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    Il Milan vince anche senza Ibra: merito di Pioli, così l'Europa non è un miraggio

    Il Milan vince anche senza Ibra: merito di Pioli, così l'Europa non è un miraggio

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Bentornato in campionato a un nuovo Milan, capace di travolgere 4-1 il Lecce. Un Milan compatto e concentrato dall’inizio alla fine, capace di segnare per la prima volta quattro gol, tra l’altro in trasferta, che valgono doppio per l’assenza di Ibrahimovic da una parte e per la presenza dall’altra di quattro marcatori nel tabellino: Castillejo, Bonaventura, Rebic e Leao. Proprio questa è la migliore dimostrazione del successo di una squadra, che non dipende da un singolo ma dal grande e silenzioso lavoro di Pioli, capace di motivare tutti i giocatori, perché guarda caso segnano Castillejo che aveva saltato la sfida di coppa Italia contro la Juve per squalifica, Bonaventura che sa già di non essere confermato, Rebic che era stato espulso contro i bianconeri e Leao, subentrato nel finale al croato, che proprio il tecnico aveva più volte rimproverato per la sua scarsa concentrazione. A questo punto l’Europa non è più soltanto una speranza, ma un obiettivo sempre più concreto, anche se non tutti i prossimi avversari, a cominciare dalla Roma, saranno così arrendevoli come il Lecce che non a caso ha la peggior difesa del campionato, avendo subito fin qui 60 gol, alla media-retrocessione di 2,2 a partita.

    CARICA CASTILLEJO - Il Milan, che non vinceva da un altro lunedì sera, il 17 febbraio scorso quando superò il Torino 1-0, dimostra subito di avere più fame del Lecce e soprattutto Castillejo dimostra di avere voglia di tornare protagonista. E’ lui il primo a impegnare Gabriel ed è lui a dare la carica ai suoi compagni che giocano con la rabbia di chi vuole rimontare in classifica, costringendo i padroni di casa a difendersi. Per la verità c’è più generosità che qualità nella manovra degli uomini di Pioli, ma è più che sufficiente per mettere in difficoltà un Lecce timido e contratto. E così le occasioni per i rossoneri fioccano una dopo l’altra. L’ex milanista Gabriel respinge come può su Bonaventura, Kessie e Theo Hernandez, ma dopo 26’ si deve arrendere al nuovo tentativo di Castillejo, che raccoglie un cross di Calhanoglu e precede il suo compagno Bonaventura nella deviazione decisiva. E’ il primo gol in campionato del numero 7 spagnolo, sul campo dove aveva incominciato a segnare un altro numero 7 rossonero, il pallone d’oro Shevchenko. Ma al di là dei precedenti è un gol meritatissimo perché fin qui si è visto soltanto il Milan.

    BRIVIDO MECCARIELLO - Quando sembra che non ci sia partita, improvvisamente ecco il contropiede del Lecce che si fa pericoloso con Petriccione e soprattutto ecco il gol di Meccariello, preferito a Rossettini, annullato però dalla bandierina dell’assistente di Valeri, bravo a cogliere il classico fuorigioco millimetrico confermato dal Var dopo lunga attesa. Lo spavento mette in guardia il Milan ed evidenzia ancora una volta le lacune difensive di Theo Hernandez che non aveva chiuso sulla sua fascia confermando di essere in realtà un mediano d’attacco, più bravo davanti che dietro.

    GABBIA E BABACAR - Costretti a uscire per infortunio, Kjaer e Lapadula lasciano il posto a Gabbia e Babacar e proprio l’attaccante sfiora subito il pareggio all’inizio della ripresa. E’ il campanello d’allarme che anticipa il pareggio del Lecce, frutto proprio di un’entrata scomposta di Gabbia su Babacar in area di rigore. Sul dischetto va Mancosu che trasforma il rigore dell’1-1, mai così provvisorio però. Palla al centro, infatti, e in meno di un minuto ecco la conclusione di Calhanoglu, respinta male da Gabriel ma raccolta benissimo da Bonaventura che infila il pallone del 2-1.

    FINALMENTE LEAO - Per il Lecce è una botta durissima, ma il peggio deve ancora arrivare perché nel giro di altri 2’ il Milan fa tris con un contropiede che è un duro atto d’accusa per la squadra di Liverani tutta sbilanciata nella metà campo rossonera. E così basta un lungo lancio per Rebic, vanamente inseguito da Saponara, per farlo volare tutto solo verso Gabriel, trafitto dal croato che fin lì non aveva nemmeno mai tentato un tiro. Potrebbe bastare così ma Leao, appena entrato al posto di Rebic, si tuffa di testa sul cross di Conti e firma il gol del 4-1. Senza sapere che questo 4-1 va dedicato al grandissimo Pierino Prati, appena scomparso. Proprio lui, l’unico italiano capace di segnare tre gol in una finale di coppa dei Campioni, nella indimenticabile serata del 28 maggio 1969 a Madrid contro l’Ajax di Cruijff, quando il Milan di Rocco stravinse con un identico 4-1. E conoscendo il suo attaccamento alla maglia rossonera, siamo sicuri che dall’alto Pierino tiferà ancora di più per rivedere il suo Milan in Europa. 





    IL TABELLINO

    Lecce-Milan 1-4 (primo tempo 0-1)


    Marcatori: 26' p.t. Castillejo (M), 9' s.t. Mancosu rig. (L), 10' s.t. Bonaventura (M), 12' s.t. Rebic (M), 26' s.t. Leao (M)

    Assist: 26' p.t. e 12' s.t. Calhanoglu, 26' s.t. Leao (M)

    Lecce (4-3-2-1): Gabriel; Rispoli, Meccariello, Lucioni, Calderoni; Petriccione, Tachtsidis, Mancosu (41' s.t. Shakhov); Falco, Saponara (41' s.t. Vera); Lapadula (1' s.t. Babacar). All. Liverani

    Milan (4-2-3-1): Donnarumma; Conti, Kjaer (40' p.t. Gabbia), Romagnoli, Theo Hernandez; Kessiè (40' s.t. Paquetà), Bennacer; Castillejo (22' s.t. Saelemaekers), Calhanoglu, Bonaventura (40' s.t. Biglia); Rebic (22' s.t. Leao). All. Pioli

    Arbitro: Valeri di Roma

    Ammoniti: 3' s.t. Lucioni (L), 18' s.t. Gabbia (M)
     

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