AC Milan via Getty Images
Il Milan in Champions League? Possibile, ma è quello femminile
Le calciatrici del Brescia piangevano tutte in mezzo al campo. Ma non era (solo) per avere chiuso una stagione esaltante senza trofei (dolore sportivo comprensibile). Piangevano perché sapevano che per tutte quella sarebbe stata l’ultima partita con la maglia delle rondinelle.
Il giovedì precedente, infatti, il presidente Giuseppe Cesari aveva convocato l’intera rosa e lo staff per comunicare loro che nella prossima stagione non avrebbe potuto iscrivere il club alla Serie A. In quel momento è avvenuto qualcosa che difficilmente capita nel calcio. Sia le giocatrici che lo staff hanno proposto al presidente di dimezzarsi i compensi per permettere alla società di risparmiare e di poter proseguire l’attività.
Cesari, toccato e commosso, ha spiegato che non sarebbe stato sufficiente. Per fare un campionato competitivo in Serie A serve quasi un milione di euro (ma Fiorentina e Juventus spendono assai di più, fino ad arrivare al doppio) e non sono certo gli ingaggi a incidere di più.
Una risposta simile a quella delle giocatrici la stanno dando i tifosi bresciani che da giorni tempestano la società di messaggi per organizzare una sottoscrizione pubblica.
Episodi edificanti, ma che Cesari ha deciso di stoppare con ringraziamenti pubblici e la ferma decisione di non proseguire. In trentatré anni di attività, dai campionati del Csi al vertice del calcio italiano, con diverse partecipazioni alla Champions, il Brescia ha vinto due scudetti, tre coppe Italia e quattro supercoppe.
Quest’anno ha battuto due volte la Juventus (una in campionato ed una eliminandola dalla Coppa Italia), le ha conteso lo scudetto fino allo spareggio concluso ai calci di rigore (perso per un errore della Di Criscio) ed è arrivato in finale di Coppa con la Fiorentina. Un’annata straordinaria, i cui esiti positivi sono sfumati solo all’ultimo atto. Per fortuna è arrivato l’accesso in Champions League (vi accedono le prime due della serie A) anche se a questo punto la domanda è una sola: chi ci andrà?
Da mesi si parla di una trattativa di Cesari con il Milan maschile. Calciomercato.com è in grado di confermare che i contatti ci sono stati e permangono. Questione di giorni e si approderà ad una conclusione. Il Milan ha intenzione di entrare nel calcio femminile che conta, tanto da aver pensato, qualche mese fa, di affidarne il settore alla responsabilità di Filippo Galli (che ha declinato l’invito e sta per diventare d.t. delle Nazionali maschili di Israele).
Le più interessate sono le ragazze del Brescia, quasi tutte libere o svincolate, che potrebbero cambiare casacca in blocco, da quella biancazzurra a quella rossonera: sarebbe il modo per entrare in toto in una società professionistica - come hanno fatto Fiorentina e Juve - mantenendo un alto livello di competitività e, probabilmente, migliorando anche le condizioni economiche.
C’è però un dubbio. Può l’erigendo Milan femminile partecipare alla Champions League, conquistata dal Brescia, se la società rossonera subirà la sanzione dell’Uefa con l’esclusione dall’Europa League? In punta di regolamento la partecipazione dovrebbe essere possibile.
La differenza è questa: l’Associazione calcio Milan s.p.a. non deve limitarsi ad acquisire dal Brescia il solo titolo sportivo, ma deve prendere la maggioranza della società cambiandole il nome in un momento successivo.
Il numero di matricola della Federcalcio è infatti diverso dal numero di matricola dell’Uefa. Quest’ultimo corrisponde a quello del Brescia che si è guadagnato sul campo la qualificazione alla Champions. Ecco perché è necessario che il Milan acquisti la società Brescia (anche al 51 per cento) e non il solo titolo sportivo.
Questa situazione sta generando fermento in tutto il calcio femminile.
Primo, perché c’è una squadra di valore, avversaria della Juve fino all’ultimo rigore dello spareggio, virtualmente sul mercato.
Secondo, perché, se il Milan concluderà l’acquisto del Brescia, per la prima volta nella storia del calcio italiano, la squadra femminile di un club professionistico andrà in Europa, mentre quella maschile forse no (dipende dall’Uefa).
Cosa accadrebbe, invece, se l’accordo con il Milan non arrivasse?
Il Brescia fa gola a molti e non è escluso (i contatti ci furono) che sia l’Inter a muovere passi decisivi verso il presidente Cesari. Il quale aspetta e non parla. Per lui, in questi anni, ci ha pensato il campo e, per chi li voglia vedere, i conti economici: il Brescia chiude, ma non ha un euro di debito con nessuno. Un altro scudetto.