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Il Napoli c'è, che fatica con l'Udinese: Osimhen tiene vivo il sogno scudetto, ma quanto pesa quel giallo...
Sa che non può lasciare nulla all’avversario, il Napoli che gioca per un risultato e basta. Eppure l’impressione che dà sin dal primo respiro della gara è quella che alla buona qualità del possesso non s’accompagni il ritmo giusto e, soprattutto, la precisione nei passaggi e l’attenzione nelle uscite. Come se faticasse tanto a darsi un’organizzazione soprattutto in mezzo al campo. Ma se è così – e così è - è merito soprattutto di quest’Udinese che fa proprio della densità a centrocampo uno dei suoi must. Densità, contrasti pure fisici, lodevole aggressività dei bianconeri: ecco dov’è che il Napoli non trova via d’uscita. Il che vuol dire un passo indietro degli azzurri rispetto alla ragionata e vincente partita di Verona e, dall’altra parte, la conferma del buon momento della formazione di Cioffi, perfetta interprete moderna del sempre utile vecchio calcio all’italiana, ma che stavolta non si ferma là. Non solo difesa e contropiede. Nient’affatto: l’Udinese si alza e va a “prendere” il Napoli là dove il Napoli non se l’aspettava. Insomma, tatticamente ben organizzati i bianconeri, mentre il Napoli sette giorni dopo aver ridato fiato alle ambizioni non si mostra all’altezza delle attese. E delle necessità che la classifica richiede.
Eppure l’ha studiata a lungo, Spalletti, la partita. Partita che vede confermato il nuovo disegno tattico (4-3-3) e quasi per intero la squadra dell’ultimo successo. Unica variazione: Insigne per Lozano, probabilmente per aggiungere un poco di qualità dalle parti di Osimhen. Ma pure il professore Cioffi l’ha preparata a puntino la sua gara, sorprendendo il Napoli, con quella difesa un po’ più alta e avvicinando ancor di più le linee di difesa e centrocampo, che, insieme, finiscono per diventare un muro davanti ai centrocampisti azzurri.
Certo, partita parecchio tattica, se si vuole, ma questo non vuol dire che non arrivino occasioni: tre per parte, però con l’Udinese capace di sfruttarne una per far gol. Comincia Beto (16’) a buttar via di testa un suggerimento al bacio di Molina; poi, quattro minuti dopo, la stessa cosa la fa Insigne mortificando un’iniziativa di Politano sulla destra; poi arriva il gol: Pereyra guadagna palla e passa a Deulofeu dimenticato dalla difesa azzurra al limite dell’area. Facile il controllo e bello il destro forte ed angolato. Brutta, invece, la faccenda per gli azzurri visti pure i precedenti di quest’anno nel suo stadio.
Ma il Napoli, dopo una gran parata di Ospina su colpo di testa di Mari destinato giusto all’incrocio, sa reagire. Di pancia, di forza, di volontà, ma pure di qualità. Ci provano (33’ e 40’) Insigne e Fabian, ma tutte e due le volte Silvestri è bravo – e anche un po’ fortunato quando si salva con i piedi – a tenere il risultato dalla parte sua.
Va al riposo più deciso negli attacchi, il Napoli, e quando torna in campo è anche più determinato. Pure perché Spalletti cambia filosofia: fuori Fabian in difficoltà e dentro Mertens, il vecchio Mertens, che va a piazzarsi appena dietro Osimhen. Chiaro il messaggio: Napoli più spregiudicato per trovare in fretta il gol e per ricominciare a sperare nel successo. Detto fatto. Così è. E’ quel che accade. Perché su palla ferma Mario Rui cerca e trova la testa di Osimhen e il ragazzo di Lagos firma il pari.
E la partita cambia un’altra volta. Perché il pari mette il pepe al Napoli. Il punto, del resto, serve a nulla. Cosicché, dopo un destro bello e impossibile (dalla linea di fondo, in pratica) di Mertens, il Napoli organizza un ricamo Osimhen-Anguissa-Politano-Osimhen ancora, che l’Udinese non riesce ad arginare. E il nigeriano segna ancora. Quarta doppietta di stagione, seconda consecutiva e Napoli in vantaggio. Sì, magari meno equilibrato a questo punto il Napoli, ma assai più d’attacco con quei quattro scatenati là davanti. Insomma: rischia, il Napoli, ma non ha alternative se, intanto, vuole agganciare il Milan in cima alla classifica.
Osimhen mattatore un’altra volta, dunque. Osimhen che segna pure un altro gol, annullato però per fuorigioco. Osimhen che a pieno titolo diventa l’immagine d’un Napoli che tiene vivo il sogno-scudetto. E al diavolo, adesso, tattiche e prudenze. In mezzo al campo si battaglia soprattutto. Entra Pussetto per Beto, ma non cambia nulla, pure perché Beto il suo l’aveva fatto. Dentro pure Zielinski per Politano e si capisce nell’ottica di un ritorno al palleggio e alla geometria; poi in campo Samardzic e Soppy per Molina e Makengo, ma in verità la differenza non si vede. Infine, il giovane Zanoli per Di Lorenzo acciaccato in uno scontro con Silvestri e, a due minuti dalla fine, Elmas per Insigne che stavolta esce tra gli applausi, mentre l’Udinese resta in dieci per l’espulsione di Pablo Mari, autore di un colpo da kung fu sul povero Zielinski, poco prima di una smanacciata di Silvestri che con l’aiuto del palo nega il gol a Mario Rui. Piccole emozioni, però col Napoli sempre in controllo della gara. E, infatti, non cambia il risultato.
:(actionzone)
IL TABELLINO
Napoli-Udinese 2-1
Marcatori: 22' p.t. Deulofeu (U), 7' s.t. 18' s.t. Osimhen (N).
Assist: 22' p.t. Pereyra (U), 7' s.t. Mario Rui (N), 18' s.t. Di Lorenzo (N).
Napoli (4-3-3): Ospina; Di Lorenzo (33' s.t. Zanoli), Rrahmani, Koulibaly, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Fabián Ruiz (1' s.t. Mertens); Politano (25' s.t. Zielinski), Osimhen, Insigne (43' s.t. Elmas). All. Spalletti.
Udinese (3-5-2): Silvestri; Becao, Pablo Marí, Zeegelar; Molina (31' s.t. Soppy), Pereyra (43' s.t. Jajalo), Walace, Makengo (31' s.t. Samardzic), Udogie; Beto (22' s.t. Pussetto), Deulofeu. All. Cioffi.
Arbitro: Fourneau di Roma.
Ammoniti: 47' p.t. Zeegelar (U), 5' s.t. Udogie (U), 20' s.t. Rrahmani (N), 47' s.t. Osimhen (N).
Espulsi: 38' s.t. Pablo Marí (U).