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    Il Napoli dei piccoletti non funziona: Ancelotti aveva un solo risultato e l'ha mancato ancora

    Il Napoli dei piccoletti non funziona: Ancelotti aveva un solo risultato e l'ha mancato ancora

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    Alla fine è il Napoli che esce dal campo con lacrime e rimpianti. Infatti, ci ha provato in tutti i modi a congelare il suo periodo nero e non può essere certo soddisfatto del pareggio. Aveva un risultato solo, il Napoli, e pure stavolta, nonostante la buona prestazione nel secondo tempo, lo ha mancato. Cosicché diventano sette la partite di fila senza la gioia d’una vittoria e appena cinque punti. Insomma, ombre e fantasmi stanno sempre là, tant’è che ora l’ancora di salvezza resta il match di martedì prossimo col Genk. Match che vale il passaggio agli ottavi della Champions. Il punto, invece, se lo tiene stretto stretto l’Udinese che per un tempo, il secondo, s’è trovato sotto assedio.

    Hanno genesi diverse le disperazioni del Napoli e dell’Udinese, ma sempre disperazioni sono. Tutte e due le squadre, infatti, costrette alla clausura in settimana; tutte e due inzuppate di critiche e il Napoli pure di veleni; tutte e due col cappello in mano in cerca di un successo scaccia crisi. Così diverse, l’Udinese e il Napoli, eppure con tanti simili problemi. Non v’è dubbio, il Napoli porta in campo un tasso tecnico diverso, questo è certo, ma non sa approfittarne. O non può. E se non ci riesce è soprattutto perché la difesa organizzata da Gotti sembra un muro senza crepe. Questione di disegno tattico, è vero, ma anche di muscoli e centimetri. E poiché il Napoli là davanti ha tutti “piccoletti”, ecco spiegate pure certe difficoltà. Il resto in casa Napoli trova le sue ragioni in un ritmo mai con le marce alte e in una brillantezza troppo spesso opaca.

    Insomma, fa girare il pallone, la squadra di Ancelotti, ma se si vuole non crea mai una limpida occasione per far gol. Solo un paio di tiri (Insigne e Lozano) senza mira e senza fortuna, infatti, mentre l’Udinese - probabilmente rinfrancata dal successo in coppa Italia - quel poco che fa lo fa con grande attenzione: si difende bene, è ordinata, stringe a dovere i cinque della terza linea, abbassa i centrocampisti, si compatta, si accorcia e, se può e quando può, cerca Lasagna con lanci di cinquanta e passa metri. O facendo scattare il contropiede, come accade poco dopo la mezz’ora (32’), quando il Napoli è troppo lento su un corner a suo favore e sfruttando un rimpallo di fortuna riparte Fofana che infila il pallone tra Koulibaly e Mario Rui e pesca Lasagna per un gol che non si può sbagliare. E che Lasagna non sbaglia, questo è ovvio.

    Udinese che sorride e Napoli che invece sprofonda nei suoi misteri e nelle sue paure. Sì, il vantaggio bianconero forse è un regalo di Natale anticipato, ma è vero pure che il Napoli è moscio, non ha dentro il sacro fuoco del riscatto e pure tatticamente non s’aiuta, visto che col suo attacco di bassotti è costretto al gioco a filo d’erba e a provare ad entrare con il pallone in porta. Cosa complicata già di suo e complicatissima contro la fitta fase difensiva bianconera. E infatti, quando comincia il secondo tempo, Ancelotti prova a correre ai ripari: fuori Insigne - che aveva inciso veramente poco - e dentro Llorente per avere là davanti anche l’alternativa del cross o del lancio lungo per la testa del centravanti. E allora: Llorente al centro, Mertens un po’ più indietro, Lozano nel suo ruolo naturale d’esterno di sinistra e Callejon dall’altra parte. Il Napoli si sbilancia, ma può fare diversamente nelle condizioni in cui si trova? No. E allora, Napoli che pressa, che va al tiro con maggiore frequenza e lucidità (due volte con Fabian), mentre l’Udinese sembra mal adattarsi al nuovo disegno azzurro, visto che ora non riesce a tappare tutti i buchi e meno che meno a ripartire.

    Ma ad Ancelotti non basta. Non può bastare. E allora fuori anche Lozano e dentro Younes che dovrebbe, potrebbe assicurare più spigliatezza, più freschezza, più decisione nell’uno contro uno. E, cert’è, s’alza il ritmo e la pressione degli azzurri, E prova e riprova arriva pure il gol. Lo firma (69’) Zielinski con un sinistro dai sedici metri dopo un ping pong con Mertens. Ed è il primo gol in campionato per questo giovanotto. Giusto così. Più onesto, ora, il risultato. E più su di ritmo e di morale il Napoli che ora spadroneggia con Di Lorenzo sulla destra e Zielinski in mezzo. Cosicchè la pressione azzurra diventa quasi assedio alla porta di Musso. Il quale, però, è bravo due o tre volte ed è poi graziato da Llorente (77’) che il ravvicinato e comodo colpo di testa lo spegne proprio nelle mani del portiere. Insomma, si danna, adesso il Napoli per fare il secondo gol, mentre l’Udinese, che cambia Ter Avest con Pussetto e poi De Paul con Barak, si segnala solo per un paio di ripartenze però senza conclusioni. Infine nella cronaca nera di questa partita trova spazio anche Maksimovic, che non entra in campo, ma rimedia il cartellino rosso per proteste.






    UDINESE-NAPOLI 1-1, IL TABELLINO

    UDINESE (3-5-2): Musso; De Maio, Ekong, Nuytinck; Ter Avest (74' Pussetto), Fofana, Mandragora, De Paul (84' Barak), Larsen; Lasagna (89' Becao), Okaka. All. Gotti

    NAPOLI (4-4-2): Meret; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui; Callejon, Ruiz, Zielinski, Insigne (46' Llorente); Mertens, Lozano (62' Younes). All. Ancelotti

    Reti: 32' Lasagna (U), 69' Zielinski (N)

    Ammoniti: De Paul (U), Mertens (N), Callejon (N), Fofana (U), Okaka (U), Mario Rui (N)

    Espulso: Maksimovic (N) dalla panchina per proteste al 79'
     

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