
Sogno e incubo, il miracolo di Natale del Venezia di Recoba: storia di una salvezza impossibile diventata realtà
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INIZIO DISASTROSO - Partiamo però dall'inizio, ovvero da una stagione nata non con la migliore delle lune favorevoli. Il Venezia è una neopromossa e ritrova una Serie A che aveva lasciato nella stagione 1966/1967 per l'ultima volta, il Penzo è tirato a lucido e la presidenza di Zamparini assicura quantomeno investimenti importanti. Novellino è l'allenatore del miracolo della promozione ed è confermato, ma gli inizi lasciano molto a desiderare. La prima vittoria in campionato arriva a novembre (2-0 contro la Lazio) con il club che occupa stabilmente l'ultimo posto in classifica. Un timido segnale di ripresa che però convince il presidente che qualcosa dovrà essere fatto per cambiare gli equilibri della stagione.
IL MERCATO ESTIVO - La squadra è costruita per giocare con un 4-4-2 classico e Zamparini in estate immette tanta liquidità nel mercato. Arrivano alla corte di Novellino giocatori del calibro di Pippo Maniero, acquistato dal Milan, Sergio Volpi dal Bari, Fabian Valtolina dal Piacenza e anche il brasiliano Bilica e Taibi in porto sempre dal Milan. Tanti cambi rispetto alla formazione che centrò la promozione e inevitabilmente un periodo di "ambientamento" ritenuto però fin troppo lungo da parte della società che, di conseguenza, mette sotto pressione l'allenatore.
ZAMPARINI VS NOVELLINO - Il rapporto fra uno dei presidenti (oggi compianto) che più avanti fu ribattezzato "mangia-allenatori" e il suo tecnico è incendiario. Non mancano i botta e risposta anche a mezzo stampa, ma l'episodio più clamoroso avvenne prima, durante e dopo un Venezia-Sampdoria 0-0 di novembre. Novellino e Zamparini si beccano con le dichiarazioni del pre-partita, all'intervallo il presidente scende negli spogliatoi per criticare la squadra e l'allenatore lo caccia fuori dalla stanza. La sera arriva l'esonero, ma su richiesta della squadra il lunedì Novellino torna in panchina e viene richiamato.
L'ORA DEL CHINO - Arriva Natale e la sosta natalizia concede a Zamparini la possibilità di rimettere in moto la macchina dei contatti per provare a potenziare ulteriormente la squadra. E i contatti natalizi fra il patron del Venezia e quello dell'Inter, Massimo Moratti portano ad un accordo per il passaggio in prestito per 6 mesi in Laguna di uno dei talenti di cui l'ex-numero uno nerazzurro è maggiormente innamorato: Alvaro Recoba. Talento raro, mancino fatato, ma in una squadra con Ronaldo, Roberto Baggio, Ivan Zamorano, Nicola Ventola e Nwankwo Kanu faticava a trovare spazio. La svolta e il miracolo natalizio parte da li.
LA NEBBIA COL VENEZIA CHE CAMBIA LA STAGIONE - La prima sliding doors di questa storia è però un freddo pomeriggio del 6 gennaio. La Befana regala a Novellino una nebbia che nella Laguna costringe alla sospensione della gara in programma contro l'Empoli. Una partita che sarà rigiocata il 20 gennaio, con Recoba in campo e con un risultato che al minuto 60 recitava: 0-2 Empoli con doppietta di Arturo Di Napoli e Venezia in 10 per l'espulsione di Bilica. Zamparini è pronto all'esonero, questa volta senza mezzi termini, ma nella ripresa però accade qualcosa di magico con Valtolina che accorcia e con l'asse Recoba per Maniero che confeziona prima il 2-2 e poi il 3-2 che concede la vittoria finale agli arancio-nero-verdi.
