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Il mondiale 2030 e il Metodo Fifa che 'scassa' la competizione
Succede un 48 – Partiamo dalla formula extra-large della fase finale, a 48. Una scelta voluta proprio da Infantino, che non si è accontentato dell'allargamento da 32 a 40 finaliste e perciò ha pilotato il più esagerato ampliamento dei ranghi che la storia ricordi: ben 16 quadre in più da un'edizione all'altra. Aver disegnato una manifestazione così mastodontica ha un effetto immediato: da qui in poi sarà impossibile per un singolo paese (anche il più ricco e esteso) farsi carico da solo di una fase finale dei Mondiali. La norma sarà costruire candidature in associazione fra più paesi. Lo si è visto già coi Mondiali del 2026, i primi a 48, che sono un'edizione continentale del Nord America (Canada, Messico e Usa) e continuerà così con le proposte che verranno, fatte grazie a assemblaggi territoriali anche azzardati nonché pluricontinentali. Di ciò si è avuta dimostrazione proprio con le tre candidature (una delle quali, quella saudita, mai ufficializzata) cui il presidente della Fifa ha messo il silenziatore trovando una soluzione di ampio compromesso.
La creatività nell'assemblaggio territoriale – La prima candidatura ufficializzata è stata quella iberica, che radunava Portogallo e Spagna. Per lunghi mesi è stata anche l'unica, coi suoi promotori non particolarmente preoccupati dalla candidatura concorrente che prendeva corpo in Sud America con la benedizione della confederazione continentale (Conmebol). La candidatura dell'altro emisfero è stata proposta dall'Uruguay, che sognava il “Mondiale del Centenario” (la prima rassegna venne disputata da quelle parti nel 1930), ma che consapevole di non poter reggere da solo l'organizzazione di una manifestazione così imponente ha coinvolto, una dopo l'altra, Argentina, Paraguay e Cile. Ma ciò che ha sparigliato davvero le carte è stato l'ingresso dei sauditi, che a tutti i costi volevano i mondiali del 2030 perché quell'anno coincide col traguardo del programma strategico di sviluppo nazionale “Vision 2030” e con la molto probabile assegnazione dell'Expo internazionale. Ai sauditi si presentava però un ostacolo: le regole Fifa impediscono a un continente di ospitare un'edizione dei Mondiali se non ne siano trascorse almeno due dall'ultima ospitata. E poiché l'Asia ha appena celebrato Qatar 2022, ecco che per i sauditi non se ne sarebbe parlato prima del 2034. Ma il principe ereditario Mohamed bin Salman non voleva sentire ragioni e ha provato l'escamotage: costruire una candidatura tri- continentale coinvolgendo un paese europeo (Grecia) e un paese africano (Egitto). Spese tutte a carico di Riad, ovviamente. L'ingresso di un candidato così forte ha mandato in fibrillazione Portogallo e Spagna, che per parare l'egemonia saudita in area MENA (Medio Oriente e Nord Africa, nell'acronimo inglese) hanno arruolato il Marocco, a sua volta ripetutamente in corsa nelle assegnazioni più recenti ma regolarmente bocciato. Si è parlato anche di un coinvolgimento dell'Ucraina, ciò che avrebbe azzerato qualsiasi ipotesi di prossimità territoriale; ma questo progetto non è mai passato davvero alla fase operativa.
Infantino mette d'accordo tutti (e combina il pateracchio) – La prospettiva era quella dello scontro fra candidature pesanti e invece è andata a finire con l'inciucione. Dapprima, a settembre, si sono ritirati i sauditi: che saggiamente hanno deciso di puntare sul 2034, quando potranno organizzare senza necessità di coinvolgere Egitto e Grecia. Quindi c'è stata la sorpresa dell'assegnazione a Marocco-Portogallo-Spagna, ma con tre partite concesse a tre dei paesi candidati del Sud America: Argentina, Paraguay e Uruguay (e il Cile?). Lì si giocheranno “tre partite inaugurali”. Noi credevamo che di partite inaugurali ce ne fosse solo una, ma tant'è. Ciò che davvero sconcerta e indigna sono altri aspetti. Le squadre che dovranno giocare in Sud America saranno obbligate a un tour de force intercontinentale, che fra l'altro le obbligherà a passare dall'inverno sudamericano alla torrida estate iberico-marocchina. Ma soprattutto c'è la sconcezza di ben 6 (sei!) nazionali qualificate di diritto in quanto appartenenti a paesi ospitanti. Più, ovviamente, l'eventuale settima se quella campione del mondo in carica non sarà fra queste 6. Infantino ha scassato i mondiali di calcio. E se ne gloria. Beato lui.
@pippoevai