava che la prestazione contro l’Union a Berlino fosse stata la peggiore al di là del successo finale. Ma i primi 45 minuti di domenica sera sono stati davvero pessimi. Mai si era visto un Napoli così in difficoltà negli ultimi anni. Gli azzurri erano in balia delle onde. Non sapevano come prendere gli avversari. Arrivavano da tutte le parti in area. Garcia, che nella conferenza stampa di presentazione era stato molto ermetico (meno male non ironico stavolta come in Germania), aveva parlato di una squadra che voleva vincere e se lo sentiva. Beato lui. Molto probabilmente Aurelio De Laurentiis, presente in tribuna, alla fine della prima frazione di gioco stava già spulciando nell’agenda del suo cellulare qualche numero di telefono di un altro allenatore. Sì perché le chiacchiere stanno a zero. Possono raccontare tutto quello che vogliono ma se i risultati non arrivano. Così come le prestazioni. Per monsieur Rudi la porta è sempre aperta. Non può pensare di far giocare il Napoli così male e salvarsi da un eventuale esonero. Già è stato graziato perché Antonio Conte ha detto di no. Cercasse di far trovare un’identità alla squadra e soprattutto di vincere almeno tre partite consecutive in campionato. Ancora non c’è riuscito. Eppure è lui a dire che per poter pensare in grande bisogna fare un ciclo vincente di partite.

    Intanto l’Inter non aspetta nessuno. Quel gol di Thuram contro la Roma ha permesso a Simone Inzaghi di comandare la classifica. Poco sotto (due punti) c’è la Juventus. Il Napoli è a -7. Un bel gap che potrebbe anche essere ridotto ma con questi chiari di luna degli azzurri diventa difficile pensare che ci si possa inserire nella lotta scudetto. A De Laurentiis interessa almeno il quarto posto per rigiocare la Champions e disputare il nuovo format che porta più soldi. Non dovesse centrare la grande Europa sarebbe un bel problema per un club che si mantiene con le proprie forze. Il patron, che non lascia mai solo i ragazzi e l’allenatore, si augura che prima o poi qualcosa possa cambiare. Sabato alle 15, comunque, ci sarà il derby campano con la Salernitana di Pippo Inzaghi. I granata sono ultimi in classifica e i tifosi sono in subbuglio. Sarà una sfida, dunque, molto attesa e soprattutto non facile. Soprattutto se il Napoli giocherà come nel primo tempo col Milan. Ma Halloween sarà bello che passato…

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