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    Il Monza sbaraglia il campo e cambia tutto, ora tocca a Stroppa: il segnale di Berlusconi e l'ombra di un ex Milan

    Il Monza sbaraglia il campo e cambia tutto, ora tocca a Stroppa: il segnale di Berlusconi e l'ombra di un ex Milan

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Non solo il Monza. Ma il Monza più di tutti. Le tre neopromosse in serie A (Cremonese, Lecce e Monza) hanno fatto il terremoto sul mercato. Tuttavia quella che è andata alla ricerca dell’esperienza, della qualità e della competitività è stata la società di Berlusconi e Galliani, mossasi come una veterana del campionato.

    Undici, finora, i nuovi acquisti. Tutti (eccetto due) provenienti dalla massima serie italiana o di Paesi stranieri. Si va dal portiere Cragno (Cagliari) ad Andrea Ranocchia (Inter), da Pessina (Atalanta) a Carboni (Cagliari), da Sensi (Inter) a Bondo (svincolato ex Nancy), da Filippo Ranocchia (Juve, ma nel 2021-22 Vicenza) a Birindelli (Pisa), i due della serie B, da Marlon (Shakhtar) a Caprari (Verona), l’ultimo ad avere incontrato anche l’azzurro nazionale al pari di Cragno, Sensi e Pessina, uno dei campioni d’Europa dell’Italia di Mancini. Per soprammercato ci sarebbe anche un portiere di riserva (Sorrentino dal Pescara) e almeno l’idea di un paio di punte: si ragiona su Petagna, ma si sogna nientemeno che l’ex interista Icardi, detentore, al Paris Saint Germain, di un contratto mostruoso. Insomma il Monza sbaraglia il campo e Berlusconi punta, almeno, al decimo posto che vorrebbe dire salvezza sicura e metà classifica più che stimolante.

    Naturalmente sarebbe solo il primo passo. Berlusconi e Galliani hanno bisogno di dimostrare di fare sul serio. Quindi, il primo obiettivo è la credibilità e fattibilità di un progetto vincente a soli venti chilometri da Milano, dove lo scudetto è arrivato due volte, anche se su sponde opposte, negli ultimi due anni. Monza come l’Atalanta può costituire l’eccezione e non la regola. Può avere una durata limitata nel tempo anche se sarà più rapida nel guadagnare posizioni. Tuttavia è fuori da ogni dubbio che un campionato di livello sarebbe il migliore biglietto da visita per il futuro prossimo, quando a Monza potrebbero essere i calciatori più bravi a voler venire.

    Cosa c’è di diverso rispetto alle altre province? Una grande disponibilità economica (almeno fino a quando opererà Galliani su mandato diretto di Silvio Berlusconi) e una cultura del calcio che affonda le radici negli anni ottanta ed è stata l’alimento dei grandi trionfi del Milan. Di Sacchi prima, di Capello poi. Tuttavia, per fare una buona squadra o, più ancora, una grande squadra non è sufficiente reclutare tanti bravi calciatori e, a volte, nemmeno i calciatori migliori. E’ indispensabile che l’allenatore (in questo caso Giovanni Stroppa) faccia scattare quei meccanismi umani e professionali che rendono un gruppo coeso ed organico.

    Ora, sono certo che Stroppa si trovi di fronte ad un duplice sentimento. Da una parte, la grande soddisfazione per i calciatori messigli a disposizione dalla società. Dall’altra, la complessità nell’assemblarli e nel trovare il sistema di gioco più adatto alle loro caratteristiche, senza snaturare le convinzioni dell’allenatore. Il tecnico del Monza applica il 3-5-2, modulo che sicuramente non piace a Berlusconi (per il patron la difesa a quattro è un must) e che, forse, non è del tutto compatibile con i nuovi. Inoltre, Berlusconi ama il trequartista dietro le punte e, credo, che l’arrivo di Caprari sia, oltre che un rinforzo, anche un segnale.

    Tutto questo premesso, c’è un problema a monte. Può una squadra completamente nuova rispetto a quella che ha vinto il campionato di serie B, funzionare a pieno regime già a metà agosto, quando, in tempi diversi da questi, si affronterebbe al massimo la Coppa Italia o qualche amichevole di rodaggio? In materia, non ci sono risposte, ma esempi. La Salernitana, rivoltata quasi completamente l’anno scorso a gennaio, dall’arrivo di Walter Sabatini e affidata alle funamboliche capacità di Davide Nicola, è riuscita a salvarsi, seppure in maniera rocambolesca, ad una quota bassissima perdendo 4-0 l’ultima in casa dall’Udinese. Altre squadre, che cambiano tutti gli interpreti e, magari, anche il copione, sono retrocesse senza nemmeno lottare. Ma non credo che questa sia una sorte che toccherà al Monza. Prima di tutto, perché, anche individualmente, i giocatori sono talmente forti da trovare soluzioni personali per vincere le partite. In secondo luogo, perché, forse ci vorrà un po’ di tempo, ma ritengo Stroppa all’altezza del compito affidatogli. Il nodo, casomai, è la pazienza di Berlusconi che spesso va in contrasto con Galliani quando c’è da raccogliere risultati. Il patron li vorrebbe subito, l’amministratore delegato sa essere più prudente e tende a difendere l’allenatore e il suo lavoro. Mal che vada, comunque, secondo me è già pre-allertato Roberto Donadoni, ex cuore rossonero, allenatore di buona vaglia e ottima esperienza (è stato anche c.t.), equilibrato, silenzioso, pratico. Però Stroppa, anche in virtù della fantastica promozione dell’anno precedente, ha il diritto di giocarsela per intero. E di arrivare, se ne sarà capace, il più lontano possibile.

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