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    Il Mondiale per club 2025 è a rischio? Infantino convoca un vertice d'urgenza, cosa cambia per Inter e Juventus

    Il Mondiale per club 2025 è a rischio? Infantino convoca un vertice d'urgenza, cosa cambia per Inter e Juventus

    • Redazione CM
    Il primo Mondiale per club allargato a 32 partecipanti, previsto nell'estate 2025 negli Stati Uniti, è a rischio? L'indiscrezione rilanciata da The Athletic nella sua edizione odierna è clamorosa e rimanda alle grandi preoccupazioni del presidente della Fifa Gianni Infantino – ideatore del nuovo format della competizione – per lo scarso interesse manifestato sino ad oggi dalle grandi aziende per il torneo che vedrà per l'Italia Inter e Juventus. Un torneo che garantirebbe nelle casse delle società più importanti un minimo di 50 milioni di dollari di introiti. Ma a poco meno di un anno dal calcio di inizio la situazione è in altissimo mare sotto molteplici punti di vista.

    Il motivo di inquietudine principale di Infantino è dettato dall'assenza totale di accordi con broadcaster televisivi internazionali che decidano di trasmettere la competizione. L'accordo globale con Apple che sembrava in dirittura di arrivo lo scorso aprile è tramontato e il numero uno della Fifa ha deciso di convocare una riunione di emergenza coi rappresentanti dei principali network per fare il punto della situazione. Al momento non c'è dunque una televisione o una piattaforma streaming che abbia mosso passi concreti, così come non sono state comunicate ancora le città che ospiteranno le partite, le sedi di allenamento e gli sponsor.

    Una situazione profondamente allarmante, che rispecchia i dubbi crescenti dei grandi marchi ed in particolare dei broadcaster ad investire importanti somme di denaro per un evento che andrà a cadere in un periodo particolare – metà luglio – quando saranno in corso altri due appuntamenti significativi come l'Europeo femminile ed il torneo di tennis di Wimbledon. Inoltre, l'assenza nel nuovo Mondiale per club di alcune squadre di grande fascino internazionale come Arsenal, Barcellona, Milan e Manchester United è un'altra delle cause della scarsa sensibilità mostrata sino ad oggi dalle aziende alle quali guarda Infantino. Ultimo tra i motivi illustrati da The Athletic è l'assenza di due calciatori che restano delle vere e proprie aziende e veicoli di pubblicità e share come Leo Messi e Cristiano Ronaldo.

    Una situazione estremamente delicata a 9 mesi dal presunto avvio della competizione e che richiama alla mente altre due grandi questioni che, rispettivamente nelle scorse ore e nei mesi scorsi, ha animato il dibattito. Per esempio, gli ultimi giorni hanno registrato diverse prese di posizione molto forti – con in testa la stella del Manchester City e candidato al Pallone d'oro Rodri – contro un calendario calcistico sempre più intasato e con le relative domande sulla salute dei calciatori. Che hanno evocato lo spettro dello sciopero per far sentire la propria voce nei confronti di Fifa e Uefa. L'altro nodo è quello portato a galla dall'allenatore del Real Madrid Carlo Ancelotti che, prima di essere smentito da un comunicato ufficiale del suo club, lamentò il fatto che i soldi garantiti ai blancos non fossero sufficienti per garantire la presenza del più importante club al mondo. Che, esattamente come le principali società, da questa stagione partecipano ad una versione rinnovata della Champions League che ha aumentato il carico di partite.

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