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  • Il Milan può e deve vincere: Mourinho farà ciò che gli riesce meglio, difendersi

    Il Milan può e deve vincere: Mourinho farà ciò che gli riesce meglio, difendersi

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Considero il Milan la più autorevole avversaria del Napoli da qui alla fine del campionato. E non solo perché è la più vicina alla squadra di Spalletti (meno 5), ma anche perché, dopo il Napoli, è quella che pratica il calcio più organizzato e spettacolare dell’intera serie A.

    Nonostante a Salerno, campo difficilissimo, fosse incerottato, il Milan ha vinto in maniera netta, a dispetto del 2-1 finale, creando occasioni sia nel primo che nel secondo tempo e dimostrando che le pallide, per non dire pessime, prestazioni nelle amichevoli della pausa Mondiale sono stati solo degli episodi dovuti, forse, al contesto.

    Ora, sul medio e lungo periodo, anche per il Milan va sciolta l’incognita della preparazione atletica svolta a dicembre. Ad una prima osservazione, sembra che Pioli e  il suo staff abbiano lavorato in modo da non togliere brillantezza alla squadra. Dando per scontato che i carichi di lavoro siano stati più che sufficienti, i rossoneri sono sembrati da subito tonici e reattivi quanto l’Inter lo è stato con il Napoli che, invece, è ancora appesantito.

    Sta di fatto che, al momento, il Milan sta bene anche se ha i calciatori contati. Niente turnover, dunque, contro la Roma giocheranno gli stessi di Salerno (Tatarusanu; Calabria, Kalulu, Tomori, Theo Hernandez; Bennacer, Tonali; Saelemaekers, Diaz, Leao; Giroud) con De Ketelaere primo sostituto. Della mezzora giocata dal belga in Campania, Pioli è stato soddisfatto anche se, a mio giudizio, siamo ancora lontani dal rendimento che il giovane dovrebbe avere.

    Per stare a cinque punti dal Napoli (che vincerà a Genova), il Milan deve battere la Roma di Mourinho, apparsa assai poco persuasiva nella partita con il Bologna. Thiago Motta si è lamentato, a buon diritto, della direzione arbitrale e, in particolare, del rigore concesso a Dybala. La Roma, ormai contro chiunque, fa la cosa che conosce meglio, ovvero difendersi. Accadrà anche domani sera lasciando alle transizioni, piuttosto efficaci nei principi di gioco di Mourinho, il compito di portare la palla dall’altra parte del campo.

    La novità principale è il rientro di Tammy Abraham in attacco per dare un riferimento al settore e poter liberare la propria metà campo anche con qualche pallone lungo e sporco, soprattutto per uscire dal pressing del Milan. Non ci sarà, invece, Zaniolo che comincerà dalla panchina. La scelta non è solo tattica, ma anche prudenziale. Il giocatore ha riportato un trauma contusivo al ginocchio destro e non è al meglio. Possibile che entri a partita in corso, soprattutto se ci sarà da allungare il MIlan con i suoi strappi. La presenza di Dybala indica che il piano di Mourinho è quello di procedere con qualche accelerazione sulla trequarti dove l’argentino può essere importante per innescare Abraham.

    Ma ignorare che la Roma ha il problema del gol significherebbe fare un esame parziale delle caratteristiche della squadra. Segna poco e lo fa pochissimo su azione. Rispetto all’anno scorso mancano proprio i gol di Abraham. Difficile che in una sola notte ritrovi all’improvviso l’ispirazione, anche se va detto che l’inglese, esattamente come gli chiede Mourinho, sta diventando utile anche in fase difensiva. Contro il Bologna ha salvato un gol fatto sulla linea e, al di là dell’episodio, questa è la testimonianza di disponibilità e di spirito di squadra.
    Come dice e vuole Pioli, il Milan cercherà di segnare presto, come spesso gli succede, cercando di mandare all’aria il piano difensivo della Roma. Ben lungi dal ritenerlo catenaccio, si tratta di portare tanti uomini dietro la linea della palla, di schierare cinque elementi a protezione della porta e di ripartire attraverso gli spazi che l’avversario potrebbe concedere.

    Tuttavia, se dovessi puntare, un euro sull’esito dell’incontro, non avrei alcun dubbio. E sceglierei il Milan che, da una parte, può e, dall’altra, deve.
     

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