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Il Milan è spalle al muro: con la Lazio può solo vincere o si arrenderà all'Inter
Si capirà subito se Pioli e Maldini sono stati bravi psicologici nel dopo-derby. Non un’impresa semplice. La Lazio è avversaria difficile, spigolosa. Doveva esserlo anche la Roma, ma la banda Inzaghi con la forza di chi si sa forte è riuscita in mezzora a smussarne ogni angolo, vincendo a mani basse e con merito la terza sfida stagionale con la Roma e con Mourinho.
Il Milan perde Bennacer, infortunato dal derby, e ritrova almeno per la panchina il talismano Ibra e l’enigmatico Rebic. Potrebbero servire se nel finale la sfida non avesse ancora preso la strada necessaria e sperata. Di 16 trasferte, Pioli ne ha vinte 11 e poco conta che quella di stasera sia trasferta solo geografica, perché a causa dello sciopero del tifo laziale, per il Milan l’Olimpico sarà stadio (quasi) di casa.
Giocare dopo l’avversario diretto – come farà il Milan per l’ennesima volta – non è detto che sia sempre uno svantaggio per l’aumento smisurato di pressione. Lo diventa, lo è, se ancora una volta chi gioca prima di te ha già vinto e tu sei obbligato a imitarlo. Milan spalle al muro: vincere o smettere di sognare. Quel che resta del calendario e la marcia nerazzurra dalla Juventus in poi, dicono che ogni ulteriore passo falso avrebbe il senso amaro della resa.