TUTA NON SAPEVA - Un segno del destino, così come quello della pagina passata alla storia, non in positivo questa volta va detto, della domenica successiva quando al Penzo arriva il Bari di Eugenio Fascetti, in lotta proprio col Venezia, per provare a non retrocedere. Apre Maniero, su assist neanche a dirlo di Recoba, pareggia De Ascentis su assist di Osmanovski e la gara sembra indirizzata verso un 1-1 finale che sta bene a tutti. E invece nei minuti di recupero il brasiliano Tuta, subentrato dalla panchina, rocambolescamente e in mischia batte Mancini per il 2-1 finale che nessuno si aspettava. Fece scalpore in particolare sia l'esultanza in solitaria di Tuta, data l'importanza dei tre punti conquistati, sia il duro confronto con i giocatori baresi nel tunnel dello spogliatoio e rivolto solamente a lui. Ma ciò che più rimane è l'intervista concessa da Tuta a fine gara in cui riferisce quanto dettogli da Maniero (che in seguito smentì ndr.): "Mi ha detto che era meglio se non avessi segnato perché l'1-1 era un risultato migliore per tutti".
LA CAVALCATA - Quelle due vittorie, più o meno casuali, più o meno meritate, diedero però il via a quella che a tutti gli effetti è stata una cavalcata inarrestabile. Prima il pari 2-2 col Parma, poi il 3-1 rifilato alla Roma, quindi le vittorie contro Verona e Perugia inframezzate dal ko di misura contro il Milan. Il Venezia passa dalle giocate del Chino e se Recoba entra nel tabellino arrivano i risultati con 4 gol e 3 assist che incidono tantissimo nella risalita fino al di fuori della zona retrocessione. Il merito va condiviso anche con la compagna e moglie Lorena Perrone che, si narra, l'attaccante uruguaiano faceva sedere in tribuna al Penzo in modo tale da poterla vedere mentre attaccava.
LA FIORENTINA - La storia era già cambiata e neanche il ko subito in rimonta contro il Bologna sembrava poterla ri-modificare. In quei giorni arriva però un'altra slidning doors fondamentale di questa annata. Il 14 marzo 1999 arriva al Penzo la Fiorentina in piena lotta per lo scudetto e un ko del Venezia avrebbe fatto ripiombare gli arancio-nero-verdi oltre la soglia salvezza. Batistuta è rientrato e i viola vogliono riprendere la Lazio. Non avevano fatto i conti con... sì con Alvaro Recoba autore di un tripletta nel 4-1 finale. Tre gol due su altrettante punizioni clamorose che non hanno lasciato scampo ad un Francesco Toldo all'epoca fra i migliori al mondo che fu addirittura scartato e messo a sedere in occasione del terzo gol.
IL SOGNO CONCRETIZZATO - Il rendimento sarebbe addirittura da Europa, ma alternando qualche altra buona vittoria a sconfitte inevitabili il Venezia arriva alla penultima giornata con la necessità di 3 punti per ottenere la matematica salvezza. Al Penzo arriva proprio l'Inter come nel più fatale dei destini. Ancora una volta ci pensa Recoba ad indirizzare la gara soltanto dopo 1 minuti e innescando Volpi per l'1-0 iniziale. Finirà 3-1 e in Laguna si scatenerà una festa inarrestabile
NOVELLINO E RECOBA DICONO ADDIO - La favola si compie, l'incubo è stato trasformato in sogno. Sono bastati 6 mesi di classe pura di uno dei talenti più sottovalutati passati dalla nostra Serie A. Il grande popolo interista aveva già richiesto il suo nuovo idolo a Milano e Moratti, che di lui era letteralmente, calcisticamente parlando, innamorato, non se lo fece ripetere due volte per riportare Recoba in nerazzurro. Oltre al Chino a fine stagione lasciò anche Walter Novellino, che dopo due anni non seppe dire di no al richiamo di una piazza come quella di Napoli (ancora di Ferlaino) che l'anno dopo riuscì a riportare in Serie A dalla Serie B. Il Venezia, senza due dei suoi protagonisti, retrocesse l'anno dopo, ma quella maglia marchiata Emmezeta con il numero 11 stampato sulla schiena è destinata a rimanere per sempre fra quelle più speciali della storia del club.