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    Il Napoli c'è ancora: a Verona Spalletti si guadagna il diritto di sperare negli errori delle milanesi

    Il Napoli c'è ancora: a Verona Spalletti si guadagna il diritto di sperare negli errori delle milanesi

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    Il Napoli c’è. C’è ancora. La sconfitta interna con il Milan subito cancellata con due gol-vittoria di Osimhen (di Faraoni la rete del Verona) e tutto ricomincia, anche se ora le partite che mancano alla fine sono soltanto nove. Intanto, Juve ricacciata a quattro punti e Milan e Inter sono sempre là. Bene, l’interrogativo che il Napoli pone alla partita ed al Verona è chiaro ed evidente: posso ancora guardare avanti e sperare di riaggrapparmi al tram dei desideri, oppure devo rassegnarmi e difendere alla morte il quarto posto e basta? Ebbene, la risposta è arrivata: Verona gli ha detto che ha il diritto di sperare ancora e, dopo aver sprecato tanto, ha anche quello di stare lì, per approfittare d’eventuali stop e mezzi stop delle milanesi.

    LA PARTITA - Successo assai importante, insomma, quello del Napoli a Verona. Pure perché il Verona da un bel po’ è squadra da grandi numeri e prestazioni spesso d’eccellenza. Però, stavolta meno. Come se dopo tanti complimenti e tanti punti e tanti gol, il Verona per una domenica avesse smesso la tuta da operaio del green per infilarsi nella divisa da intellettuale del pallone. Certo, sarà stato pure merito del Napoli che, tornato per l’occasione a un centrocampo a “tre più uno” (Fabian, Lobotka e Anguissa con Politano sempre pronto ad abbassarsi a metà campo) e capace di palleggiare in mezzo al campo a differenza di quanto gli era capitato nelle ultime partite, ha ritrovato immediatamente compattezza, sicurezza e ordine soprattutto, ma non si può negare che il Verona sia venuto meno proprio nelle sue più profonde convinzioni: ritmo alto e un “uno contro uno” feroce, continuo, asfissiante. Il resto l’ha fatto la capacità del Napoli di eludere ogni accenno di pressing del Verona e la ricerca costante della profondità per Lozano ed Osimhen. Conclusione: ne è venuta fuori una partita sì guardinga da tutte e due le parti, ma tatticamente pulita, seppure incapace di regalare chissà quali e quante emozioni. Ovvero occasioni da gol e conclusioni a rete. Davvero poche nella prima metà della partita: quattro per il Napoli (il gol di Osimhen, una parata di Montipò su Fabian e due palloni fuori) e appena una per il Verona del fantatridente: un tiraccio di Simeone da lontano e per giunta senza storia. E’ come se le geometrie del Napoli mettessero soggezione ai veronesi. Sofferenti soprattutto quando a mettersi in moto sono Di Lorenzo e Politano. Infatti, guarda caso, è proprio sulla verticale di destra che nasce il gol napoletano a niente dal quarto d’ora: rimessa con le mani di Di Lorenzo, controllo e cross di Politano e stacco di Osimhen che di testa anticipa Sutalo e frega Montipò. Bel gol, ma forse pure troppo semplice per la scarsa opposizione del giovane difensore croato all’uomo mascherato. Gira tutto attorno a questo gol il primo tempo, con Tudor costretto a mandare in campo Bessa al posto di De Paoli infortunato.

    RIPRESA - Secondo tempo e le cose cambiano abbastanza. Nel senso che il Verona torna in campo più deciso, con più voglia, pure con più vigore. Non che ne goda lo spettacolo, questo proprio no, ma il Napoli un po’ arretra e il Verona quantomeno si fa più minaccioso. Tant’è che Spalletti richiama Lozano e Politano – i due esterni alti - e manda sul prato Insigne ed Elmas per dare più freschezza ai suoi. E, infatti, il Napoli passa ancora. O, se si vuole, il Verona trova il modo di sbagliare un’altra volta facendosi trovare impreparato su un’altra rimessa laterale: palla a Di Lorenzo che se ne va a destra e (71’) mette al centro per il comodo tocco di Osimhen, sempre lui, che fa doppietta. Fine delle ostilità? Manco per idea. Sei minuti dopo, infatti, parabola da quinto a quinto e Tameze mette sulla testa di Faraoni il pallone che dimezza le distanze. Pallone proprio all’incrocio. Bel gol. Ma si ferma qui il Verona che dall’ottantatreesimo in poi resta pure in dieci per un secondo giallo a Ceccherini che ferma il pallone con un braccio a centrocampo. Un secondo giallo probabilmente troppo severo e neppure il solo. Giusto all’ultimo secondo, infatti, secondo giallo e cartellino rosso anche per Faraoni per proteste. Verona nervosissimo nel finale. Ma Verona che deve prendersela soltanto con se stesso per essersi svegliato troppo tardi.

    IL TABELLINO

    Verona-Napoli 1-2

    Marcatori: Osimhen 14' p.t., 27' s.t. Osimhen, 31' s.t. Faraoni

    Assist: 14' p.t. Politano

    HELLAS VERONA (3-4-2-1): Montipò; Ceccherini, Gunter, Sutalo; Faraoni, Tameze (dal 45' s.t. Casale), Ilic (dal 45' s.t. Hongla), Depaoli (dal 38' p.t. Bessa); Barak (dal 45' s.t. Cancellieri), Caprari; Simeone. All. Tudor

    NAPOLI (4-3-3): Ospina; Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly, Mario Rui; Lobotka, Zambo Anguissa, Fabian Ruiz (dal 45' s.t. Zielinski); Politano (dal 18' s.t. Elmas), Osimhen (dal 45' s.t. Petagna, 95' s.t. Ghoulam), Lozano (dal 18' s.t. Insigne). All. Spalletti

    Arbitro: Doveri

    Ammoniti: 25' s.t. Guenter, 26' s.t. Ceccherini, 41' s.t. Ilic.

    Espulsi: 38' s.t. Ceccherini doppia amm., 96' s.t. Faraoni.

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