UEFA via Getty Images
Il mito dell'Hajduk e della Torcida: i banditi di Spalato che hanno invaso Ginevra per una partita di Youth League
PARTE DEL GIOCO - Una gara in cui anche loro hanno giocato la propria parte, caricando e spingendo i propri mini-beniamini nei momenti di difficoltà, caricandoli nei momenti di assalto ed esaltandoli dopo i 3 gol come se fossero i calciatori della prima squadra con tanto di cori, tamburi, bengala e perfino petardi e bomboni. E credete a chi vi scrive, qui sono le 23.45 e la partita è finita alle 20 e ancora ora, nella piazza antistante lo Stade de Geneve, tifosi croati cantano e ballano in festa.
Partita di #YouthLeague i tifosi dell'Hajduk Spalato animano la piazza davanti allo Stade De Geneve prima della partita contro il #Milan pic.twitter.com/Lx5oAQu1a3
— Emanuele Tramacere (@TramacEma) April 21, 2023
STILE DI VITA - Perché lo sport in Croazia è qualcosa di speciale, di identitario, non è un caso che un paese di circa 4 milioni di abitanti riesca a sfornare realtà così vincenti in ambito sportivo. Le nazionali sono da sempre foriere di medaglie oltre ogni pronostico e per tornare alla sola Spalato, i suoi abitanti la chiamano "la città più sportiva del mondo", una di quelle che nella storia ha regalato il numero più alto di atleti medagliati olimpici e di sportivi d'elite. Per citarne alcuni, scegliamo Blanka Vlasic (sorella di Nikola del Torino), Goran Ivanisevic, Toni Kucoc e Ivan Perisic.
La Torcida Split è stato qualcosa di unico. Uno spettacolo nello spettacolo pic.twitter.com/xyrqOZWRy0
— Emanuele Tramacere (@TramacEma) April 21, 2023
IDENTITA' - E questi exploit, nel corso degli anni, non hanno fatto altro che accrescere questo senso di identità totale del "popolo dei banditi". Il termine Hajduk, infatti, significa proprio questo: "bandito", "Brigante di strada". Un termine che si lega fin da subito con le origini del club, che fu creato in un pub di Praga, scegliendo simboli e colori dello stato croato. Banditi che nel corso degli anni si sono prima schierati clandestinamente fra i partigiani Jugoslavi durante la Seconda Guerra Mondiale, poi si sono schierati con l'esercito di liberazione, quindi si rifiutarono di cambiare nome in AC Spalato come chiesto dalla Figc e di giocare nei campionati italiani ai tempi della conquista italiana della Dalmazia, e infine che si rifiutò di diventare la squadra dell'esercito di Belgrado (poi lo diventò il Partizan) per rimanere indipendente.
LA TORCIDA - Da qui, da questo spirito indipendente e "globale", lontano dai regimi, nasce la Torcida, il gruppo di ultras diventato di anno in anno una vera e propria comunità. Uno spirto che parte da lontano, dal Brasile e dai Mondiali del 1950, dai colori e dai suoni di un mondo lontanissimo, ma che spopolò insieme alla bellezza del pallone. E questo sentirsi parte di un qualcosa di più grande si riflette poi in campo, dove giocano dalle giovanili fino alla prima squadra, principalmente talenti originari della regione della Dalmazia, che crescono con il mito di questo magico club, lo coltivano e ne diventano parte. "Dove c'è l'Hajduk c'è la Torcida e dove c'è la Torcida c'è l'Hajduk" dicono fra di loro celebrando questo spirito magico che da oltre 110 anni li vede uniti di padre in figlio, di generazione in generazione, supportando ogni squadra di ogni sport, per un modo magico e a sé stante. Folle, esagitato e forse anche disperato.
@TramacEma