Getty Images
Milanmania: la squadra non corre e le punte deludono. Basta settimi posti, non se ne può più!
Torna l’incubo delle ultime due stagioni, quando i rossoneri di Brocchi realizzano due punti nelle sfide contro le retrocesse Carpi, Verona e Frosinone. Stesso cammino negativo, un anno fa. Montella e i suoi ragazzi pareggiano a Pescara, in pratica già retrocesso, pareggiano a Crotone e perdono in casa dall’Empoli, altra squadra poi retrocessa in serie B.
Sono cambiati allenatori, giocatori, dirigenti, eppure, come una maledizione, si tornano a vivere sensazioni e frustrazioni, che speravamo definitivamente cancellate. La sconfitta di sabato sera, alla quale si aggiunge il grave infortunio di Biglia, fuori per il resto della stagione, potrebbe avere ripercussioni pesanti non solo per il finale di campionato, ma anche già per la prossima stagione.
Se fosse condannato ancora al settimo posto, il Milan infatti, perse le amichevoli importanti sotto il profilo del prestigio e della borsa, dovrebbe cominciare le qualificazioni a un posto in Europa League già il 27 luglio, con tutti i problemi di autonomia e di stanchezza fisica e mentale, che si stanno proponendo in queste ultime partite della stagione. Certo, rimane il salvagente da gonfiare nella finale di Coppa Italia, ma i rossoneri devono recuperare presto le forze, la fiducia, il morale oggi ai livelli minimi.
Non perdo le mie energie a seguire i commenti sulle salite e sulle discese dai vari carri o sulle nostalgie passate. Il bandwagoning è un esercizio che non mi interessa, ma piuttosto ho cercato di capire il motivo di questa frenata brusca, inattesa e dolorosa.
Due forse le ragioni principali. Il Milan è tornato a correre poco, i ritmi sono tornati bassi, la manovra scontata e prevedibile. Insomma la cura-Gattuso ha perso il suo effetto su giocatori alla cinquantunesima partita stagionale, giocatori che hanno iniziato la stagione, come ricordavamo, a fine luglio e che hanno acceso la spia della benzina. La squadra è riuscita comunque a produrre 43 cross in area, che hanno però portato solo a una conclusione pericolosa, quella di Cutrone oltre alla traversa di Kessie. Purtroppo nemmeno contro il Benevento, gli attaccanti hanno risposto alle sollecitazioni invitanti di centrocampisti e difensori di fascia.
Mi sono sbilanciato sulla classe di Andrè Silva, che ho sempre definito un prospetto di campione, ma il ragazzo ha deluso ancora. Ho sperato che Kalinic tornasse il bomber a doppia cifra dei tempi della Fiorentina. Niente. Cutrone riceve pochi palloni e nemmeno lui ha la caratteristiche della punta, che prende sulle spalle la squadra e sa inventare gol. Le qualità che oggi servono al Milan di Gattuso.
La delusione è tanta, perché l’attesa era tanta. Cito sempre Sisifo, perché è sempre il paragone più calzante. La pietra, portata in cima alla montagna, alla fine rotola sempre nella valle del sesto o, peggio, del settimo posto. Non è possibile! Basta!