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Il Milan paga l'errore di Donnarumma, ma Orsato è stato il migliore in campo
La Sampdoria, che con i tre punti sul Milan, torna a rivedere la zona Europa League, ha strameritato di vincere e ridurre il tutto all’errore di Donnarumma e/o alla decisione corretta di Orsato che, dopo aver rivisto l’azione al Var, ha confermato la non sussistenza di un rigore per l’intervento di Murru su Piatek, significa non riconoscere la superiorità dei doriani. Il pressing è stata la loro arma micidiale, l’intensità ha rappresentato l’onda d'urto che ha travolto il Milan. E’ vero che essere sotto dopo appena 35 secondi per una papera di Donnarumma ha tolto fiato e lucidità agli uomini di Gattuso, ma Defrel non avrebbe segnato mai se non fosse andato in pressione solitaria, e dentro l’area di rigore, sul portiere milanista, chiamato in causa da un placido retropassaggio di Romagnoli.
La conferma la si è avuta quando anche Quagliarella è andato a disturbare, sempre in maniera solitaria, Musacchio e la palla, per pochissimo, non è tornata a disposizione del centravanti blucerchiato, appostato a pochi metri dall’area. Il Milan, dunque, ha avuto sempre difficoltà a superare il pressing della Samp, perché dietro il primo sbarramento attivo, c’era il secondo con i centrocampisti pronti ad aggredire ancora e i difensori abili nello scalare in avanti. La Sampdoria ha tenuto una linea difensiva altissima senza mai correre rischi.
E’ vero che Suso ha calciato a rientrare (bravo Audero a mettere in angolo) dopo cross di Rodriguez e tocco di mano involontario di Praet, ma è altrettanto vero che per rivedere il Milan i avanti sono serviti i caldi d’angolo (tiro di Musacchio, deviato di un niente, alla fine del primo tempo). Orsato, oltre a non avere giustamente fischiato il mani di Praet, ha opportunamente ignorato il volo di Calhanoglu in area dopo un contatto con Andersen. L’arbitro per me ha valutato sempre bene e, soprattutto, con coerenza. Sia perché il Var gli ha dato ragione, sia perché il metro di giudizio è stato uniforme.
Nella ripresa, mentre il Milan faticava a passare la metacampo, la Sampdoria ha avuto almeno tre clamorose occasioni per raddoppiare. Due sprecate da Defrel (interno piede destro, alto e destro in bocca a Donnarumma), una, creata da Quagliarella, il cui tiro, deviato da Musacchio, è stato respinto della traversa. I rossoneri hanno concluso poco (Suso, deviato da Colley, fuori) e attaccato in maniera confusa, convulsa, sterile. Gattuso ha prima sostituito Rodriguez con Conti e poi Suso con Cutrone, passando al 4-4-2. Infine, dopo l’inserimento di Paquetà, ha chiuso con la difesa a tre, quattro centrocampisti e tre attaccanti. Insomma ha provato tutto quanto era lecito, ma in contropiede una Samp più lucida, soprattutto in Saponara subentrato a Ramirez, avrebbe potuto colpire ancora.
Recriminare per il rigore non concesso da Orsato al 90’ non è da persone serie. Primo perché non c’era (Murru sposta la palla e non tocca mai PIatek), secondo perché il Milan ha fatto troppo poco per meritare il pareggio. Il momento è grigio, ma niente è ancora stato deciso. Comunque vada, fino a mercoledì, Gattuso rimane quarto. Anche se è l’ora di ripartire. Perché la stagione, in un certo senso, comincia adesso.
IL TABELLINO
Sampdoria-Milan 1-0 (primo tempo 1-0)
Marcatori: 1' p.t. Defrel.
Sampdoria (4-3-1-2): Audero; Sala, Andersen, Colley, Murru; Praet, Vieira (33' s.t. Jankto), Linetty; Ramirez (21' s.t. Saponara); Defrel, Quagliarella (40' s.t. Gabbiadini). All. Giampaolo
Milan (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Musacchio, Romagnoli, Rodriguez (1's.t. Conti); Bakayoko, Biglia (25' s.t. Paquetà), Calhanoglu; Suso (18' s.t. Cutrone), Piatek, Castillejo. All. Gattuso.
Arbitro: Daniele Orsato della sezione di Schio
Ammoniti: 15' p.t. Suso (M), 25' p.t. Castillejo (M), 37' p.t. Vieira (S), 19' s.t. Bakayoko (M), 40' s.t. Praet (S), 46' s.t. Musacchio (M).